Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

sabato 7 maggio 2011

LE MANI DELLA MAFIA E DELLA POLITICA SUL MEGACENTRO COMMERCIALE DI PARTINICO

Testo dell'intervento dei Giovani Comunisti di Partinico al forum sociale antimafia "Peppino e Felicia Impastato" 2011

Da più di 11 anni le dinamiche politiche ed economiche di Partinico sono in pratica rimaste ingessate dopo l’apparizione del fantasma di un megacentro commerciale, promesso da una società milanese e annunciato addirittura come uno tra i più grandi d’Europa. Si chiama Policentro e per molti costituisce l’unica speranza per il futuro del nostro paese. Per noi invece è sempre stato soltanto un colossale bluff.
Un progetto che, al di là delle pesantissime e negativissime conseguenze economiche sul commercio partinicese e sulla possibilità di uno sviluppo reale e duraturo dell’economia locale, presenta dei retroscena inquietanti.
Chi sono i diretti interessanti a concludere un affare da centinaia di milioni di euro che non poteva non stuzzicare la gola a molti poco puliti personaggi del panorama partinicese? E di conseguenza, chi si batte con ogni mezzo per la realizzazione del centro?
Tre sono gli sponsor determinanti: la politica, la mafia e la cittadinanza.
La spinta dei cittadini è comprensibile dopo che per anni e ormai da parte di tutte le forze sociali, economiche, politiche del nostro paese, tranne Rifondazione Comunista, la Policentro è stata presentata come la soluzione a tutti i problemi occupazionali di Partinico. E, si sa, alla fine non c’è niente di più vero di una bugia detta con forza, nascondendo agli stessi cittadini fini personali che hanno poco a che fare col bene comune.
Peccato che coloro che oggi sono i principali promotori di tale progetto e alimentano le vane illusioni partinicesi (mentendo e sapendo di mentire), almeno fino al 2003 scrivevano volantini dove parlavano, come noi facciamo TUTTORA, di “oltre 500 posti di lavoro PERSI nel settore a fronte di qualche centinaio di assunzioni nel Centro commerciale”. Poi improvvisamente, da un giorno all’altro, ci fu un inaspettato cambio di posizione.
Qualche spiegazione è arrivata a distanza di qualche anno: si è scoperto che appendici del COSAR, il consorzio di artigiani che aveva avuto affidata nel lontano 1998 dal comune di Partinico l’area scelta dove la società milanese intendeva costruire la Policentro, e della Confcommercio (i quali inizialmente, prima dello squallido accordo con gli imprenditori milanesi, difendevano con le unghie e con i denti la gestione di quell’area), oltre a soggetti di riferimento dell’attuale sindaco Lo Biundo (PID), SONO ADESSO TUTTI DENTRO L’AFFARE DELLA COSTRUZIONE DEL CENTRO COMMERCIALE: in primis, secondo quanto è emerso da un’inchiesta giornalistica del blog LiberaMente, il presidente del Cosar, Mimmo Provenzano, che figura tra i consiglieri di amministrazione della Medarea srl, società che controlla il 55% della Policentro Daunia srl.
Ecco come si comincia ad intravedere l’intricato intreccio che spiega l’instancabile volontà di costruire a tutti i costi, oltre a tutte le incoerenze e i tradimenti ottenuti con una vera e propria campagna acquisti, dinanzi alla quale tutti hanno abbassato la testa. Tutti, eccetto noi.
Dunque, con la sponsorizzazione di Dell'Utri e di Miccichè e con la mobilitazione dei locali del partito, la Policentro, servendosi di intermediari, ha cominciato ad acquistare terreni in contrada Margi Soprano. L'area era adiacente a quella di proprietà della locale cosca mafio­sa dei Fardazza-Vitale, detentori del potere mafioso di Partinico.
La boss in gonnella della famiglia Vitale, Giusy, oggi pentita, ha rivelato come tutti gli acquirenti dei terreni dove dovrebbe sorgere la Policentro abbiano pagato il pizzo. Alle casse dei Fardazza, che, a detta della stessa collaboratrice di giustizia, avrebbe gestito direttamente l’acquisto dell’area, l’operazione ha fruttato oltre 120 mila euro.
Appare chiaro che il futuro centro rappresenta per i mafiosi una torta colossale da spartirsi e non a caso negli ultimi tempi Partinico è stata al centro di lotte tra clan con decine di attentati incendiari e minacce.
Ma c’è di più. Non si possono non considerare meccanismi mafiosi già consolidati nel territorio di Partinico: ad esempio, in una recente operazione delle forze dell’ordine, è stata scoperta un’alternativa pratica di taglieggiamento, sempre spalleggiata dalla famiglia mafiosa dei Fardazza, che prevedeva nei confronti degli imprenditori edili, l’imposizione della fornitura del cemento da parte di un’impresa compiacente del comprensorio locale, la Edil Village srl. Chi si rifiutava veniva minacciato e danneggiato. E il sistema non si componeva soltanto di rampolli di storiche famiglie mafiose (come i fratelli Giovanni e Leonardo Vitale, rispettivamente di 28 e 24 anni), ma anche di professionisti insospettabili: ad esempio, a proposito di infiltrazioni mafiose negli affari imprenditoriali, un architetto incensurato Antonino Lu Vito è finito in cella con l’accusa di essere intermediario tra diversi mafiosi che volevano accaparrarsi la gestione di un bar di nuova apertura nel centro commerciale Poseidon di Carini.
Chissà cosa succederà quando si parlerà degli appalti edili della Policentro. Purtroppo, non ci saranno protocolli di legalità, per quanto ferrei, che possano reggere agli escamotage della criminalità dinanzi ad un affare così grosso e appetibile.
E di un altro fenomeno preoccupante, noi Giovani Comunisti abbiamo dato evidenza già qualche anno fa: la proliferazione di supermercati ed esercizi commerciali. La DDA ha più volte dichiarato che adesso la mafia preferisce investire direttamente sulle attività imprenditoriali piuttosto che chiedere il pizzo a quelle già esistenti. La nostra paura più grande è quella che alcuni dei proprietari degli esercizi commerciali più grossi che si diffondono come funghi siano soltanto dei “prestanome” di personaggi mafiosi che attraverso il sistema di guadagno illecito dispongano di capitali così alti da permettersi anche l’apertura e il mantenimento (in situazioni di guadagno instabile) di più esercizi commerciali alla volta, avendo anche l’opportunità di riciclare denaro sporco e guadagni provenienti da attività illecite. Partinico rimane pur sempre una cittadina di 30 mila abitanti e invece sembra che stia diventando una piccola metropoli dal punto di vista commerciale.
Ci sono ancora numerosi interrogativi senza alcuna risposta:
1) che ruolo, oltre l’intermediazione per l’acquisto dei terreni di contrada Margi, ha avuto, se ne ha avuto, la mafia?
2) da dove sono pervenute le risorse per l’acquisto dell’area di contrada Margi? E da dove quelle (si dice di almeno oltre cento milioni di euro) per la realizzazione del progetto recentemente approvato?
Molte responsabilità della politica le abbiamo già evidenziate. Ma scandaloso appare come, al fine di non affossare il progetto Policentro, gli uffici comunali, guidati dalle indicazioni politiche degli amministratori, si siano resi protagonisti di gravi inadempienze. Infatti, un altro progetto artigianale da realizzare nell’area di contrada Margi è stato presentato dal consorzio “Artigiani Partinicesi”, ma le procedure tendenti ad analizzare tale progetto non furono mai portate a termine. Chi l’ha impedito? Il perché lo sappiamo: se le procedure del progetto fossero state espletate, il consorzio degli “Artigiani Partinicesi” in virtù della corrente legislazione AVREBBE AVUTO DIRITTO ALL’ASSEGNAZIONE DI UNA PARTE DELL’AREA IN CONTRADA MARGI. Ciò, ovviamente, avrebbe significato la FINE della realizzazione del progetto Policentro.
Capire chi l’ha impedito non è difficile riflettendo sul fatto che la Policentro ha rappresentato e rappresenta ancora oggi un decisivo tema da campagna elettorale, un pozzo di voti a cui attingere: non a caso l’attuale amministrazione Lo Biundo ha vinto le scorse elezioni dopo aver adottato una massiccia campagna mediatica a e col sostegno della Policentro.
L’anno di apertura dovrebbe essere il 2013, anche se ad oggi non è stata posata neppure la prima pietra. E già si profila una diffusa operazione di “voto di scambio” che indebolirà la già pregiudicata vita democratica della politica locale a favore del gruppo di potere che gestisce l’affaire Policentro.
Giovani Comunisti – circolo “Peppino Impastato” di Partinico

1 commenti:

Anonimo ha detto...

nn tornerò mai più a partinico mai più...verrò solamente per portare i fiori a mia madre al cimitero,io ho sempre saputo dello schifo manifesto di partinico!!e di questi signori "detti per bene"sindaco annesso:imprenditori volgari che guardavano dall'alto della l'oro forza"mafia"i lavoratori comuni,cmq è una questione di cultura modo di pensare che appartiene a partinico e alla sicilia!!una terra cosi bella...abitata e gestita in un modo vergognoso!!!ci sono tanti siciliani autentici e giusti che non meritano di essere mescolati con quelli che ho citato sopra.