Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

giovedì 28 agosto 2008

SOLDI, SOLDI, SOLDI! CARO SINDACO DIA UNA RISPOSTA…

Partinico, la città dei debiti. Si è parlato tanto in campagna elettorale di come poter ridurre i 18 o 20 o 30 (ancora non si sa!) milioni di euro di deficit che la nuova giunta si sarebbe trovata ad affrontare. Tra l’installazione del fotovoltaico (elogiabile) e delle lampade a basso consumo, ritengo però che una proposta, la prima, del programma elettorale comunista del candidato Mimmo Neri fosse la più valida, anche solo perché simbolica. DIMEZZAMENTO DELL’INDENNITÀ DI CARICA PER SINDACO E GIUNTA (cosa già fatta qualche giorno fa a Capaci). Le amministrazioni e i governi s’impegnano sempre nel mandare messaggi legalitari alla cittadinanza affinché le tasse vengano pagate (purtroppo si chiede addirittura di versare di più rispetto a quanto realmente si deve, vedi le bollette dell’acqua), affinché l’evasione si riduca e di conseguenza anche chi invece paga regolarmente possa pagare meno. Messaggi senz’altro giusti. Considerato tuttavia che la gente ormai appare sempre più disgustata dalla politica, perché non dimostrare prima che amministrare una città non significa mangiare sulle spalle dei cittadini, ma svolgere un servizio per la comunità, venendo pagati normalmente come un qualunque lavoratore? In questo momento non ricordo precisamente la cifra che percepisce il sindaco di Partinico. Comunque sicuramente non si tratta di 1000-1500 euro né così “poco” (magari tutti potessero ricevere una tale somma!) percepiscono gli assessori. Dimezzarsi lo stipendio significherebbe dimostrare che fare politica significa spendersi per gli altri (e non approfittarsi degli altri). Contemporaneamente si potrebbero utilizzare gli spiccioli (definiti così rispetto alle dimensioni di un bilancio comunale) risparmiati per qualche altro servizio per migliorare la condizione della città e dei suoi abitanti (Mimmo Neri aveva fatto delle proposte concrete di utilizzo durante la campagna elettorale).
Più volte abbiamo lanciato la provocazione al sindaco Salvo Lo Biundo. L’ha fatto il nostro candidato sindaco sia durante i confronti televisivi sia in interviste dopo la vittoria della coalizione oggi al governo. Il neo sindaco però quando si parla di soldi sembra non vedere e non sentire. Si fa finta di niente così il conto corrente si rimpingua (di denaro anche nostro) e la gente, che purtroppo negli ultimi anni soffre di una grave forma di memoria a breve termine, in pochi giorni dimentica. Che la politica sia sana, onesta e altruista viene perfino qualche dubbio anche a me.

Gianluca Ricupati
P.S. Spero che sottoscrivano i compagni giovani e non e tutta la cittadinanza di Partinico.

giovedì 21 agosto 2008

Lasciate in pace M.P., un ragazzo, una persona libera, un comunista

Puzza di persecuzione la decisione del tribunale di Catania con cui un 16enne viene tolto alla madre perché frequenta "brutti ambienti" ovvero i Giovani comunisti/e. Ferrero: «Intervenga Napolitano»

Avevano sperato che fosse un «errore». Del resto nell'articolo su Repubblica di ieri c'era qualche piccola imprecisione, qui e là, che li faceva ben sperare. Invece è tutto vero. I Giovani comunisti di Catania hanno letto coi loro occhi una "relazione" dei servizi sociali e la conseguente sentenza emessa da un giudice. Per il tribunale della città etnea, un ragazzo di sedici anni va affidato al padre anziché alla madre con la quale ora vive, perché la donna non sarebbe in grado di garantirgli una corretta educazione. La prova? E' nell'iscrizione di quel ragazzo ad un circolo di giovani comunisti. Covo di «estremisti», dove si fa uso di droghe, di alcol. Dove si ascoltano «cattivi maestri», insegnanti di amoralità. Dove i giovani vengono plagiati. Sembra un salto all'indietro, un ritorno agli anni '60, quando un paese moderato - sostenuto da una stragrande maggioranza moderata - portò in tribunale un filosofo, comunista, partigiano, omosessuale: Aldo Braibanti. Accusandolo e condannandolo, appunto, per plagio. Nell'unico processo in Italia per quel reato, che oggi non esiste più nel nostro codice.Una storia d'altri tempi, di allora. Come d'altri tempi sembrano le burocratiche «spiegazioni» fornite dal giudice, ieri pomeriggio. Quando ormai il caso era scioppiato su tutte le tv. Il Presidente della prima sezione civile di Catania, Massimo Esher, ha provato a spiegare che nel suo provvedimento la politica non c'entra. «Nell'ordinanza non ci sono riferimenti all'appartenenza del ragazzo a partiti politici», dice. C'è invece la sua «frequentazione di luoghi di ritrovo giovanili dove è diffuso l'uso di sostanze alcoliche e psicotrope». Luogo di ritrovo che è appunto la sezione "Tienammen" dei giovani comunisti. Il giudice, insomma, conferma tutto, facendo finta di smentire.
Una storia d'altri tempi, si diceva. Con una difficoltà in più, però. Una difficoltà in più nel raccontarla. Perché la vicenda catanese ha un risvolto politico evidente - e, infatti, sono insorti tutti, a cominciare dai leader di Rifondazione, da Ferrero a Bertinotti, da Russo Spena a Grassi, fino ad arrivare al ministro Rotondi, della nuova Dc: «Essere comunista significa appartenere a una delle culture che hanno fatto la Repubblica italiana»; unici assenti nei commenti, i democratici, come sempre -; la vicenda ha una «conseguenza politica» palese ma investe anche una sfera privata. Entra direttamente nella casa di una famiglia, alle prese con un problema: una separazione difficile. Una storia, insomma, che imporrebbe il rispetto della privacy. Tanto più che c'è di mezzo un ragazzo. Ed è esattamente il favore che la madre chiede al telefono. Lei, dottoressa piuttosto conosciuta e assai stimata in città, per il suo lavoro ma anche per il suo impegno nelle fila del volontariato, si rivolge così al cronista: «Per favore, almeno voi di Liberazione , evitate di accendere i riflettori su una vicenda che può essere drammatica per mio figlio».Una vicenda che può essere raccontata, allora, solo per grandi linee. La vicenda di una famiglia che da un anno - non di più - è alle prese con una separazione sofferta. Lui, il padre, avvocato, è un uomo di destra. Non un militante ma le sue idee sono piuttosto conosciute in città. Vorrebbe che una sentenza gli assegnasse l'affidamento dei tre figli: una ragazza diciottenne, il ragazzo di 16 e un altro, poco più che bambino, di 12 anni. Figli che per ora stanno con la madre. Di mezzo ci sono molti litigi, qualcuno anche sopra le righe. Compreso un durissimo scontro fra padre e figlio. A questo punto, entrano in scena i giudici. E come sempre in questi casi, si chiede una sorta di relazione ai servizi sociali. Il padre non sta a guardare. In qualche modo collabora attivamente all'«indagine». Sostiene che il figlio non frequenta regolarmente la scuola, sostiene - addirittura - che la madre consente al ragazzo di uscire la sera qualche volta, nonostante il suo parere contrario. Sostiene che il figlio frequenta «brutte persone», frequenta persone che lo spingerebbero verso brutte idee, verso la droga. E a conferma delle sue tesi, porta anche una fotocopia, con la riproduzione della tessera dei Giovani comunisti. Circolo "Tienanmen", di Catania. Un circolo di ragazzi, un circolo studentesco. Una sede famosa, a suo modo: le loro bandiere, i loro striscioni, i volti di quei ragazzi li ritrovi in tutte le fotografie delle manifestazioni contro la mafia, contro la precarietà e il razzismo. In una città che secondo la commissione parlamentare ha un altissimo livello di infiltrazione mafiosa nelle istituzioni. Il ragazzo prova a tranquillizzare il padre. Addirittura, volontariamente, si sottopone al test antidroga. Negativo. Ma non basta, il padre continua a pensare che anche quei risultati siano stati manomessi. Quella fotocopia, la fotocopia della tessera dei giovani comunisti - sottratta al ragazzo senza che lui lo sapesse - è stata «allegata» al rapporto dei servizi sociali. Il giudice ieri ha spiegato che la sentenza non è stata presa solo per quel «documento». Ma cambia poco. M.P. frequenta «ambienti» poco chiari, dove circolano droga e strane idee, va assegnato al padre, ha sentenziato il dottor Massimo Esher. Una brutta storia che ancora non si sa come andrà a finire. Il ragazzo non ci pensa proprio ad accettare l'ordinanza del giudice. E a questo punto c'è anche il rischio - come denuncia Mario Giarrusso, il legale della madre - che il tribunale possa nientemeno che valutare l'ipotesi di un «internamento coatto in una comunità». La legge arriva a prevederlo, in casi drammatici. E con quei giudici, in quel clima, nulla è da escludere, anche se tutti sperano che prevalga il buon senso. Lui, però, M.P., vorrebbe solo essere lasciato in pace. Deve preparare gli esami, deve recuperare alcune materie. Per il padre, anche i debiti che ha contratto col liceo che frequenta sono un ulteriore prova dell'incapacità della madre ad educare il figlio. Per gli altri, per tutti gli altri, sono solo la conseguenza di quanto il ragazzo ha dovuto sopportare in questi mesi. Questa, in pillole, la storia. Una difficile, dura storia familiare. Poi c'è tutto il resto. C'è un'ordinanza che, anche se in maniera non diretta - come ha tentato di spiegare ieri il giudice - alla fine arriva a «condannare» la militanza di un giovane in un partito. In un partito che fino a quattro mesi fa esprimeva la Presidenza della Camera, la terza carica dello Stato. Una notizia che «preoccupa», come ha detto proprio Bertinotti, uno dei pochi che sia riuscito a parlare con la madre, alla quale ha telefonato. Una notizia che indigna. Al punto che Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione ha chiesto l'intervento di Napolitano. «Ho scritto al Presidente perché nella sua veste di garante della Costituzione e di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura intervenga per porre rimedio a questa situazione inaccettabile». Una notizia, ancora, che non può essere sottovalutata, come dice Russo Spena: «Tutto questo sarebbe facilmente derubricabile nella categoria del grottesco e dell'assurdo, se non fosse grave e pericoloso, vero segno dei tempi di un paese e un'opinione pubblica che mostra chiari segni di afasia, degrado e illiberalità». Una notizia alla quale, in qualche modo bisogna reagire. Claudio Grassi, anche lui di Rifondazione: «Altrimenti ne dovremmo dedurre che in Italia non c'è più democrazia e che tutti noi, facenti parte di gruppi di estremisti, come ci definisce il Tribunale di Catania saremo a breve nelle condizioni di essere posti fuori legge e, perchè no?, condannati da un nuovo Tribunale speciale». Una notizia che indigna qualunque democratico. Compreso, s'è detto, il ministro Rotondi, ministro del governo Berlusconi. Che usa parole chiarissime per commentare quel che è avvenuto. Chiare e belle: «Vorrei ricordare che il comunismo italiano non ci ha negato la libertà ma, anzi, ce l'ha portata col sangue dei partigiani».Ora si aspetta la decisione definitiva del tribunale. Neanche a farlo apposta quarant'anni esatti dopo la sentenza che condannò a nove anni di reclusione Aldo Braibanti. Anche allora, una cultura clerico-moderata, una cultura di destra portò sul banco degli imputati una persona, vista come simbolo di una marea montante che avrebbe destabilizzato l'ordine esistente. Esattamente come i servizi sociali e qualche giudice vedono i giovani comunisti di Catania: scomodi. Nel '68, però, tre mesi dopo quella sentenza, tutte le università italiane erano occupate.

Ricicliamo?

Supermercati e grandi centri commerciali il nuovo business di Cosa Nostra. Basta dare un’occhiata alle ultimi indagini antimafia della Dia, come ad esempio per il caso delle catene alimentari sparse in tutta la Sicilia e legate a doppio filo al superboss di Castelvetrano Matteo Messina Denaro tramite Giuseppe Grigoli. E a Partinico cosa succede? Lo stesso Grigoli aveva aperto un supermercato Despar a Partinico gestito da Salvatore Cassarà poi costretto ad andarsene dal paese con tutta la famiglia dopo aver denunciato le richieste di estorsione da parte della mafia locale.
Guarda caso negli ultimi tre anni in città sono sorti un grande centro commerciale e tre supermercati di medio-grandi dimensioni nonostante l’andamento dell’economia locale segna sempre una notevole crisi di consumi. Un trend in controtendenza rispetto alla generale crisi denunciata da un po’ tutti i settori. Questa vitalità in ambito alimentare e commerciale in genere è stata notata anche dal Comune: “Abbiamo anche altre richieste per avviare ulteriori attività di questo tipo”, afferma l’assessore alle attività produttive Vito D’Amico. Attorno all’esponenziale crescita delle catene di supermercati in città ci vuole vedere chiaro la sezione dei Giovani Comunisti che ha promosso uno studio per il censimento delle attività commerciali in paese: “La nostra paura più grande – si legge in una nota - è quella che alcuni dei proprietari degli esercizi commerciali più grossi che stanno nascendo siano soltanto dei prestanome di personaggi mafiosi così come emerso dalle ultime inchieste antimafia in Sicilia”.
Michele Giuliano
(articolo tratto dal Giornale di Sicilia del 19/08/2008)

mercoledì 13 agosto 2008

..PAUSA FERRAGOSTO.. :-)

Il prossimo incontro tematico tratterà il problema del precariato. Siamo al lavoro per preparare al meglio l'iniziativa che si svolgerà molto probabilmente l'ultima settimana di agosto. Speriamo di riuscire a fornire anche qualche contributo video per rendere più coinvolgente la discussione! Se qualcuno è interessato a partecipare o a ricevere informazioni più dettagliate sui Giovani Comunisti/e, sulle iniziative, sul tesseramento o quanto altro, può contattarmi all'indirizzo e-mail: gianluca_89@hotmail.it. Nel frattempo, dopo l'incontro sul razzimo del 7 agosto, non ci siamo fermati!
Prossimo obiettivo dopo la linea tracciata la scorsa settimana è quello di riuscire ad effettuare un piccolo, ma verosimile censimento degli immigrati sul nostro teritorio; ma soprattutto cercare di conoscere questi nostri fratelli, metterci in contatto con loro e percepire quali siano le loro concrete esigenze, prima di presentare ufficialmente le proposte all'amministrazione di Partinico!
A presto nuovi aggiornamenti!

Gianluca Ricupati

martedì 12 agosto 2008

Angeli d'agosto

Il sole spaccava la testa due anni e un giorno addietro. I corvi delle cattive notizie arrivarono coi telefonini dei giornalisti. Fotografie, notizie sulla vita, domande a raffica senza avere nemmeno il tempo di capire. "Chi è Angelo Frammartino?" ripetevano. Aspirapolvere dei respiri e dei sospiri sono i giornalisti d'agosto con la penna asciutta dallo spettacolo della politica. Quando tutto deve tacere, il silenzio accostarsi con dolcezza al pianto che scivola, si è costretti a coprire la faccia e scacciare occhi di vetro e domande appuntite come frecce di metallo. Insinuazioni, possibili contraddizioni, provano e riprovano a raschiarti il cervello alla ricerca della notizia pelosa. Microfoni e taccuini chiedono solo conferma dello stereotipo: giovane comunista (quindi filo palestinese) a Gerusalemme per un progetto di cooperazione per bambini arabi ucciso da un ragazzo palestinese. La notizia c'è! Oggi non c'è più. Ma neanche nei giorni successivi al funerale e neanche poi dopo ancora nei resoconti sociologici esistono Angeli. Questa è la generazione nichilista scrivono. E lucignolo li cerca nella notte dei raccomandati tra vestiti firmati e grammi bianchi tirati. Una parte della realtà fugge dall'isola dei famosi. Strappa se stessa alla pelle tirata e lavorata durante tutto un inverno in palestra per mostrare armature di bronzo utili alla caccia della femmina nel safari di sabbia. Non sono tristi e sofferenti rivoluzionari ma visionari: "fare l'amore con la nonviolenza per partorire la pace dal grembo della società" scriveva Angelo. Innamorati del divertimento senza pentimento, che trasformano sabbia e scoglio in lenzuola per coprirsi al mattino presto. Non è una metafora. Non si può morire per essere visti.
Michele De Palma

venerdì 8 agosto 2008

INCONTRO TEMATICO SUL RAZZISMO

È stata un’ora e mezza di intenso dibattito nei locali dell’ex arena Lo Baido che malgrado il caldo estivo si sono riempiti di giovani, compagni, simpatizzanti e semplici ragazzi. Sono bastati pochi minuti per rompere il ghiaccio ed avviare un vero e proprio circle time che ha visto intervenire in un confronto ideologico quasi tutti i presenti. Perché un incontro sul razzismo? Il motivo è semplice: parlarne è il primo passo della costruzione di una rete solidale che possa testimoniare a tutti i nostri fratelli migranti la nostra vicinanza. Il secondo passo sarà quello di vederli direttamente al nostro fianco e a questo scopo contribuirà il torneo multietnico di calcetto in strada che sarà organizzato nelle prossime settimane. Importante è stato il contributo di Madou Toure, responsabile del settore migrazione del PRC, che attraverso la sua storia migratoria ci ha permesso di capire molti lati non conosciuti delle partenze e dei migranti. Dall’analisi socio-politica del problema razzismo sono pervenute queste principali considerazioni: l’azione culturale delle destre e dei media sta portando all’identificazione immigrato = delinquente, ossia alla costruzione di un capro espiatorio della situazione critica che sta vivendo per altri motivi l’Italia; la Chiesa, fondata sull’ideale della fratellanza, potrebbe e dovrebbe fare di più: soprattutto a livello locale dovrebbe fungere da punto di riferimento per tutti coloro che sbarcano nelle nostre terre in condizioni disagiate; se un giorno si dovesse realizzare il desiderio (nazista?) di Bossi di vedere scomparire tutti gli immigrati dal nostro territorio, il sistema industriale e produttivo italiano crollerebbe, perché lo straniero, sfruttato e mal pagato, fa quei lavori più umili che gli permettono di sopravvivere e che molti italiani non si abbasserebbero mai a fare, alla faccia della disoccupazione. È necessaria anche un’integrazione religiosa in un paese formalmente laico, ma di fatto cattolico come il nostro: abbattere le barriere del fondamentalismo che ha manipolato concetti come la jihad (non significa guerra santa, ma dialogo fra le “fazioni”) e del monoteismo cristiano che sembra cozzare con l’Islam, quando in realtà le basi sono chiaramente comuni. La mancanza di Rifondazione Comunista all’interno del Parlamento non sta facendo altro che privilegiare i ricchi e massacrare le condizioni già difficili dei più deboli e, tra questi, degli immigrati adesso criminalizzati anche dalla legge. Noi comunque ci siamo!
Per la tutela dei diritti inalienabili di ogni essere umano, bianco o nero che sia, noi presentiamo all’attuale amministrazione di Partinico le nostre richieste, assolutamente realizzabili: 1) la creazione di un centro di aggregazione per migranti; 2)l’istituzione della consulta del migrante, inserita alcuni anni fa nel regolamento comunale ma mai realizzata; 3) la creazione anche a Partinico di un campo rom, che dopo anni di battaglie il nostro partito è riuscito a fare inserire all’interno del piano regolatore generale, così da aiutare sia i migranti, che avranno un luogo più attrezzato dove vivere, ma anche i residenti partinicesi che spesso lamentano l’occupazione di aree qualsiasi da parte delle roulotte nomadi; 4) la realizzazione di uno sportello solidale che aiuti gli immigrati anche nello sbrigare le infinite pratiche burocratiche per ottenere il permesso di soggiorno; uno sportello che sia soprattutto “neutrale”, ossia che non diventi, come purtroppo a Partinico sempre accade, un meccanismo di compravendita di voti in cambio di un servizio in realtà pubblico.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno partecipato all’incontro tematico.

Gianluca Ricupati - Portavoce GC Partinico

>>> guarda il video

mercoledì 6 agosto 2008

Giovedì 7 agosto h 18:30 "IL RAZZISMO E L’ATTEGGIAMENTO XENOFOBO DELLA SOCIETA’ ITALIANA"

Giovedì 7 agosto
h 18:30
Locali dell’ex Arena Lo Baido

Incontro tematico
IL RAZZISMO E L’ATTEGGIAMENTO XENOFOBO DELLA SOCIETA’ ITALIANA
Interviene:
Madou Tourè
responsabile immigrazione del PRC Palermo

“Mi vergogno di appartenere ad un popolo che non si ricorda che è stato fino a ieri un popolo di migranti” Padre Alex Zanotelli

sabato 2 agosto 2008

NUOVO COORDINATORE GIOVANI COMUNISTI/E

Dopo un’intensa campagna elettorale che non ha ripagato in termini di voto gli sforzi e i sacrifici compiuti anche dai Giovani Comunisti/e, parte in questo afoso agosto un’intensa fase di riorganizzazione tra i giovani del PRC, il cui attivismo mai si è fermato dai mesi della campagna elettorale fino ad oggi. Ci facciamo onore della scelta fatta di riunirci più volte in una sede di partito anziché dedicarci completamente alle vacanze d’estate, soprattutto di fronte a partiti o liste civiche che hanno raccolto i loro voti nelle case dei partinicesi per poi scomparire nel solito abisso politico il giorno seguente le elezioni.
Ieri 1 agosto 2008 è ufficialmente diventato coordinatore dei Giovani Comunisti/e del circolo Peppino Impastato di Partinico Gianluca Ricupati, tesserato nelle file giovanili ormai da più di 3 anni. Un incontro intenso quello di ieri che ha visto anche la presenza di Mimmo Neri, segretario del circolo, e di Costanza Chirivino, coordinatrice provinciale della federazione giovanile palermitana. Non è stata solo una formale presentazione, bensì una vera e propria riunione nella quale si è discusso delle future iniziative che i Giovani Comunisti/e avvieranno nel territorio di Partinico e si è anche costituito il coordinamento che affiancherà, insieme a tutti i compagni, Gianluca nella gestione delle attività. Esso è costituito dai responsabili delle aree tematiche che sono state create, dalla cultura allo sport, dal territorio all’antimafia, dalla scuola all’antifascismo; i compagni sono: Antonio Neri, Emiliano Puleo, Salvatore Leto, Francesco Quartararo, Giuseppe Bonomo.
Le iniziative in programma partiranno già la prossima settimana: il 7 agosto prenderà vita il primo degli incontri tematici che saranno organizzati dai Giovani Comunisti\e. Il primo problema che sarà affrontato sarà quello del razzismo e del dilagante atteggiamento xenofobo della società italiana. Nei programmi futuri rientra anche una scuola di politica aperta a tutti i giovani e non, con incontri educativi gestiti dal prof. Mimmo Neri. Ma anche la realizzazione di un dossier-inchiesta sulla sempre maggiore presenza di esercizi commerciali di tipo alimentare in un territorio non troppo vasto come quello di Partinico, dove peraltro fra qualche anno sorgerà la tanto voluta (non da noi!) Policentro. Una questione che ci appare alquanto strana. Ed ancora l’organizzazione di un torneo multietnico di calcetto in strada per dimostrare il nostro no al razzismo. Insomma un gran numero di iniziative che si unificano ad un appello che noi giovani vogliamo lanciare alla società civile, in particolar modo ai nostri coetanei: comprendiamo il vostro atteggiamento di sfiducia nei confronti del mondo politico, dove ormai si è definitivamente affermato l’atteggiamento di corsa alla poltrona e dove i valori etici e morali sono definitivamente scomparsi. Ma ricordiamoci che la politica siamo anche noi e possiamo farla diventare onesta, sincera e utile ma solo se ci impegniamo attivamente. In fondo fare politica significa soprattutto lottare per il nostro futuro, per quei diritti che altrimenti ci verranno sempre più sottratti. Per questo invitiamo tutti coloro che vogliono tutelare il proprio e l’altrui avvenire ad incontrarci, a fare quattro chiacchiere con noi per comprendere compiutamente le nostre intenzioni e i nostri programmi. Siamo convinti che sia l’unione a fare la forza! È attivo il sito gcpartinico.blogspot.com, un blog dal quale potete facilmente contattarci.

GIOVANI COMUNISTI\E
Circolo Peppino Impastato di Partinico