Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

giovedì 29 novembre 2012

Lettera a Telejato "in difesa" degli studenti del Liceo Scientifico di Partinico


Caro Direttore,

come Giovani Comunisti siamo sempre molto attenti alle vicende che riguardano il mondo della scuola. Da anni denunciamo i tagli scellerati che i vari governi, sia quelli dei professori asettici, sia quelli dei politicanti arrapati dediti al culto del “bunga bunga”, hanno effettuato in modo sconsiderato sulla cultura e sulla istituzione scolastica, distruggendo in pratica la base stessa della nostra società che vuole definirsi civile, ma che è ben lontana dal grado di civiltà che una società deve avere per definirsi tale.

Abbiamo seguito con molto interesse ciò che è avvenuto nelle scuole di Partinico e in particolare nel Liceo Scientifico. Si tratta di una cosa abbastanza anomala per il nostro paese ormai anestetizzato: i ragazzi con grande coraggio hanno deciso di dire NO, in modo forte e deciso, ad un modello di scuola imposto dall’alto che non tiene conto delle esigenze di chi la scuola la vive concretamente. E l’hanno fatto nel modo più irruento possibile, attraverso la forma dell’occupazione che rappresenta il modo più forte per dire che la scuola è loro. La scuola è prima di tutto degli studenti, quindi, se una riforma deve essere fatta (e deve essere fatta, vista la situazione tragica che il sistema scolastico vive) allora deve essere fatta a misura di studente.

Noi, come lei, condividiamo completamente i motivi della protesta, che poi sono gli stessi motivi denunciati dagli insegnanti. Quindi, come lei, ci mettiamo sempre e comunque dalla parte degli studenti. Per questo motivo non riusciamo a comprendere i toni del servizio mandato in onda ieri.

Ci è sembrato, infatti, che per andare contro la dirigenza e per rispondere ad una presunta esclusione della sua emittente da parte degli studenti che non hanno voluto farla entrare nell’Istituto, lei alla fine si sia scagliato anche contro gli stessi studenti, accusandoli di debolezza e manipolazione. Riteniamo invece che il gesto degli studenti sia da interpretare semplicemente come preoccupazione, forse un po’ esagerata ma comprensibile visto che si tratta di giovani alle prime esperienze, del rispetto delle regole (nel caso specifico il rispetto della legge sulla privacy che vieta le riprese di minorenni in tv). Ciò dunque non giustifica la sua reazione, che alla fine ha portato a dare poco o addirittura nessun valore alla protesta, incrementando la cattiva informazione che c’è sull’argomento.

La protesta degli studenti di Partinico si è distinta per la sua organizzazione e serietà. I ragazzi sono riusciti a dimostrare di conoscere realmente i motivi della protesta e sono riusciti ad organizzare un’occupazione ricca di contenuti. Hanno dimostrato, nei pochi giorni di occupazione, malgrado le forti pressioni dei genitori forse eccessivamente preoccupati e dei docenti che avrebbero preferito altre forme di protesta, che l'occupazione non è una forma di distruzione delle strutture scolastiche o un modo per anticipare o prolungare le vacanze. Sono stati attenti nel darsi delle regole e nel costruire momenti di informazione anche tra di loro (si vada a vedere il materiale cartaceo prodotto sulla riforma in discussione in Parlamento).

L’unico difetto è la mancanza di una comunicazione con l’esterno, che ha portato a non far emergere tutto ciò al di là delle mura dell’istituto, e a creare anche equivoci, come per esempio quello con la sua emittente.

La preghiamo dunque di non cadere nell’errore, come quando per attaccare (giustamente!) le politiche del PD, lei, forse inconsapevolmente, sembra difendere l’Amministrazione Lo Biundo (che di difendibile non ha nulla).

Riconoscendo l’importanza di una informazione libera che dia voce ai giovani, ci rivolgiamo dunque a lei proprio perché si propone di fare una informazione di questo tipo.

Speriamo che la protesta non si fermi e che la scuola rimanga in stato di agitazione affinchè a Roma si capisca che riformare non vuol dire tagliare, ma al contrario vuol dire investire, e che la scuola pubblica non può adeguarsi al modello aziendale che hanno in mente, altrimenti perderebbe completamente il suo significato.

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