Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

domenica 5 aprile 2009

BOCCIATO CON UN SOLO 5 IN PAGELLA - L'ULTIMA COMPARSATA DELLA GELMINI

A caccia della vera e seria informazione su internet, mi sono imbattuto in questo bell'articolo, che evidenzia un tema quanto mai attuale e che credo debba essere affrontato nell'immediatezza: il 5 che boccia. 300 mila studenti sono a rischio in occasione degli esami di maturità che tra qualche mese dovrebbero sostenere.

tratto da SiciliaInformazioni - di Salvatore Parlagreco

Niente esami di maturità a chi non supera il cinque in una sola materia. Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ha la mano presente e le idee chiare. Usa il pugno di ferro e rinuncia al guanto di velluto. È uno dei ministri più apprezzati, insieme a Brunetta (per la sua battaglia anti-fannulloni) e qualche altro. Di lei il Premier dice che è tosta, almeno quanto Michela Brambilla, ministro in pectore.

Il fatto che sia tosta non significa che le imbrocchi tutte, anzi. La sua scuola è quella dei grembiuli e dei numeri al posto dei giudizi, del maestro unico e del voto di condotta. Ma anche della scuola dimezzata, a causa del taglio delle risorse. Una logica capovolta: la scuola va male, bisogna abbattere gli sprechi (obiettivo sacrosanto), e togliergli quello che ha (scelta distruttiva).

Il cinque che boccia gli alunni è solo l’ultima comparsata della Ministra, il cui obiettivo dichiarato è di dimostrare che con questo governo l’indisciplina e l’incompetenza non potranno essere premiati. Dimostrare coi fatti? No, con provvedimenti inutili o, peggio, come nel caso del cinque, dannosi ed ingiusti.

Coloro che conoscono la scuola dall’interno, per averla frequentata da studenti e da docenti, o averne studiato i meccanismi, pregi e difetti, il cinque che boccia, sanno bene che si tratta di una scelta vessatoria e fortemente punitiva nei confronti di coloro che, pur avendo fatto del loro meglio, non sono riusciti ad ottenere la sufficienza.

Chi scrive ha diritto di essere creduto, avendo per 28 anni – da studente e da docente – abitato la scuola, imparando che il giudizio di mediocrità non è affatto negativo, ma uno strumento di stimolo nei confronti di uno studente che ha basi deboli o si è impegnato fino a un certo punto. Difficilmente capito che un alunno venga bocciato con il cinque.

L’alunno che non ha studiato subisce il quattro, un voto che lo indurrà a lavorare di più, a riparare e colmare le sue lacune. Il cinque, inoltre, costituisce una via di mezzo fra la voglia di giudicare positivamente il lavoro dell’alunno e quella, diametralmente opposta, di ricordargli la necessità della costanza e di un impegno maggiore.

I docenti non dispongono del vangelo, ma solo della loro coscienza e del giudizio che si sono fatti degli alunni nel corso dell’anno. Possono sbagliarsi come ogni essere umano, e quel cinque è una delle possibili ancore di salvataggio, quando non si sa che pesci pigliare.

Non è possibile tagliare a fette le cose, calare la scimitarra sulle persone da giudicare. Giudicare una persona – alunno o no – è terribilmente difficile tante volte, perché ogni alunno è un unicum, un individuo con i suoi problemi, i suoi pregi ed i suoi difetti. Il docente, per quanto sforzi faccia per conoscere i suoi ragazzi, non è detto che ci riesca. E quando è incerto si rifugia nel cinque.

La Ministra queste cose non le sa? Probabilmente non le sa, ma non è questo il suo peccato più grave. È la voglia di dimostrare agli italiani che lei si è messa in testa di aggiustare la scuola, costi quel che costi.

Inutile ricordare che le priorità sono altre: i professori malpagati e le loro carriere appiattite, edifici pericolanti e attrezzature carenti. Disaffezione e abbandono, sciatteria (dei governanti, non solo del mondo della scuola) e superficialità.

Il cinque che boccia è proprio questo, superficialità e cinismo. Ben 300 mila alunni a causa di ciò aspettano il “verdetto” di fine anno con il fiato sospeso.

Si devono impegnare di più? Giusto ma il cinque non sparirà che per pochi, a meno che i professori, compresa l’antifona, varchino il Rubicone come un sol uomo, portando il cinque a sei (o quattro). Facendo contenta (e gabbata) la Ministra.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io naturalmente propongo quanto meno un volantinaggio davanti i cancelli delle scuole di Partinico per fare rendere conto ai ragazzi di quanto distruttiva sia stata l'azione della Gelmini e almeno avvisare tutti a proposito di questo particolare che come al solito è passato molto sotto voce..
G.R.

Anonimo ha detto...

Il provvedimento almeno per questo anno è stato ritirato! :)