Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

sabato 17 gennaio 2009

I BUS ATEI STOPPATI A GENOVA.

Riceviamo e pubblichiamo un interessante pezzo sulla recente vicenda dei bus atei in Italia.

Dovevano viaggiare per le strade di Genova dal 4 Febbraio, erano dei bus con un qualcosa di diverso, qualcosa che in Italia non aveva “mai” avuto precedenti. Dei bus con un messaggio proveniente da una associazione atea, che esplicava tutta la linea di pensiero degli atei italiani. L’iniziativa è nata dalla British Humanist Association, ed è poi stata ripresa negli Stati Uniti, in Australia e in Spagna. In Italia l’UAAR, Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti, ha colto la palla al balzo e ha deciso di portare l’iniziativa pure in Italia. Non a caso la città scelta per l’evento è stata Genova, sede del cardinale Bagnasco, presidente della CEI, la Conferenza Episcopale Italiana. L’UAAR ha raccolto i fondi attraverso i suoi membri, senza obbligazioni di nessun tipo, e ha scelto il suo messaggio: “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno”. Il messaggio scelto dall’UAAR è stato ideato in Italia: “è un messaggio che vuole invitare a riflettere, con l’aggiunta di un pizzico di fiducia e ottimismo in chiave umanista. Un messaggio che vuole evidenziare la praticabilità di un’etica senza dogmi, in un Paese dove da ogni parte si avverte la pervasività della presenza cattolica”, questo è quanto afferma l’UAAR sulla campagna dei ateobus, come sono stati definiti. Quando i tg nazionali hanno dato la notizia, si è alzato un polverone tale da inondare il sito dell’UAAR di commenti cattolici e non. Studio Aperto ha addirittura scelto come titolo della notizia “L’ultima Bestemmia” e ha fatto intendere che l’iniziativa era una provocazione contro il cattolicesimo e che si ricollegava in qualche modo alla preghiera dei Palestinesi al duomo di Milano. In una Italia dove le notizie sono filtrate, censurate, rimaneggiate, ciò non dovrebbe stupire più di tanto. Ma mi chiedo può una preghiera non cattolica essere una provocazione, se questa avviene in un luogo pubblico? Che dire di tutte le manifestazioni cattoliche che avvengono in luoghi, considerati pubblici, e nessuno ha mai aperto bocca per lamentarsi? Parlo anche per tutte quelle minoranze religiose che devono sopportare il mancato rispetto delle loro libertà. Ma il polverone di intolleranza cattolica per gli ateobus non si è fermato qui. In questi giorni ha raggiunto le vette più alte, tanto che il capogruppo dell’Udc nel Consiglio regionale piemontese, Deodato Scanderebech, minaccia: “Sono pronto a incatenarmi davanti al Duomo di Torino se tale pubblicità offensiva verrà realizzata anche sul territorio piemontese”. Alcuni hanno definito la campagna una “carnevalata”, chi “una grave offesa per i credenti italiani”, altri l’hanno definita “una iniziativa intollerabile”. Don Livio Fanzaga, voce di Radio Maria, ha addirittura affermato che l’iniziativa è stata commissionata dal Diavolo in persona e invogliava le famiglie d’Italia a non salire sull’autobus del Demonio. Ma il 16 Gennaio arriva la notizia shock: la concessionaria di pubblicità, IGPDecaux, ha comunicato di non accettare la pubblicità degli autobus UAAR, perché ritenuta offensiva dal punto di vista religioso. Adesso considerando i fatti, dove è finita la libertà di espressione? Dove è finito quell’utopistico diritto chiamato libertà di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto ed ogni altro mezzo di diffusione? I credenti hanno radio, spazi in talk show, nei tg, pubblicità e molto altro ancora. Il vaticano fa sentire la sua voce ogni giorno, su problemi etici, religiosi, scientifici, ammonendo, invocando l’obiezione di coscienza e portando avanti il suo credo. Se loro hanno libertà di parola, perché quelli che non credono e le minoranze religiose non devono averla? Non siamo forse una stato Laico? Oppure per questo Paese laicità significa “libertà di espressione per chi la pensa come noi”. La negazione di un pensiero porta necessariamente alla negazione della persona, alla negazione dei diritti inamovibili dell’essere umano, quelli per cui tante figure illustri hanno perso la vita nel tentativo di raggiungerli. E poi, a mio avviso, è logico pensare che una frase atea sia in conflitto con una religiosa, ma allora perché nessuno pensa che gli atei possano venire offesi da una frase religiosa? Quante volte abbiamo sentito uscire affermazioni intolleranti da parte della Chiesa Cattolica? Non è forse lei a definire gli omosessuali una “aberrazione”, l’ateismo una “minaccia per l’umanità”? Non è forse lei che recentemente ha chiuso ogni possibile dialogo con la Comunità Ebraica? Manca proprio quell’idea di fondo, chiamata par condicio. A mio parere l’iniziativa rappresenta il grido di una comunità, che di fronte alle continue intromissioni religiose, voleva far sentire “per la prima volta” il proprio pensiero, far sentire che l’Italia è Laica, che esiste la tolleranza, il rispetto e la libertà di espressione per chi la pensa diversamente dagli altri, che essi siano cristiani, ebrei, musulmani e non. È questa la laicità in Italia? Discriminazione, intolleranza e repressione mediatica mescolata al falso perbenismo? Guardiamoci un po’ attorno e apriamo gli occhi, dal 2002 al 2006 da Paese Libero siamo passati a Paese Parzialmente Libero, al 67° posto, secondo l'Osservatorio Mondiale delle Libertà Civili, dopo alcuni stati africani. Spero che questo non sia soltanto la fine di un movimento per le libertà espressive, ma l’inizio di una strenua lotta contro la censura e ogni tentativo di distorsione di quelle libertà che ognuno di noi, in quanto essere umano, deve avere per diritto e non per favore di qualcuno, in uno stato che si definisce civile, perché la tolleranza, il rispetto e la laicità, quella vera, non sono solo idee, ma “possibilità”.

Giuseppe S. Gallo

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Giuseppe,
sottoscrivo in pieno il tuo pensiero. L'iniziativa dell'UAAR era provocatoria e forse ha voluto in qualche modo testare un pò la libertà d'espressione e di pensiero nel nostro paese. Hai ragione a dire che si stanno progressivamente riducendo le libertà, e non so fino a che punto l'Italia si possa definire laica (nei fatti). Per quello che mi riguarda, credo che tanto i cattolici quanto gli atei hanno pari diritti a manifestare il proprio pensiero. E così tutte le altre minoranze religiose.

Anonimo ha detto...

Mi piacerebbe sapere che ne pensano i visitatori! Su un sondaggio online di un giornale che su 2000 votanti il 52% era favorevole ai bus atei.
G.R.

Anonimo ha detto...

Putroppo non c'è niente da fare! L'Italia non è e non sarà mai uno stato veramente laico... L'influenza del vaticano è troppo radicata. E poi stiamo parlando di una religione che per la propria natura non guarda in faccia niente e nessuno per cui chi la pensa diversamente va fatto tacere ed e qui che si ricorre alla politica. Personalmente penso che l'iniziativa lasciava il tempo che trovava ma mi rendo conto che è servita per avere l'ulteriore conferma dello falsa laicità del nostro Paese. Purtoppo c'è ancora molta strada da fare...

EC ha detto...

SU Youtube gira un filmato di un nuovo bus, LEXCIVILIS, che ha frase sullo stile di quella mostrata a Genova dall'associazione di atei, ma di contenuto più ottimista e prudente. Di fronte a concetti o realtà come "Dio", serve a poco gonfiarsi come tacchini, ergendosi a fari di verità assoluta. Giova di più vestirsi di quella sana prudenza che solo gli uomini intelligenti ed umili sanno portare. Chi ha ingegno e capacità, farebbe bene ad adoperarsi per risolvere i problemi veri dell'umanità. Guerra, prepotenza, disparità sociali, negazione dei diritti, sono sfide più degne di uomini e donne che vogliano rendere utili le loro vite. Altro che battaglie contro Dio. Se non vogliamo parlare di bestemmia, possiamo parlare di bestialità.
Giriamo pagina e parliamo invece di rinnovato impegno civile. Il cittadino della classe media è dormiente: risvegliamolo! Vedete www.lexcivilis.blogspot.com o cercate LEXCIVILIS su Google

Anonimo ha detto...

Caro EC
Lei scrive "Guerra, prepotenza, disparità sociali, negazione dei diritti, sono sfide più degne di uomini e donne che vogliano rendere utili le loro vite"...Ma la negazione di un pensiero non è forse una sfida degna? Proprio in questi giorni ci sono state delle censure assurde da parte dello stato a minoranze religiose e non e ritengo che sia diritto dell'essere umano manifestare contro la proibizione della libertà...Tengo poi a precisarle che la battaglia dell'uaar non è assolutamente contro Dio, ma contro la crescente negazione della laicità in Italia...

Anonimo ha detto...

caro giuseppe,
in questo caso tu mi dici che la battaglia dell'uaar non è assolutamente contro Dio, ma contro la crescente negazione della laicità in Italia...
questo che dici tu non è assolutamente vero in quanto si ha un concetto distorto dell'organo chiesa, e scommetto che chi come te scrive in questo giornale non ha capito bene il senso della chiesa, guardando solo quello che si vuole vedere ma sempre standone al di fuori senza cercare delle risposte coi diretti interessati...

il messaggio principale della chiesa non è altro che Dio è AMORE e l'uomo ha bisogno di lui, perchè l'uomo ha bisogno di essere amato...

cerco di spiegare nel miglior modo possibile il concetto di amore.
l'amore per l'uomo è fondamentale, questo amore puro che l'uomo non riesce a capire nè tantomeno a concepire...

Dai fisici quantistici, il concetto di amore puro è sempre stato definito un mistero. A riguardo uno scienziato, di nome Einstein, intorno agli anni '30, arriva a formulare un teorema, e arriva a dimostrare che 2 particelle possono riuscire ad essere collegate al di là dello spazio e possono avere un comportamento sincronico indipendentemente dallo spazio che le separa. Quando due fotoni sono accoppiati, tutto quello che fa un fotone (ricordo che il fotone è l'unità elementare di luce) anche l'altro fotone lo fa istantaneamente ovunque sia nell'universo;
tutto questo è qualcosa che va oltre la capacità di comprensione dell'uomo anche perchè sostanzialmente vìola le leggi della relatività, le leggi che l'uomo stesso è riuscito a definire per cercare di comprendere l'universo, ma quello che differenzia due fotoni rispetto all'esperienza umana è il fatto che due essere umani sono dotati di qualcosa di molto misterioso, di molto particolare.
Questa particolarità non è altro che il LIBERO ARBITRIO.
questo è un grande dono ma anche una grande condanna per l'essere umano perchè lo espone continuamente a continui e imperterriti dubbi.

voglio aprire una parentesi: ricordate Orfeo? questo vive un amore intenso ma anche straziante quando perde l'amata (che in questo momento non ricordo il nome) e cerca di riportarla in vita con tutte le sue capacità, ma proprio al momento in cui sta strappando alla morte la sua amata viene preso da un dubbio e si volta indietro per guardarla col risultato che tutti sappiamo, però stavolta perdendola definitivamente.

apro un'altra parentesi: la concezione neoplatonica dell'amore è quella che vede l'amore come un percorso che può portare l'essere umano ad arrivare all'assoluto.

quello che secondo me è estremamente importante è il fatto che l'essere umano considera e valuta la realtà in funzione all'esperienza che ha della realtà stessa.
La prima esperienza di amore per l'uomo è quella della fonte, della sorgente che gli ha dato la vita, quindi credo che l'essere umano si ritrova da adulto come un neonato molto sviluppato con un cordone ombelicale in mano alla ricerca di qualcuno a cui attaccarglielo. Ogni volta che si compie l'errore di affidare a qualcuno la responsabilità della propria felicità non si può che necessariamente doversi confrontare col mistero dell'altro e quindi di conseguenza col libero arbitrio dell'altro, quindi coi dubbi dell'altro.
Per cui l'amore che dovrebbe tendere all'assoluto attraverso la condivisione delle esperienze dirette diventa molte volte la causa del tormento.
il fatto che l'amore possa portare l'uomo a sperimentare l'assoluto non implica che questo debba avvenire felicemente o infelicemente, ma il fatto che una persona possa riuscire a non attaccare questo cordone ombelicale al libero arbitrio di un altro, ma ad attaccarlo al suo cuore allora in quel caso può riuscire a sperimentare quella gioia indipendentemente da tutto e da tutti che gli permette di condividere l'amore assoluto che viene da Dio creatore.

concludendo la bella notizia non è quella scritta sul bus, ma quella che Dio ti serve per vivere meglio nella pienezza dell'amore...

tutto questo mi fa capire che gli atei hanno scoperto il libero arbitrio e stanno cercando di sfruttarlo a loro compiacimento cercano ancora un posto dove mettere questo cordone ma non accorgendosi che stanno come mettendo una tessera sbagliata in un puzzle non capendo il senso reale del libero arbitrio vedendolo in maniera distorta. arrivando addirittura a mettere degli annunci sugli autobus di tutta Europa...

AAA cercasi posto dove ficcare il mio cordone disperatamente.

libero da ogni costrizione materiale e disponibile al dialogo, saluti
Vincenzo Aluia

Anonimo ha detto...

Caro Vincenzo Aluia,
ti assicuro che per i miei primi 17-16 anni sono stato a strettissimo contatto con l'ambiente clericale. E anche oggi ogni volta per ogni questione ho cercato il confronto con molti miei amici cattolici. La visione che ho io della chiesa cattolica romana non è assolutamente distorta, perchè nel corso della mia crescita mentale lo vista prima dall'interno e poi dall'esteno e quello che vedo e che continuo a vedere è solo ipocrisia. Voi partite dal concetto che esiste un creatore, senza possibilità di dibattito e che esso debba essere necessariamente umanamente buono. Vi siete soffermati su questo concetto e avete dimenticato le cose più grandi di quell'idea di una divinità, cioè la tolleranza e la libertà. Personalmente mi sono documentato molto nel corso della mia esisteza su varie religioni, ho letto la bibbia e altri testi considerati sacri e non vedo nessun tipo di amore verso il prossimo. Il vecchio testamento è pieno di punizioni, repressioni ed eliminazioni sistematiche da parte di quello che voi chiamate Dio. Cito il Lievitico solo come esempio di come chi fa qualcosa di diverso dalle "norme divine" debba essere subito eliminato. Per il nuovo testamento i messaggi di pace esistono solo per chi si converte o è del popolo ebraico, quelli che sono di pensiero diverso come al solito vengono paragonati alle bestie. E come la bibbia, anche altri testi presentano questi bei propositi. E in un epoca in cui il Vaticano ha perso quel'ultima briciola di cristianesimo, acquisendo potere su potere, ricchezze su ricchezze, sono riesco proprio a vedere quell'amore che tu tanto decanti. Io non ho bisogno di Dio perchè non ci credo e la mia vita non è mai stata più meavigliosa di come è adesso. Penso che quello di cui abbiamo bisogno tutti non è l'amore di un Dio immaginario, fatto a nostra immagine e somiglianza, ma l'amore di una altro essere umano e quel senso di rispetto e di vero e proprio amore verso ogni creatura di questo nostro mondo...Questo è il mio concetto di amore: libertà di espressione, libertà e rispetto per ogni tipo di culto, libertà di ogni pensiero, parole e mezzo espressivo...Io il mio cordone di affetto l'ho attaccato ai miei cari e alle persone che reputo amici...L'amore si da non per ricevere una ricompensa ma per rendere questo mondo ingiusto un pò più giusto, per questo ritengo che la negazione di un diritto come quello della libertà di espressione sia una grave mancanza in uno stato che si reputa civile. Se esiste o non esiste un Dio non penso sia rilevante al fine del buon vivere civile, ma se da una lato voi potete dire tutto quello che vi passa per la testa, noi invece non veniamo rispettati perchè i nostri messaggi vi giungono offensivi, mentre i vostri vengono considerati leciti...Dimmi se questa è libertà?
Sempre disponibile per un dibattito
Cordiali saluti...