Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

sabato 13 ottobre 2012

Della serie: c'è chi predica bene e razzola male. Noi siamo diversi e ne andiamo fieri.

Di questi tempi, è fin troppo facile riempirsi la bocca del termine legalità. Tutti lo scrivono nei propri manifesti, si definiscono onesti e per bene, lo urlano nei propri spot elettorali. Lo abbiamo sentito, ad esempio, recentemente nella pubblicità del nostro compaesano Vincenzo Di Trapani, che dice che non si può vivere di antimafia, ma bisogna lavorare ogni giorno nell’ambito della legalità. Siamo d’accordo. 

Ovviamente ci scuserà se invece pensiamo che non sia proprio lui né il suo PDL a poter trasformare la Sicilia in una terrà che sarà bellissima. Perché se la Sicilia attualmente è devastata e se per decenni è stata saccheggiata, molte responsabilità sono proprio del suo partito, che peraltro non manca mai di fornire argomenti alla cronaca giudiziaria per il magna magna per cui si contraddistingue.


E ci scuserà se pensiamo che non sia certamente lui l’emblema della legalità. Potremmo pensarlo per pregiudizio nei suoi confronti. Invece lo abbiamo constatato in un gesto così banale che denunciamo solo per mettere alla gogna quell’ipocrisia politica che, in tempi di campagna elettorale, raggiunge livelli mai visti prima. Anche perché, a dire la verità, dell’esistenza di questi consiglieri provinciali partinicesi ce ne eravamo quasi dimenticati, prima che tornassero per raccattare voti a destra e a manca nel proprio paese natale che serve solamente come serbatoio di voti un giorno ogni 5 anni.

Quel gesto è il seguente. I sottoscritti comunisti, che evidentemente possiedono molto meno risorse, spazi pubblicitari, rilevanza mediatica e istituzionale, hanno pazientemente atteso, per rispetto non solo della legalità ma anche del decoro del nostro paese costantemente invaso da rifiuti e cartacce, l’assegnazione degli appositi spazi elettorali da parte del Comune di Partinico. 
Riusciranno ad oscurare il nostro manifesto
anche online?!
Due giorni fa, finalmente, abbiamo avuto in mano la delibera. Il paese, già da settimane, subiva intanto attacchinaggi selvaggi. Briganò ha iniziato la sua campagna elettorale ancora prima che fosse aperta ufficialmente dalla Regione, col consenso implicito di forze dell’ordine e organi di controllo, malgrado le nostre denunce.

Ma comunque facciano un po’ quel che vogliono, perché la gente più sensibile capisce che chi, pur di far vedere il  non proprio bel faccione in ogni angolo del paese, è disposto a inquinarlo così, chissà cosa farebbe negli scranni di Palazzo d’Orleans se venisse eletto.

Noi, dicevamo, nel rispetto delle leggi e con una moderazione rispettosa dell’ambiente partinicese, utilizziamo gli spazi consentiti (che peraltro non sono stati ancora risistemati dopo i referendum del giugno 2011) per attaccare meno di 40 manifesti del nostro candidatoAntonio Marotta. Ma ecco che, dopo neanche un giorno, qualcuno ha pure la faccia tosta di coprirli oppure di strapparli. Uno dei faccioni (non è il solo, per amor di verità) è quello di Vincenzo Di Trapani, che siamo sicuri non essere il responsabile dell’abuso. 
D’altronde non crediamo che la sua campagna megagalattica, che non sappiamo quante decine di migliaia di euro stia costando, non può non prevedere il pagamento di appositi attacchini. 

Siamo noi quelli che ci autotassiamo addirittura per comprare la colla necessaria, che ci incontriamo nella nostra sezione per preparare il tutto e poi andare in giro per il paese muniti di secchio e scopa. 
Siamo un po’ retrogradi, lo sappiamo. 
Siamo quelli che tengono aperta una sede in un mondo dove ormai i partiti sono mediatici e le loro sedi non esistono. Anzi le aprono solo quei mesi di campagna elettorale e poi scompaiono per 4 anni e 9 mesi.

Siamo diversi, lo sappiamo. E ne andiamo fieri.

Giovani Comunisti/e Partinico

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