Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

giovedì 6 novembre 2008

GELMINI HA LE MANI LEGATE

di Gennaro Loffredo, Responsabile Naz Dip. Scuola e Formazione Prc


Il decreto Gelmini (trasformato in legge n°169 e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 ottobre scorso) è paralizzato. Infatti i decreti attuativi, che dovrebbero dire dove e come tagliare le circa 88mila cattedre e gli oltre 44mila posti di ausiliari, tecnici ed amministrativi (ata), devono essere preceduti dal parere delle competenti commissioni parlamentari sul piano programmatico generale scritto dalla ministra e da Tremonti.
Le commissioni, a loro volta, sono bloccate perché non hanno ancora ricevuto il parere della Conferenza delle Regioni. Che in realtà si sono espresse dicendo a chiare lettere che non può esserci alcuna collaborazione con il governo centrale. La Gelmini ha chiesto al ministro per gli affari regionali Raffaele Fitto di trovare una soluzione.
Intanto l’Onda non si arresta. Continua a discutere negli Atenei come nelle scuole, fa lezione in piazza, una delegazione di studenti universitari parla all’assemblea della Fiom chiedendo di un grande sciopero generale che, categoria per categoria, blocchi il paese così come è avvenuto in Francia qualche tempo fa. Si mobilitano le donne; oggi un’assemblea delle “Donne in Onda” presso la facoltà di Fisica alla Sapienza, in preparazione della manifestazione del 22 novembre.
Si preparano le manifestazioni studentesche del 7 e in vista dello sciopero di università e ricerca del 14 di questo mese. E’ prevista inoltre anche un’assemblea nazionale per il 15 ed 16…insomma si va avanti con determinazione e, soprattutto, con le idee chiare. Il ministero della pubblica istruzione è in netta difficoltà. La Gelmini licenzia il “padre” della riforma che porta il suo nome: Tito Varrone, capo dell’ufficio legislativo del ministero, assunto sei mesi fa circa, ha dovuto fare i bagagli e lasciare il suo ufficio. Ignote ancora le cause.
Berlusconi continua a rettificare in corso d’opera. Il maestro unico sembrerebbe essere diventato prevalente (dove è scritto?); dopo la tirata d’orecchi dei vescovi il premier annulla i tagli (l’unica cosa buona fatta da Tremonti) previsti per le scuole private – 485milioni di euro in tre anni -; Bossi si impunta ed ottiene che le scuole di montagna non saranno toccate (lo scriveranno da qualche parte?).
Insomma un governo che fa acqua da tutte le parti. Un governo messo a dura prova dalla forte spallata del Movimento. Un governo che prende tempo sull’università dicendosi disponibile al dialogo. Formigoni, e tutta l’area cattolica interna al Pdl, che dà ragione agli studenti e l’intervento prima citato di U. Bossi, sembrano indicare un cambiamento di prospettiva politica. L’Onda ha aperto delle crepe. Presto arriverà la grande mareggiata che, speriamo, sommergerà il governo abbandonandolo al naufragio.

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