Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

sabato 7 dicembre 2013

FORCONI MAFIA E FASCISMO

Con lo svolgersi della crisi peggiore degli ultimi cento anni è sicuramente possibile che movimenti di matrice reazionaria trovino fertile humus nel malcontento generale: padroni e padroncini spalleggiati dall'estrema destra, che con un manifesto politico blando possono raccogliere facilmente il malcontento popolare. La piattaforma organizzativa non mette in alcun modo in discussione i poteri locali e i poteri forti, concentrando la polemica solo sul mancato finanziamento da parte del governo e su richieste che, se si valutano nel concreto, non beneficiano che i padroni. L'anno scorso, quando al governo regionale c'era ancora Lombardo, a capo di poche centinaia di uomini sparsi nella Sicilia, i leaders di Forza nuova-Mpa hanno guidato una vera e propria serrata. Con atti intimidatori e mafiosi hanno bloccato tir, camion e furgoni e spesso automobilisti nella principali arterie stradali e svincoli: la minaccia più frequente il taglio delle gomme e dove ciò non è stato sufficiente si è arrivato al pestaggio (un caso accertato quello di Lentini, nel siracusano). In molti comuni dell’entroterra siculo (Palagonia, Scordia, Militello) numerose testimonianze parlano di una vera e propria serrata che ha impedito ai braccianti di lavorare e alle attività commerciali di restare aperte; diversi negozianti hanno dichiarato di aver subito pressioni pena l’incendio dei locali. La parola sciopero è stata abusivamente sostituita a quella di serrata, consegnandola ai media locali, in un’ottica del tutto revisionista. Le forze dell’ordine si sono rivelate del tutto conniventi con quanto accade, garantendo grande agibilità ai manifestanti nei presidi. Oggi ci riprovano abusando della parola "rivoluzione" ma si tratta solo di leghisti delusi, neofascisti che inneggiano a un governo di militari, e saltimbanco pronti solo a curare i propri interessi personali e stare con il migliore offerente. Basta leggere la storia politica e personale di questi squallidi personaggi che si ergono a capipopolo per rendersi conto di quanto affermiamo. Troviamo paradossale bloccare l'economia di settori già in crisi provocando un fortissimo danno economico a quelle categorie produttive già in forte difficoltà per via della crisi. Siamo consapevoli che il problema del mezzogiorno non deriva dalla destinazione dei flussi economici: che sia un padrone siciliano od uno piemontese a gestire tali flussi non cambia che a pagare le conseguenze del sistema capitalista siano sempre e solo i ceti subalterni, sotto la gestione e il controllo di coloro che ci lavorano. Occorre oggi lottare per la nazionalizzazione del settore dei trasporti e dei settori produttivi alimentari. Se la benzina aumenta la responsabilità è delle multinazionali del petrolio e dei loro servi al governo: nazionalizzare l’intero settore degli idrocarburi deve essere la nostra risposta. Solo in questo modo sarà possibile il riscatto per il sud, incidendo sulla disoccupazione che è il terreno su cui gli imprenditori mafiosi riescono a radicarsi.

0 commenti: