Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

domenica 28 febbraio 2010

Lettera dei Giovani Comunisti/e di Partinico al direttore di Telejato

Al direttore dell'emittente Telejato
Sabato 27 Febbraio, durante la cerimonia di intitolazione della ex via Grata a Vincenzo Miserendino, noi Giovani Comunisti abbiamo esposto uno striscione in cui chiedevamo per l'ennesima volta all'amministrazione comunale l'attuazione della delibera approvata dall'allora Commissario straordinario Saverio Bonura, che prevede l'intitolazione di alcune strade di Partinico a riconosciute personalità come Danilo Dolci, Peppino Impastato, Giuseppe Casarrubea, Vincenzo Lo Iacono, Cola Geraci, Turiddu Termini, che, nel nostro territorio, si sono distinti per l'impegno sociale, per la lotta alla mafia.
Il messaggio della nostra iniziativa è stato volutamente distorto dalla sua emittente che ha descritto l'iniziativa come "fuori luogo", ridicolizzandoci e denigrandoci, mettendo in pratica in poche parole un vero e proprio atto di sabotaggio mediatico. E questo in quanto non è stata data lettura del nostro comunicato, contrariamente a quanto hanno fatto altre emittenti, con il quale esponevamo le argomentazioni del nostro motivato gesto.
Innanzitutto intendiamo precisare che la nostra iniziativa non ha assolutamente mancato di rispetto al giovane Vincenzo Miserendino, carabiniere ucciso dalla banda Giuliano l'8 gennaio 1946, in quanto si è svolta nel rispetto della cerimonia e senza causare alcuna interruzione della celebrazione con l'apertura dello striscione soltanto durante l'intervento dell'amministrazione. Un dettaglio importante che, non casualmente, non è stato riportato nella sua improvvisata descrizione dei fatti.
Ad essere stata travisata è stata non soltanto la dinamica dell'iniziativa ma soprattutto il messaggio che volevamo trasmettere.
Ed infatti dura da mesi la polemica tra i Giovani Comunisti e l'amministrazione Lo Biundo per la mancata attuazione della delibera. Alle nostre sollecitazioni il Sindaco, le poche volte che ha risposto, ha affermato che la causa della mancata attuazione della delibera era da addebitare alla scarsità di fondi in bilancio. Eppure gli sprechi di questa amministrazione sono sotto gli occhi di tutti, anche dei suoi.
Dinanzi alla nostra ennesima sollecitazione l'amministrazione ha nuovamente promesso di attuare la delibera, ma come possiamo credere che si tratti di una seria promessa, non fatta invece per tirarsi fuori da una situazione imbarazzante? E qual è il motivo per cui queste intitolazioni promesse saranno realizzate soltanto tra 3 mesi, ossia il 23 maggio, secondo quanto da lei riferito come addetto stampa del sindaco? Sarebbe logico e sensato che l'amministrazione si metta al lavoro da subito e con poche decine di euro provveda alla denominazione delle numerose vie di Partinico indicate dalla delibera.
Inoltre riteniamo che la commemorazione del carabiniere Miserendino sia stata fortemente strumentalizzata e rappresenti l'ennesimo atto di servilismo nei confronti delle forze dell'ordine alle spalle delle quali Lo Biundo cerca di costruirsi l'immagine di paladino della legalità e dell'antimafia di facciata.
In realtà neppure dietro le nostre pressioni, il Sindaco si è degnato di ricordare quelle che probabilmente sono per lui personalità scomode perché, per le lotte che hanno condotto, per l'emancipazione degli sfruttati e degli oppressi, si contrappongono al suo modo di amministrare poco trasparente.
E lei, direttore, a nostro parere, avrebbe dovuto limitarsi ad informare sui fatti la cittadinanza, evitando inopportuni commenti e valutazioni, che l'hanno resa protagonista di una vera e propria aggressione mediatica nei nostri confronti, preferendo la censura e l’errore ad una sana e giusta informazione.
Riteniamo che fuori luogo siano stati i suoi commenti e non certamente la nostra iniziativa.

Giovani Comunisti/e – Circolo Peppino Impastato di Partinico

Seconda ASSEMBLEA CITTADINA sulla questione "DISTILLERIA BERTOLINO" - domenica 7 marzo ore 17

I Giovani Comunisti/e del circolo Peppino Impastato di Partinico lanciano, a nome del comitato No Bertolino, la proposta per un'assemblea pubblica sulla questione "Distilleria Bertolino".

Si terrà DOMENICA 7 marzo alle ore 17 nel salone culturale di via Baida 12.

Tutte le forze ambientaliste del comprensorio e le varie cittadinanze che subiscono gli effetti dell'attività dell'industria, sono invitate a partecipare

Comunicato alla stampa

Era il 21 novembre 2009 quando lanciammo la prima assemblea cittadina sulla questione distilleria Bertolino. A distanza di tre mesi, è sicuramente giunto il momento di convocare un secondo momento di riflessione affinché si faccia il punto sulla situazione attuale dinanzi la cittadinanza partinicese e si decida insieme come proseguire la lotta per un ambiente sano e pulito.
In questi mesi, abbiamo per la seconda volta raccolto migliaia di firme per una denuncia ufficiale contro l’azienda per molestie olfattive e si sono susseguite numerose scoperte e novità.
Scandalosa è la recente scoperta del mancato funzionamento del TOC, Carbonio Organico Totale, che doveva registrare i dati su personal computer degli uffici comunali di controllo e addirittura lanciare l’allarme qualora i valori fossero stati al di là dei limiti consentiti.
In compenso, sono state installate nel territorio comunale di Partinico le centraline di rilevamento dell’aria della Provincia regionale di Palermo dopo che il comitato No Bertolino le aveva richieste a gran voce.
Dunque, invitiamo la cittadinanza a partecipare all’assemblea pubblica che si terrà DOMENICA 7 MARZO alle ore 17 presso il salone culturale di via Baida 12.

Comitato NoBertolino

Info sulla località: via Baida è la strada traversa di Corso dei Mille, di fronte la chiesa di San Giuseppe. Il salone si trova esattamente prima dell’ex cinema Bellini, al numero civico 12.

sabato 27 febbraio 2010

Una strada anche per loro! Dimenticati Dolci, Impastato, Lo Iacono, Casarrubea, Termini...

Oggi, nel corso dell'intitolazione al carabiniere Miserendino ucciso nel 1946 da gregari della banda Giuliano, noi Giovani Comunisti/e abbiamo deciso di protestare contro questa politica e questa amministrazione esponendo lo striscione "Impastato, Dolci, Casarrubea, Lo Iacono, Termine dimenticati da questa amministrazione! Una strada anche per loro!"

Alleghiamo il nostro comunicato stampa dove si spiegano i motivi della protesta!

Oggi, noi Giovani Comunisti/e, abbiamo voluto manifestare la nostra indignazione verso una politica che, per interessi altri dalla sincera memoria del carabiniere Miserendino, si prodiga ad organizzare in fretta e furia l’intestazione di una via di Partinico, dimenticando consapevolmente di rendere memoria anche a quelli che sono stati protagonisti nel nostro paese di battaglie per la legalità, il lavoro, insomma per un futuro migliore.

Stiamo parlando di Danilo Dolci, di Peppino Impastato, di Turiddu Termini, di Giuseppe Casarrubea, di Vincenzo Lo Iacono. Nomi di cui tutti i cittadini di Partinico conoscono la storia e per fortuna ne ricordano ancora le gesta.

Eppure questa amministrazione, forse per una ripicca politica, per indifferenza, per ignoranza, continua a fare orecchie da mercante a chi con forza chiede alle istituzioni di onorare il ricordo di questi uomini. La cosa è ancora più grave se si pensa che non ci sarebbe neppure da faticar molto per intestare loro delle vie, finora senza un nome, del nostro paese. Fu l’ex commissario straordinario Saverio Bonura che emanò nel marzo del 2008 la delibera numero 31, dove in virtù del loro valore e delle richieste che pervenivano dall’opinione pubblica, si denominavano in loro onore tutta una serie di strade del comune di Partinico.

E poiché fino ad oggi quella delibera rimane ancora disattesa, noi Giovani Comunisti/e abbiamo provveduto già a commemorare il ricordo di Peppino Impastato e Danilo Dolci con delle intitolazioni simboliche. E siamo pronti a fare ugualmente anche negli altri casi.

Ma sarebbe dignitoso che questa amministrazione la smettesse di far le cose in funzione della loro convenienza e di fini secondi rispetto alle apparenze e svolgesse il proprio dovere nel mettere in atto una semplice delibera già emanata.

Oggi anche noi ricordiamo il giovane carabiniere Vincenzo Miserendino, ucciso mentre svolgeva il suo dovere da gregari della banda Giuliano.

MA NON ACCETTIAMO CHE IMPASTATO, DOLCI, TERMINI, CASARRUBEA, LO IACONO SIANO STATI DIMENTICATI DA QUESTA POLITICA! NOI GIOVANI COMUNISTI/E CHIEDIAMO UNA STRADA ANCHE PER LORO!

Giovani Comunisti/e
Circolo “Peppino Impastato” di Partinico

giovedì 25 febbraio 2010

Cineforum - proiezione de "Il pane e le rose"

Da venerdì 26 febbraio inizia il cineforum organizzato dai Giovani Comunisti/e di Partinico.

Il primo film ad essere proiettato sarà "Il pane e le rose" di Ken Loach. L'appuntamento è per venerdì 26 febbraio alle ore 21.30.

Emigrata clandestina, la messicana Maya trova lavoro (sottopagato) come janitor (addetta alle pulizie) nell'agenzia di Los Angeles in cui lavora la sorella maggiore Rosa. Grazie a un sindacalista, impara a lottare per un salario più equo e l'assistenza sanitaria. “Volevo girare un film in USA dove una volta tanto vincessero i messicani” (K. Loach). Scritto da Paul Laverty, è un film politico più intelligente e sofisticato di quel che gli snob del disimpegno suppongono. “Entrare in territorio nemico e usare i mezzi del nemico per sputtanarlo, è un'operazione di guerriglia cinematografica...” (A. Crespi). Il sempreverde rosso K. Loach può esserne soddisfatto: è un film impegnato ma allegro, critico ma divertente, melodrammatico (la scena-madre dell'amaro sfogo di Rosa), ma con il contrappunto del “politico” che penetra nel “privato”. La vittoria finale è collettiva, Maya perde e viene espulsa. Condita con l'ironia, la dialettica realtà/finzione (cronaca/romanzo) è una costante del cinema di Loach. Il titolo è preso da uno slogan lanciato nel 1912 durante uno sciopero di operaie a Lawrence (Massachussetts).

La scelta di questo film non è casuale: infatti lunedì 1 marzo in Italia si svolgerà uno sciopero nazionale dei lavoratori migranti. A Palermo alle 16 da Piazza Bologni partirà un corteo.
Per info: gianluca_89@hotmail.it
Dove si trova la sede dei Giovani Comunisti/e di Partinico? In via Baida 12 (la strada che si trova esattamente di fronte la chiesa di San Giuseppe a pochi passi da piazza Duomo). Si può accedere anche dall'ex arena Lo Baido!

La scuola di Tremonti e della Confindustria

La cosiddetta riforma delle superiori rappresenta un documento di infimo livello culturale e di gravissimo impatto sociale.
Due sono i suoi legittimi genitori: i tagli di Tremonti (migliaia di cattedre in meno, per anni) di cui i regolamenti sulla scuola secondaria sono la veste didattica e le richieste di CONFINDUSTRIA che da anni ha scelto la scuola secondaria (e in particolare l’istruzione tecnica) come oggetto importante della sua diretta ingerenza politico-istituzionale.
A questo riguardo segnaliamo l ‘action plan per l’istruzione tecnica , prodotto da CONFINDUSTRIA, nell’ottobre del 2008. Lì ci sono tutte le scelte strategiche che ritroviamo nei regolamenti della Gelmini e anche qualche brutto anticipo di un prossimo futuro:
Sui contenuti si prevedeva:
* contenimento del numero delle materie
* 32 ore settimanali ma non predefinite: 2-3 devono essere in piena disponibilità delle scuole
* istituzione della disciplina di scienze integrate che raggruppa fisica, chimica, biologia e scienze della terra
* una sola lingua straniera
* insegnamento di un’altra disciplina in inglese.

Sugli organi di governo si prevedeva:
* affiancare al dirigente scolastico un consiglio di amministrazione con forte presenza di esterni (aziende, professioni) con poteri effettivi di governo
* separare il CdA dagli organismi partecipazione democratica
* dare eventualmente al CdA un nome più accattivante (sic!)
* inserire un rappresentante aziendale nelle commissioni di esame
* strutturare il previsto Comitato Nazionale per l’Istruzione Tecnica in sottocomitati che controllino strettamente gli indirizzi.

Sulle risorse umane si prevedeva:
* Scelta del personale docente teorico e pratico ad libitum della scuola, fuori da graduatorie e classi di concorso
* Scelta del personale da inserire negli spazi di flessibilità (20%-30%-35% dell’orario) ad libitum della scuola
* Eliminazione degli insegnanti tecnico pratici e loro sostituzione in laboratorio con “personale di provata esperienza lavorativa”.

Con i nuovi regolamenti questo modello è stato quasi integralmente assunto.
E’ opportuno ricordare come nelle scorse settimane, a Catania, il responsabile della commissione che ha “ studiato” i regolamenti dell’istruzione tecnica e professionale (prof. De Toni) ha candidamente e pubblicamente affermato,che è stata Confindustria ad imporre alla Gelmini la sua riconferma.
Certo sugli organi di governo c’è stato il freno (temporaneo) del consiglio di stato e stiamo aspettando l’attacco finale sul personale- in particolare sul reclutamento– preannunciato dalla Gelmini al primo intervento pubblico (in un convegno di CONFINDUSTRIA, naturalmente) con queste parole “dobbiamo riorganizzare i meccanismi di reclutamento, valutazione e retribuzione" degli insegnanti… “sbarazzandoci del concetto di scuola egalitaria”.
Lo schema confindustriale ha trionfato partendo dall’istruzione tecnica ma tirandosi dietro tutto il sistema: infatti i licei sono soggetti ad una forte gerarchizzazione tra le varie tipologie e comunque complessivamente depotenziati nella capacità di offrire cultura critica, mentre all’altro estremo l’istruzione professionale viene sempre più sospinta verso un ambito di non-scuola , verso la formazione professionale regionale o addirittura verso l’apprendistato.
E’ assolutamente, infine, necessario sottolineare come il disastro della scuola abbia anche come tra i suoi riferimenti ideologici e normativi la riforma federalista dello stato che di fatto scardina progressivamente l’unitarietà del sistema dell’istruzione. Ciò ovviamente non potrà che comportare oltre ad un quadro culturale più asfittico e provinciale, una differenziazione progressiva nell’offerta formativa, nel reclutamento e nelle condizioni di lavoro del personale della scuola.
Non è un caso che già l’Alto Adige si tuteli rifiutando l’ applicazione della “riforma” per il prossimo anno scolastico. I territori più forti comunque limiteranno i danni; il mezzogiorno e la Sicilia invece sommeranno debolezza del contesto sociale e inefficienza (o peggio) delle amministrazioni regionali ai tagli nazionali.
Il risultato è una scuola secondaria superiore più povera ed ingiusta, che sancisce e moltiplica le diseguaglianze,che separa a seconda della condizione e del luogo di nascita.
La diminuzione dell’offerta formativa in termini di tempo scuola e di pluralità di discipline è la forma trovata ai drastici tagli ma assolve anche all’esigenza, in particolare nell’istruzione tecnica e professionale, di diminuire il tempo-ritenuto sprecato!- alla formazione generale ed alla costruzione della capacità critica.
La clamorosa scelta di tagliare, dall’anno prossimo, gli orari anche nelle seconde, terze e quarte dell’istruzione tecnica e professionale non coinvolte nella riforma è più eloquente di ogni parola.
C’è da aggiungere che anche le modalità con cui verranno concretizzate le amputazioni di materie, con le cosiddette “quote di flessibilità”, lungi dal costituire un’attenuazione del problema, trasformeranno le scuole in campi di battaglia per la sopravvivenza, dove le armi prevalenti certo non saranno quelle della cooperazione didattica.
Dal punto di vista dell’impianto generale la riforma Gelmini incrocia il peggio del vecchio modello pedagogico italiano (quello fascista della riforma Gentile) con il peggio della vulgata liberista (che tutti i maggiori paesi, tra l’altro, stanno mettendo in questione).
Non ci sono le scelta di cui, da decenni, la scuola e la società italiana hanno bisogno:il prolungamento dell’obbligo e un biennio obbligatorio, unitario (se non addirittura unico) e orientativo che sia fondamento di cittadinanza e base per scelte consapevoli e non determinate esclusivamente da condizioni esterne, in primo luogo sociali.
Al contrario la gerarchizzazione tra le varie tipologie d’istituti esce confermata, ed anzi è il tratto distintivo dell’operazione, connotandola come discriminatoria socialmente.
Siamo di fronte ad un modello di scuola strutturata gerarchicamente, dove la separazione fra culture, tra sapere e saper fare, è il caposaldo su cui poggia l’intera impalcatura culturale e organizzativa.
Come se fosse oggi possibile pensare a una istruzione che si fondi su una cultura solo linguistico- letteraria o solo scientifica o solo tecnica o solo ‘professionale’, a spendibilità immediata.
Addirittura si costruisce una precoce gerarchia all’interno della stesse scelte liceali.
A coronamento di questo modello vi è la proposta recentemente avanzata dalla destra di assolvere l’obbligo di istruzione persino nell’apprendistato (offrendo così alle aziende manodopera a basso costo ed ai ragazzi nessuna opportunità formativa).
Una sistema che “smista” i più deboli verso settori resi privi di contenuto culturale e di efficacia formativa (a questo proposito parlando di istruzione tecnica e professionale non è possibile dimenticare che parliamo dei comparti scolastici che assorbono quasi tutti gli studenti immigrati e diversamente abili).
L’idea è sempre la stessa: selezionare ed escludere prima che si può, senza offrire alcuna possibilità di rimotivazione allo studio e di recupero scolastico agli alunni che più ne hanno bisogno.
Il modello gelminiano canalizza precocemente e rigidamente i percorsi di istruzione formazione ed abbassa il livello culturale del paese.
Dentro questo quadro generale emergono poi numerosi e gravissimi problemi, specifici ma non meno rilevanti, dalla sorte di diverse discipline alla reale consistenza di nuovi indirizzi di studi.
Il tutto avverrà in un caos generalizzato, che inizierà nelle prossime settimane quando sarà impossibile per i giovani e le famiglie anche compiere un scelta semplicemente informata e si prolungherà oltre l’inizio del prossimo anno scolastico. Per i lavoratori della scuola, docenti ed ATA, precari ma anche di ruolo si annunciano mesi di passione: altre migliaia di espulsi dalla scuola, forse la ripetizione della giostra beffarda del salva-precari, migliaia di docenti di ruolo in sovrannumero, per tutti un forte aumento di carichi di lavoro senza nessun corrispettivo.
Una grande mobilitazione per opporsi a tutto ciò nelle forme più radicali appare indispensabile. Se non ora quando?

Luca Cangemi, segretario regionale del PRC