Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

sabato 8 maggio 2010

9 maggio - Peppino Impastato

CORTEO PER PEPPINO IMPASTATO
Concentramento ore 17,00 Sede di Radio Aut Corso Vittorio Emanuele -Terrasini
Partenza ore 18,00
Arrivo a Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato Corso Umberto I, 220 - Cinisi
dalle ore 20,30 SPETTACOLI Piazza Vittorio Emanuele Orlando:
Il bello, il bullo e il grattino, Pupi di Surfaro, Alessandro Mannarino e Alfio Antico e …
IL VOLANTINO DEI GIOVANI COMUNISTI, che sarà distribuito domani durante il corteo.
“CONTRU MAFIA E PUTIRI C’E’ SULU RIVOLUZIONE”
A 32 anni dall’assassinio di Peppino Impastato, perché ricordare/manifestare oggi? Molti mettono in discussione le iniziative che si svolgono ogni anno per ricordare la figura di Peppino, accusando di idolatria.
Peppino Impastato sicuramente non ha fatto miracoli, non era un uomo ricco, né di potere, né un politico amato dal popolo (se prendiamo come riferimento i politici odierni). Allora perché continuare a parlare di lui? Chi stiamo ricordando? Un rivoluzionario, un comunista, un pazzo? No, solo un uomo che aveva paura. Paura sì di non essere libero di lavorare senza chiedere permessi, favori e servizi ai “padroni del paese”. Paura di dover ricambiare questi favori. Paura di non poter esprimere la propria opinione, il proprio dissenso. Paura di non essere uguale agli altri nei diritti e nei doveri. Paura di dover vivere nel ”secondo Stato”, Cosa Nostra, e dover convivere con i suoi delitti. Peppino era una voce fuori dal coro. Da solo ha trovato il coraggio per iniziare la lotta. Da solo l’ha portata avanti. Da solo è morto.
Oggi noi Giovani Comunisti/e ricordiamo il suo coraggio, la forza delle sue azioni e la sua solitudine. Proprio per portare avanti la sua lotta, per agire con ancora più forza contro le mafie, vecchie e nuove, per una ribellione comune. E soprattutto condividiamo la sua paura, perché ci sono troppe assonanze con la situazione sociale attuale. Peppino non è certo un idolo, bensì un simbolo della lotta alla mafia, l’eccezione in una società collusa. E noi, come lui, vogliamo essere eccezioni.
La memoria è una tappa importante del nostro cammino verso una realtà libera da un dominio che ha storicamente rinchiuso nella gabbia dell’illegalità e dell’omertà i diritti inviolabili di uomini e donne. Ma il ricordo non unito all’azione intrappola in un senso di statica reiterazione del passato. Il cammino che abbiamo scelto d’imboccare dovrà portarci a tessere nella realtà che ci circonda una fitta trama a sostegno dei più deboli. Perché la mafia, prima ancora di essere un fenomeno politico ed economico, è una condizione patologica e degenerata della società, che trova la sua matrice nello stato di bisogno della gente.
La lotta alle mafie va affrontata, giorno per giorno, con ogni singola azione e coinvolgendo tutti i campi della vita sociale. Perché fino a quando Cosa Nostra verrà vista come una protezione o un’ancora di salvezza, fino a quando menti criminali potranno approfittare delle miserie della gente, la mafia prospererà e sarà padrona della nostra terra.
Questa è la Rivoluzione, questa è la strada per la ribellione all’intreccio tra la mafia odierna e l’attuale realtà politico-sociale. Oggi più che mai il nostro impegno è legato con il filo della memoria alla lotta di Peppino Impastato. I Giovani Comunisti/e rispondono con l’attenzione quotidiana alle parole di Felicia Impastato: “a voi ragazzi chiedo di lottare, questo vi chiedo. Di lottare. L’unione fa la forza".
DA SEMPRE CONTRO LA MAFIA! Giovani Comunisti/e

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