1922: Enrico Berlinguer nasce a Sassari il 25 maggio, primo di due fratelli ( Giovanni, il secondogenito, è del 1924) da Mario Berlinguer, avvocato, e Maria Loriga;
1937-1943: frequenta il liceo classico Azuni di Sassari conseguendo la maturità nel 1940. Si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Sassari, sostenendo tutti gli esami e progettando di laurearsi con una tesi su “ Filosofia del diritto: da Hegel a Croce e Gentile”, Nell’ottobre del ’43 si iscrive al Partito Comunista Italiano, diventando Segretario della sezione giovanile di Sassari;
1944: il 7 gennaio viene arrestato perché ritenuto uno dei responsabili dei “moti per il pane” verificatosi in quei giorni a Sassari. Il 25 aprile viene prosciolto e scarcerato. Nel mese di maggio viene nominato responsabile della Federazione Giovanile Comunista di Sassari. Nell’autunno si trasferisce a Roma ed entra a far parte della Segreteria Nazionale del Movimento Giovanile Comunista;
1945: dopo la Liberazione è a Milano come responsabile della Commissione giovanile centrale del P.C.I;
1946: torna a Roma;
1948: al VI Congresso del PCI ,svoltosi a Milano dal 5 al 10 gennaio, viene eletto membro effettivo del Comitato Centrale e membro candidato della direzione del partito;
1950: al Congresso nazionale dell’appena costituita Federazione Giovanile Comunista Italiana svolto a Livorno dal 29 marzo al 2 aprile, viene eletto Segretario Generale, carica che manterrà fino al 1956; assume la Presidenza della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica che ricoprirà fino al 1952;
1956: con l’VIII Congresso del PCI esce dalla Direzione centrale ed assume l’incarico di direttore dell’Istituto Centrale di Studi Comunisti;
1957: si sposa il 26 settembre con Letizia Laurenti, dal cui matrimonio nasceranno quattro figli (Bianca, Marco, Maria e Laura); sempre in questo mese torna in Sardegna come Vice Segretario Regionale del PCI;
1958: nel mese di luglio torna a Roma ed entra a far parte della Segreteria Nazionale e dell’ufficio di Segreteria del PCI;
1960: al IX Congresso del PCI è nominato membro della Direzione, responsabile dell’ufficio di Organizzazione del partito fino al 1962;
1962: al X Congresso di Roma entra a far parte della Segreteria come responsabile dell’Ufficio di segreteria;
1964: membro della delegazione che partecipa al Congresso del Partito Comunista Francese esprime il rifiuto del PCI di condannare la politica del Partito Comunista Cinese;
1966: all’XI Congresso di Roma esce dalla Segreteria del Partito, entrando nell’Ufficio Politico. Nel mese di febbraio diviene Segretario Regionale del PCI del Lazio, carica che manterrà fino al 1969. Visita il Vietnam del Nord;
1968: viene eletto deputato nel collegio di Roma con 151.134 voti di preferenza e diviene membro della Commissione Esteri;
1969: al XII Congresso di Bologna viene eletto Vice Segretario Nazionale del PCI. Il 14 giugno intervenendo alla Conferenza Mondiale dei 75 partiti comunisti a Mosca, illustra la posizione del PCI che non vota il documento conclusivo;
1972: al XIII Congresso Nazionale del Partito, svoltosi a Milano dal 12 al 17 marzo, viene eletto Segretario Nazionale. Nelle elezioni politiche del 7 e 8 maggio viene rieletto deputato nel Collegio di Roma con 230.722 voti di preferenza;
1973: esprime il voto favorevole nella Commissione Esteri della Camera al riconoscimento della Repubblica Democratica del Vietnam. A seguito del golpe fascista in Cile ( 10 marzo), il 28 settembre, il 5 e 12 ottobre pubblica su Rinascita tre articoli di “ riflessione sui fatti del Cile “ nei quali formula la proposta del "compromesso storico";
1975: viene riconfermato Segretario Nazionale al Congresso del PCI a Roma dal 18 al 23 marzo;
1976: in varie interviste sui principali quotidiani europei ribadisce la scelta democratica e la piena autonomia del Partito Comunista Italiano. Nel luglio - Aldo Moro eletto Presidente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana - annuncia l’astensione del PCI al Governo nazionale avviando la politica di "solidarietà nazionale";
1977: agli esponenti del mondo della cultura a Roma propone la politica dell’austerità come avvio di un processo per la trasformazione del Paese;
1978: il 26 gennaio con il Comitato Centrale del Partito sottolinea l’esigenza di una partecipazione diretta del PCI al Governo del Paese. In occasione del rapimento di Aldo Moro, il 16 marzo, e l’uccisione dei 5 uomini della sua scorta, intervenendo al dibattito parlamentare riafferma la linea della fermezza contro il terrorismo sostenuta dal PCI;
1979: il 26 gennaio comunica ai leader dei partiti che sostengono il Governo Andreotti la volontà del PCI di uscire dalla maggioranza. Nelle elezioni politiche del 3 e 4 giugno viene rieletto sempre nel collegio romano con 238.399 voti di preferenza;
1980: condanna l’intervento sovietico in Afghanistan. Il 26settembre a Torino, davanti ai cancelli della Fiat, conferma l’appoggio del PCI alla lotta degli operai contro i licenziamenti e la cassa integrazione: Dopo il terremoto in Irpinia, espone la nuova linea politica comunista dell’alternativa democratica;
1981: il 26 settembre aderisce alla marcia per la pace Perugia-Assisi;
1983: viene rieletto nelle elezioni del 26 e 27 giugno per la IV volta deputato nel Collegio di Roma con 221.307 voti di preferenza;
1984: il 7 giugno durante un comizio a Padova per le elezioni europee, viene colto da ictus cerebrale. Muore l’11 giugno. Imponenti i suoi funerali.
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