Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

lunedì 1 marzo 2010

Morti di serie B

Memoria dimenticata

Apprendo solo ora che, a Partinico, in occasione dell’intitolazione della via Grata al carabiniere Vincenzo Miserendino, militare di Petralia Soprana ucciso dalla cosiddetta banda Giuliano nel 1946, le Forze dell’ordine hanno ritirato uno striscione col quale il partito della Rifondazione comunista della cittadina, ha voluto ricordare ai cittadini tutti, e soprattutto all’amministrazione comunale presente all’iniziativa, che le vittime di quella banda terroristica neofascista nel nostro paese, non sono poche e che tra queste figurano mio padre e Vincenzo Lo Iacono, dirigenti comunisti caduti il 22 giugno 1947, durante l’assalto alla Camera del Lavoro (allora anche sede del Partito comunista italiano di Palmiro Togliatti e di Umberto Terracini).

Giuseppe Casarrubea senior

La notizia se – come pare – è fondata, mi rattrista molto sia perchè dimostra che chi ci governa in questo paese continua ad ignorare questi suoi due figli, vittime pure loro di quella strana “banda”, martiri per la causa dei lavoratori e per la democrazia; sia anche perchè rappresenta un brutto segno di rimozione selettiva della storia, di asservimento a una sottocultura dell’antimafia retorica e priva di senso. Direi, offensiva dello stesso buon senso del comune cittadino.

Mi rattrista ancora di più anche perchè istituzioni importanti dello Stato, come il Comune e le Forze dell’ordine, dimostrano di avere, ancora dopo sessant’anni da quei fatti, un atteggiamento di chiusura e di ostilità che non ha mai avuto motivo di esistere. Indispone soprattutto che sembrano persistere le ragioni dello strapotere e dell’ignoramento morale, della scarsa capacità di recepire la memoria come valore, salvaguardia dell’identità di una comunità che, al contrario, viene deformata, misconosciuta.

Partinico è un paese che vive fuori dal mondo ebbe a scrivere un agente americano quando mise piede in questo paese. E’ lontano dalla comunicazione, dalla civiltà, persino dai comuni che lo circondano. E’ vero, la colpa è dei partinicesi. Ma io sono stato sempre convinto che la maggiore responsabilità è di coloro che avendo avuto in mano il potere per cambiare in una direzione opposta, non solo non l’hanno fatto ma hanno continuato a comportarsi come facevano, un tempo ormai remoto, gli spagnoli: ammansivano il popolo con feste farina e forca. Ma la forca era quella “per i puvureddi”, come recitava un antico detto.

Vincenzo Lo Iacono

Eppure alla notizia della strage avvenuta a Partinico il 22 giugno 1947, l’Italia intera si fermò per uno sciopero nazionale indetto dalla Cgil, in segno di solidarietà con i familiari delle vittime, per difendere la libertà dei lavoratori e i loro inviolabili diritti. L’Italia intera allora capì quello che alcuni nostri concittadini ancora stentano a capire.

Discriminare i morti per una stessa causa, quali furono mio padre, Vincenzo Lo Iacono e lo stesso Miserendino, è un atto di inciviltà di cui vergognarsi. Ignorarli è ucciderli un’altra volta.

(Giuseppe Casarrubea junior) articolo tratta da http://casarrubea.wordpress.com

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Esprimo la mia gratitudine al prof. Casarrubea per questo suo intervento a proposito della vicenda che ha visto coinvolta la nostra organizzazione. Siamo onorati di aver ricordato, anche questa volta, suo padre e non solo. Purtroppo la memoria è, a tutti i livelli, sotto attacco. Privare di solide basi culturale questo nostro paese è il punto di partenza per la distruzione di una critica opinione pubblica e di una qualunque forma di coscienza civile.
Mi viene in mente qualche ricordo di un libro che alle superiori la mia insegnante fece leggere, non a caso, all'intera classe: che si stia avvicinando il tempo in cui si darà la caccia ai libri e ai detentori della cultura? Saremo costretti, come nel romanzo Farhenheit 451 di Ray Bradbury, a scappare dalla società e costituire la memoria dell'umanità, trasmettendo l'un l'altro in modo elitario gli ultimi barlumi di una cultura in pericolo? Lotteremo oggi e domani affinché non sia questa la realtà che il futuro ci riserva.

Gianluca Ricupati