Questa sera dalle ore 18.30 in Piazza Duomo, davanti i locali di Rifondazione Comunista, di fronte la posta centrale di Partinico, si terrà un insolito “aperitivo sociale”, promosso dalla Lista Comunista per far conoscere il proprio programma elettorale a tutti i cittadini e i giovani di Partinico, che purtroppo non possono usufruire di un’informazione democratica che conceda a tutti, noi per primi, gli adeguati spazi elettorali sulle reti televisive nazionali.
Dalle 18.30 alle 22 mostre fotografiche, videoproiezioni, info-point, aperitivo sociale… e tanti buoni motivi per sostenere la nostra lista. Una lista giovane, onesta e sempre vicina alla gente.
Sarà un’ottima occasione di confronto con la gente di tutto il comprensorio. Per questo invitiamo tutti coloro che ascoltano a partecipare.
I Giovani Comuniste/i di Partinico esprimono la loro solidarietà ai compagni dei Cobas di Palermo per il grave atto di repressione della libertà di espressione che ha fatto degenerare la manifestazione in memoria di Giovanni Falcone in un ennesimo momento di tensione.
Un gruppo di sindacalisti Cobas scuola hanno, durante la commemorazione della strage di Capaci, tentato di esporre di fronte all’albero di Falcone uno striscione recante la scritta “la mafia ringrazia lo Stato per aver ucciso la scuola pubblica”.
Subito è intervenuta la Digos strappando lo striscione e fermando tre compagni che sono stati trattenuti in Questura e denunciati per vilipendio allo Stato, resistenza a pubblico ufficiale e per manifestazione non autorizzata.
Questo continuo attacco ai diritti della persona è l’ennesima espressione delle politiche del Governo volte ad attuare un disegno di smantellamento dello Stato Sociale e di Diritto evidenziando il regime autoritario di patronato berlusconiano in cui ci troviamo.
I Giovani Comuniste/i di Partinico esprimono la loro solidarietà ai Cobas e ai compagni denunciati.
A distanza di 17 anni dalla strage di Capaci, è ancora vivo il ricordo del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca e degli uomini della sua scorta, Antonio, Rocco e Vito, fatti esplodere da mano mafiosa il 23 maggio del 1992.
Ricordare, ed è questo ciò che forse oggi conta sottolineare maggiormente, non deve diventare soltanto un mero rituale da compiersi, come vuole la tradizione, anno per anno.
Ricordare e tenere viva la propria memoria significa imparare dal passato, assumere la vita di coloro che hanno compiuto il loro dovere in nome di una terra libera, come modello ed esempio di dignità umana.
“Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l'essenza della dignità umana” sottolineava il giudice Falcone. Un uomo che probabilmente non avrebbe mai accettato di essere definito un eroe, consapevole che la straordinarietà e l’importanza del proprio lavoro derivava dal fatto che erano quasi tutti altri a tacere e piegare la testa al sistema mafioso, compresi molti dei suoi stessi colleghi.
“Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola”.
Alla commemorazione del giudice Falcone, Paolo Borsellino disse: «La lotta alla mafia non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, che abituasse tutti a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità».
Oggi il puzzo che Borsellino denunziava lo si sente di nuovo, forse più forte di prima. La politica si è trasformata in cordate di interessi, contaminazione fra apparati dei partiti, mondo affaristico-economico e malaffare. Ne sono figli il clientelismo e varie forme di illegalità, fino alla corruzione e alle collusioni con la mafia.
Chi tresca con mafiosi offende questa memoria. Ed il tradimento si moltiplica se la società civile, invece di indignarsi per queste vergognose contiguità o complicità, si tura il naso fingendo di non sentire il puzzo. O cerca di esorcizzarlo autoconvincendosi che così va il mondo e non c'è nulla da fare.
Inquietanti, preoccupanti e scandalose sono le recenti indagini che settimana dopo settimana svelano il vero volto dei politici, siciliani e non: accuse di voto di scambio, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e tangenti, ecc..
Abbattere la sintesi tra Sicilia e sistema mafioso è una priorità: non c’è sviluppo senza legalità e non c’è legalità senza l’onestà intellettuale di ognuno dei 5 milioni di abitanti della nostra bella isola. Isoliamo i protagonisti di una vita politica e sociale corrotta fino all’osso. Non facciamo morire Giovanni, Francesca, Antonio, Vito e Rocco per la seconda volta.
Si data 22 dicembre 2008 l'approvazione da parte del Senato della Repubblica alla legge 201, che dà la possibilità alle stazioni pubbliche appaltanti di affidare lavori con un importo compreso tra i 100.000 e i 500.000 euro senza ricorrere a gare, bandi e controlli formali. Ciò significa vittoria del sistema clientelare. Eolico di Mazara del Vallo e Policentro di Partinico (PA) sono solo due casi di infiltrazioni mafiose in affari pubblici.
di Gianluca Ricupati
Che bastino in Italia poche righe di una legge per cancellare in un attimo quindici anni di storia legislativa e di lotta alle infiltrazioni mafiose in materia di appalti pubblici sembra assai strano a dirsi quanto facile a farsi. Da qualche mese, la 201/08 ha aperto la strada all’affidamento dei lavori pubblici con un importo fino a 500.000 euro mediante “formula fiduciaria”, senza ricorrere a bandi, gare o altri deterrenti al coinvolgimento di associazioni a delinquere. Non superare tale cifra nell’arco di un anno è l’unico limite, strappato al governo quasi con la forza dal PD e peraltro non particolarmente insormontabile, posto a una stessa società. Questo particolare contenuto in una legge, che parla di tutt’altro argomento, casualmente “sfuggito” ai media nazionali, è passato sotto silenzio al voto del Parlamento, che senza alcun indugio ha dato il proprio benestare a quella che di fatto costituisce la vittoria del sistema clientelare.
Si voleva fronteggiare la crisi nel settore delle opere pubbliche e semplificare le procedure d’appalto: lo si è fatto a dispetto di qualunque pur minima riflessione sulla connessione tra presenza del sistema mafioso e azione della pubblica amministrazione, senza che l’attuale commissione antimafia si sentisse in dovere di pronunciar parola in tal senso. Spazzate via legalità, trasparenza e legittima concorrenza degli appalti assegnati da comuni, province, regioni e dallo Stato stesso. Campo libero e guadagni assicurati per gli “amici degli amici”, attraverso la paradossale e irrazionale scelta di combattere la lentezza burocratica saltando tutti quei controlli che cercavano di arginare l’arricchimento del sistema mafioso con soldi che arrivano direttamente dalle tasche di ogni singolo cittadino. Ad inebriare sindaci, funzionari comunali o politici locali l’odore di una “generosa” mazzetta e lavori in un batter d’occhio affidati in nome dell’urgenza e della tempestività. E se si incappasse in fervidi “devoti della legalità”, si passerà ad intimidazioni, ricatti e soprusi. Scene in fondo viste e riviste.
Tanti saluti al bando pubblico, alle varie documentazioni che attestano la compatibilità della società partecipante, nonché ad una determinata percentuale di ribasso sull’originario importo di base d’asta. L’ha avuta vinta quella mafia, economia essa stessa, che distorce le regole del mercato e della concorrenza, che impedisce lo sviluppo nella legalità del sistema produttivo italiano, creando attraverso il consenso intorno alle organizzazioni a delinquere uno “stato parallelo”, verso cui la popolazione è spinta certamente anche per la lentezza e l’inefficienza della pubblica amministrazione.
E purtroppo le argomentazioni a sostegno di questa tesi non sono poche e neppure banali: lo dimostrano gli oltre 170 comuni sciolti per mafia, i documenti con centinaia di nomi di imprenditori e commercianti collusi con la mafia sequestrati durante l’arresto dei boss di Cosa Nostra siciliana, Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Ed ancora il sistema delle estorsioni a tappeto, il 90% delle quali non viene denunciato: se la mafia non riesce ad aggiudicarsi un appalto, scatta per chi vince il dovere di “mettersi a posto”, pagando una sorta di imposta per evitare “eventuali incidenti” e garantendo nel frattempo subappalti e forniture ad imprese ad essa direttamente vicine. Tutto ciò come se nessuno fosse a conoscenza delle quotidiane operazioni di contrasto alla criminalità organizzata o avesse sentito l’esigenza di dare quantomeno una sfogliata ad una qualunque relazione degli ultimi anni della Commissione Antimafia, oggi purtroppo caduta nell’oblio del Parlamento per l’esiguo lavoro prodotto. Avrebbero saputo di ripetuti e giornalieri condizionamenti negli appalti, nell’operato della pubblica amministrazione e dell’imposizione inevitabile, almeno nel Mezzogiorno, di tasse di stampo mafioso.
A febbraio, collusioni e irregolarità sono state svelate nella costruzione di parchi eolici nell’area del trapanese, sebbene si trattasse di un progetto avviato attraverso regolare bando e controlli in apparenza serrati. La mafia ha appoggiato in particolare la realizzazione di un impianto a Mazara del Vallo, investendo in tangenti per assicurarsi dentro al Comune l’appoggio di politici e funzionari. Arrestati 8 soggetti che facevano parte della cosiddetta “zona grigia”di Cosa Nostra, una sorta di lobby che vive apparentemente nella legalità ed invece apporta alla mafia un essenziale contributo.
A Partinico, a 30 km da Palermo, invece sembra ormai destinata ad avviarsi la costruzione, in progetto da parecchi anni, di un megacentro commerciale all’ombra della mafia. Ancor prima che venga posta la prima pietra, da alcune intercettazioni si è appreso che già l’acquisto dei terreni, sui quali la struttura dovrebbe sorgere, ha fruttato alla famiglia mafiosa locale dei Vitale-Fardazza ben 125 mila euro. Soltanto due degli innumerevoli casi che affliggono in primo luogo le realtà del meridione il cui sviluppo resta fortemente frenato dalla presenza criminale. Un sistema illegale e distorto che tuttavia ottiene sempre più una propria “rispettabilità sociale” di fronte alla totale assenza, se non all’azione in pratica regressiva, della politica e dello Stato italiano.
Arriva intorno alle 21 davanti la nostra sezione. La campagna elettorale in Sicilia prosegue senza sosta: è già passato per Caltanissetta e Palermo, viene a trovare la sezione Peppino Impastato di Partinico, poi corre a Trapani, per far visita poi ai compagni di Castellammare del Golfo. Poche ore di sonno ed oggi partenza per Catania, Enna, ecc.
Bisogna fare i comunisti, non solo definirsi tali. E a dimostrazione di ciò, Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, non dimostra segni di affaticamento. D’altronde, questi continui viaggi e la vicinanza alla gente dal basso dei paesi di provincia, delle industrie di lavoratori malpagati e sfruttati, degli immigrati ormai avviati ad un destino incombente di clandestinità, dei più deboli, il cui futuro non vede alcun spiraglio di luce, sono proprio nel suo e nel nostro dna.
Ha pochi minuti a disposizione, perciò nel presentarlo, con la sede strapiena di gente, gli faccio una domanda ben precisa: perché votare la lista comunista?
La risposta è altrettanto diretta, sintetica e convincente. In un periodo come questo con il governo che si sta dimostrando pesantemente di destra, in forme definibili fascistoidi, è paradossale che l’opposizione in Italia sia nulla, costruita ipocritamente e lievemente sui palchi della televisione, inesistente tra la gente “comune”. Gli esponenti del Pd e dell’Idv sono gli stessi che in Europa votano 8 volte su 10 le stesse manovre appoggiate dagli schieramenti di destra, facenti capo all’imperator Berlusconi; sono gli stessi che hanno appoggiato un tipo di economia liberista, che gravando sulle spalle dei lavoratori e dei piccoli imprenditori, ha causato, come nel passato, una crisi economica di dimensioni immani. E per giunta non è la prima volta che succede. Dalla storia si dovrebbe imparare, ma evidentemente ancora non abbiamo le lenti adatte per guardare il mondo con occhi non miopi. Mentre le banche si salvano, mentre c’è chi dice che la crisi è finita, vedi Berlusconi (forse perché egli in crisi non c’è mai entrato, e chissà perché!), ai piani bassi si sta scatenando solo la guerra tra i più poveri e si stanno alimentando le diseguaglianze sociali ed economiche, oscurate da un’informazione che passa soltanto quello che conviene ai padroni.
Ecco perché votare la lista comunista. Questo l’aggiungo io. Per costruire un progetto alternativo: molti, forse con invidia e perfidia politica, chiamano la nostra “la politica del no”. Ebbene si, noi siamo contro lo sfruttamento dei lavoratori (vedi le direttive europee che aumentano gli orari di lavoro e tolgono sempre più tutele), siamo contro tutto ciò che favorendo l’egoismo e l’egocentrismo economico dell’uomo, mette a repentaglio la salute di tutti noi, minando le condizioni ambientali di questo mondo, sempre più inquinato e non rispettato; siamo contro l’abbattimento e l’occultamento dei diritti umani, consideriamo l’immigrazione una risorsa (che i nostri antenati, quando soffrivano la fame, hanno affrontato verso le coste americane o l’entroterra tedesco) e gli immigrati nostri fratelli in un’ottica che i cattolici (o quelli che si propagandano come tali, solo di facciata, vedi lo stesso Casini o sempre il cavaliere dei miei stivali Silvio Berlusconi) dovrebbero portare avanti in prima fila. Siamo contro tante altre, ingiuste, cose. Ma questo, ed è quello che evitano di dire i nostri avversari, significa anche che siamo per il contriamo di tutto ciò contro cui ci schieriamo: siamo per la parificazione sociale, per l’abbattimento delle così alte diseguaglianze economiche che rendono pochi uomini ricchissimi, e miliardi “morti di fame”! Siamo per lo sviluppo sostenibile, il miglioramento delle nostre condizioni di vita ma col fermo rispetto dell’ambiente. Siamo contro gli sprechi e per una razionalizzazione delle risorse. Siamo antifascisti, perché conoscere e comprendere il passato significa saper vivere meglio e senza commettere i medesimi errori, il presente. Siamo per destinare al popolo dimenticato quei 14 miliardi che vengono destinati all’acquisto di aerei di guerra che non serviranno a nessuno.
Ferrero ci ha dato entusiasmo. Supereremo lo sbarramento elettorale del 4% e siederemo nel Parlamento Europeo, avendo così la possibilità di denunciare le malefatte di Pdl, Udc, Mpa, Pd, Idv, uniti tutti insieme nel perseguimento di fini personali, a scapito di tutti coloro che andrebbero a rappresentare. Io e Paolo Ferrero ci crediamo, voi?
Indigna l'immorale patronato berlusconiano. Al deposito della motivazione della sentenza con cui la Decima Sezione del Tribunale di Milano ha condannato l'avv. David Mills a quattro anni e sei mesi di reclusione per concorso in corruzione in atti giudiziari che palesa il diretto coinvolgimento del Premier Silvio Berlusconi, il Cavaliere esclama "vergognoso verdetto!.
In realtà vergognosa è la sua totale assenza di pudore e spregio per la questione morale. Berlusconi non è stato processato perché reso immune dallo scudo crociato del lodo alfano che subordina lo stato di diritto agli interessi di pochi.
Il rispetto di un Premier verso il proprio paese imporrebbe le immediate dimissioni. Per questo ancora una volta gridiamo la nostra indignazione. Berlusconi si dimetta!
OGGETTO: BANDO PER L’AFFIDAMENTO IN CONCESSIONE DEL BENE CONFISCATO ALLA MAFIA DI VIA ENRICO FERMI 33-35
A proposito del bene confiscato ad Antonino Bonura (ubicato in via Enrico Fermi n. 33 – 35 identificato N.C.T. al foglio 12, particelle 1826 – 1828 – 1829) gli scriventi, “esponenti” del mondo giovanile di Partinico,
CHIEDONO
alle SS.VV. un impegno politico immediato affinché possa l’Amministrazione farsi garante nei confronti dell’assegnatario della necessità di conciliare le esigenze di quest’ultimo con la volontà del precedente Consiglio Comunale che esplicava la finalità di suddetto immobile sotto la forma “centro culturale-ricreativo per i giovani”, non previa modifica del bando ma riservando ai giovani partinicesi una parte dell’immobile.
A tal proposito i giovani promotori, dopo essere scesi in piazza a raccogliere numerose firme a sostegno di questa iniziativa, chiedono alle SS.VV. un incontro nei tempi più brevi possibili per potere discutere e confrontarci su tale argomento.
Siamo sicuri di un positivo e propositivo riscontro. Per contattarci Vi forniamo due recapiti telefonici: 3287252134 (Gianluca Ricupati) e 3492404365 (Salvo Di Blasi).
I GIOVANI PROMOTORI: Veronica Billeci, Carla Campo, Salvo Di Blasi, Salvo Galati, Antonio Giordano, Francesco Macchiarella, Vito Rappa, Gianluca Ricupati e Valentina Speciale
OGGI DALLE 19 ALLE 20.30 SAREMO NUOVAMENTE IN PIAZZA DUOMO A RACCOGLIERE LE FIRME AFFINCHè IL BENE CONFISCATO DI VIA FERMI A PARTINICO VADA AI GIOVANI!
Nonostante il rifiuto, privo di solide motivazioni, da parte dell’assessore Panzavecchia di revocare il bando per l’assegnazione del bene confiscato di via Enrico Fermi, confermiamo che i contenuti del bando non rispondono alla finalità di realizzazione di un centro culturale-ricreativo.
Questo era l’intendimento espresso dal consiglio comunale di Partinico nella precedente consiliatura e condiviso anche dalle forze politiche che adesso sostengono l’attuale amministrazione Lo Biundo.
Chiediamo quindi al Sindaco, al presidente del consiglio comunale e alle forze politiche tutte affinché la volontà del consiglio comunale venga rispettata individuando le soluzioni tecniche possibili che consentano di dotare il nostro paese finalmente di un luogo dove esprimersi la creatività e l’impegno dei giovani di Partinico.
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Questa era la lettera inviata all'amministrazione:
Al Sindaco del Comune di Partinico All’Ass. alle Politiche Giovanili
OGGETTO: BANDO PER L’AFFIDAMENTO IN CONCESSIONE DEL BENE CONFISCATO ALLA MAFIA DI VIA ENRICO FERMI 33-35
Avendo preso visione dell’avviso pubblico, divulgato presso il sito internet del Comune (www.comune.partinico.pa.it), col quale si deciderà a quali soggetti sarà concesso il bene confiscato ad Antonino Bonura (ubicato in via Enrico Fermi n. 33 – 35 identificato N.C.T. al foglio 12, particelle 1826 – 1828 – 1829) e considerato che la finalità del suddetto immobile è esplicitata sotto la forma “centro culturale – ricreativo per i giovani”, gli scriventi, “esponenti” del mondo giovanile di Partinico, si sentono in dovere di esporVi alcune osservazioni: - sebbene sia doveroso porre in essere tutte le condizioni affinché l’aggiudicazione del bene comporti un utilizzo quanto più possibile proficuo dello stesso, riteniamo che le condizioni vincolanti per la presentazione della domanda di concessione siano assolutamente inaccessibili per larghissima parte del mondo delle associazioni e delle comunità giovanili; - se le reali motivazioni della concessione stanno nello stimolare e appoggiare con forza le Politiche Giovanili del nostro Comune, ci sembra paradossale che la durata della concessione venga rilasciata per un periodo minimo di 30 anni, non consentendo in tal modo ad intervalli meno lunghi un adeguato e dovuto ricambio generazionale; - siamo fortemente convinti che i punti fondamentali di tale bando andassero “concordati” direttamente con la realtà al servizio della quale l’edificio è stato destinato, ossia il mondo di noi giovani. Siamo aperti e fortemente disponibili ad un incontro, a nostro parere urgente, dove Voi Amministratori possiate valutare le nostre proposte o semplicemente discutere con noi delle vostre intenzioni. Essendo convinti che purtroppo larga parte, se non l’intero mondo giovanile potrebbe essere tagliato fuori dall’attività del bene di cui si è disposta la concessione, sentiamo l’esigenza di
CHIEDERE
alla S.V. un impegno politico immediato affinché il bando venga revocato o almeno il piano terra dell’edificio venga destinato a centro ricreativo e polifunzionale per i giovani di Partinico e dell’intero comprensorio.
Crediamo che seri e utili progetti da concretizzare nell’edificio di via Fermi (almeno nell’ampia parte del piano terra) possano essere: 1) dar vita ad una saletta studio con una piccola biblioteca annessa e qualche computer a disposizione per un collegamento internet (considerata anche la vicinanza a diverse scuole di diverso grado, ad esempio il liceo classico, l’IPAA o la scuola media); 2) mettere a disposizione un telo e un videoproiettore per la realizzazione di cineforum culturali settimanali; 3) destinare una sala ad attività come prove teatrali, musicali; 4) dare la possibilità alle associazioni giovanili e ai gruppi politici giovanili di avere a disposizione parte dei locali per i loro incontri periodici e per la realizzazione di convegni aperti alla cittadinanza; 5) trasferire lì la sede della consulta giovanile, se verrà rimessa in sesto; etc.
Il nostro territorio dispone di eccelse potenzialità giovanili in grado di fornire tantissime idee sull’utilizzo di questo possibile spazio di aggregazione, che potrebbe colmare almeno in parte l’assenza nel nostro territorio di luoghi attrattivi, culturali, ludici.
Naturalmente, non è nostra intenzione che il bene divenga una semplice sede dei contenitori partitici e delle associazioni che Vi scrivono, ma un vero e proprio centro di aggregazione, che in quanto tale sia appunto a disposizione di qualunque seria realtà che ne richieda l’uso a fini ricreativi e sociali.
Siamo sicuri di un positivo e propositivo riscontro. Si chiede risposta scritta entro 10 giorni.
Partinico, 04/05/09
Giovani Comunisti/e, Giovani IDV, Giovani PD, Ass. Eidos, Ass. EcoArte
L’indagine della Procura di Palermo, da cui si evince che l’attuale assessore regionale ai beni culturali avrebbe avuto rapporti con la Mafia e che ne avrebbe tratto considerevoli vantaggi elettorali, è inquietante ed impone le immediate dimissioni di Antonello Antinoro- è quanto affermano i Giovani Comunisti/e di Palermo.
Come giovani siciliani, non possiamo che indignarci per l’ennesimo episodio di commistione tra questa destra al governo della regione e le organizzazioni criminali. L’indignazione e la rabbia aumentano se si pensa che mentre si verificano queste vicende, tanti giovani sicliani sono costretti a lasciare al propria terra per cercare un’opportunità di lavoro.
Di fronte a notizie come queste l’impegno per il cambiamento della nostra terra diventa fondamentale, a partire dalla necessita’ di un’autoriforma della politica.
Nonostante il rifiuto, privo di solide motivazioni, da parte dell’assessore Panzavecchia di revocare il bando per l’assegnazione del bene confiscato di via Enrico Fermi, confermiamo che i contenuti del bando non rispondono alla finalità di realizzazione di un centro culturale-ricreativo. Questo era l’intendimento espresso dal consiglio comunale di Partinico nella precedente consiliatura e condiviso anche dalle forze politiche che adesso sostengono l’attualeamministrazione Lo Biundo.
Chiediamo quindi al Sindaco, al presidente del consiglio comunale e alle forze politiche tutte affinché la volontà del consiglio comunale venga rispettata individuando le soluzioni tecniche possibili che consentano di dotare il nostro paese finalmente di un luogo dove esprimersi la creatività e l’impegno dei giovani di Partinico.
Nel frattempo domani domenica 10 maggio dalle ore 18 alle 20 i giovani promotori dell’iniziativa saranno in piazza Duomo a Partinico per una raccolta firme da presentare all’amministrazione.
I giovani promotori: Veronica Billeci, Carla Campo, Salvo di Blasi, Salvo Galati, Antonio Giordano, Francesco Macchiarella, Vito Rappa, Gianluca Ricupati e Valentina Speciale.
A 31 anni dall’assassinio di Peppino Impastato, i Giovani Comunisti/e sono ancora qui a gridare “la mafia uccide, il silenzio pure”, testimoniando così l’impegno alla contestazione ed alla lotta a “Cosa Nostra”.
La memoria è una tappa importante del nostro cammino verso una realtà liberà da un dominio che ha storicamente rinchiuso nella gabbia dell’illegalità e dell’omertà i diritti inviolabili di uomini e donne.
Ma il ricordo non unito all’azione ci intrappola in un senso di statica reiterazione del passato e di un’asfissiante accettazione del cancro che avvelena la nostra terra.
Il cammino che abbiamo scelto d’imboccare dovrà portarci a tessere nella realtà che ci circonda una fitta trama a sostegno dei più deboli.
Perché la mafia, prima ancora di essere un fenomeno politico ed economico è una condizione patologica e degenerata della società, che trova la sua matrice nello stato di bisogno della gente e che in periodi di crisi economica, come quello che stiamo vivendo, trova un terreno ancor più fertile.
La lotta alle mafie va affrontata, giorno per giorno, con ogni singola azione e coinvolgendo tutti i campi della vita sociale attraverso la costruzione di risposte concrete alle legittime istanze delle persone, facendo particolare attenzione alle necessità dei più bisognosi, tra le cui fila la mafia trova la sua “manodopera”.
Perché fino a quando Cosa Nostra verrà vista come una protezione o un’ancora di salvezza, fino a quando menti criminali potranno approfittare delle miserie della gente, la mafia prospererà e sarà padrona della nostra terra.
Questa è la Rivoluzione, questa è la strada per la ribellione all’intreccio tra la mafia odierna e l’attuale realtà politico - sociale che favorisce la creazione e il mantenimento di un sistema che sfrutta la rassegnazione popolare e lo stato di necessità creando legami che nutrono poteri più o meno occulti.
Oggi più che mai il nostro impegno è legato con il filo della memoria alla lotta di Peppino Impastato.
I Giovani Comunisti/e rispondono con l’azione quotidiana alle parole di Felicia Impastato: “A voi altri ragazzi chiedo di lottare, questo vi chiedo. Di lottare. L’unione fa la forza.”
Abitava a due minuti dal mare e da un piccolissimo porto
E si vedeva atterrare dal suo terrazzo, gli aerei nel nuovissimo aeroporto
Già da piccolo aveva conosciuto il male
Suo padre aveva un conto da saldare
Grazie all’amico dell’amico si era aperto una nota pizzeria
Nella stradale vicinissimo alla linea della ferrovia
Così sapeva tutti i nomi e cognomi degli amici di papà
Che chinava la sua testa per non perdere la sua rispettabilità
Crescendo era diventato l’uomo che non aveva paura
Manifestando e protestando contro la famiglia e la sua cultura
Dopo tanto scrivere sui giornali locali del partito
Si apri insieme ai suoi compagni una radio di conflitto
E da quando nella sua radio trasmetteva le notizie losche del paese
Il boss Tano Badalamenti rimaneva immobile ad ascoltarlo, ma fremente
Ed ogni singolo cittadino disonesto non era più sorridente
Era diventato l’uomo che si doveva eliminare
Ma lui per l’elezioni, a sindaco, si fece candidare
Da quel momento la mafia si era sentita sconfitta
Non era riuscita a far paura, al piccolo comunista
Un uomo contro loro si era portato alle elezioni
Quindi non doveva arrivare al giorno delle votazioni!
L’offesa era arrivata ad un limite insopportabile
Quello che aveva fatto contro loro, era diventato inammissibile
Nella notte qualcosa aveva scosso i pavimenti
Ma in paese nessuno percepì quegli oscillamenti
Era il 9 maggio del ‘78 e a Cinisi la gente mormorava
Si udì l’urlo straziante di una madre che strillava
La notizia in mattinata era arrivata
Una bomba nella stazione è scoppiata!
Era stato un terrorista brigatista
Scrisse sui giornali ogni giornalista
Ma dopo tanti anni la verità venne a galla
Lo presero a calci e pugni come fosse una palla
Alla fine lo legarono nel binario pieno di tritolo
Un tasto cliccò il telecomando e Peppino prese il volo
Da quel momento i compagni lottarono per la verità
Ed è per questo che ogni anno lo ricordiamo nella sua città
Peppino per noi è rimasto sempre vivo
Come Padre Pino Puglisi, Falcone e Borsellino
Perché la mafia uccide solo il loro corpo
Ma il pensiero resta e non sarà mai morto
Dedicato a Peppino Impastato dal compagno Cracolici Salvatore
La to voci
'Nto scuru ri sti tempi
nca ri tristizza inchinu li manu
manu troppu stanchi ri cogghiri pizzudda ri sonnu
ca lu cori nutrica
e lu jornu sicca
la to vuci sfarda lu fogghiu ru celu
ca stiddiatu ri chiantu
canta li lamenti ri li genti
adduma li vampi ra giustizia
parra di diritti e d'uguaglianza
La to vuci tinci cu a russia ri la lotta stu cielo
ca cummogghia comu na matri amurusa
tutti li facci ri la nostra vita
ca e' una e stritta gira
comu n'aneddu nta lu coddu r'un prigioniero
la to vuci grira comu na bannera
contro mafia, patruna e parrini
e ncanta la fami ri sta terra
ca nni inchi lu cori cu li so beddizzi
e nni strinci lu pettu cu lu so duluri.
a to vuci è liberta’
e la liberta’ semu nuatri
ca cu li pugna chiusi
sciugghiemu li catini c’attacanu li pinseri
pi falli caminari vasci tra li genti
e abbrucenti comu u ventu ri scirocco.
si, la to voci semu nuoatri
ca a occhi aperti sunnamu
e di stu sogno nutricamu la nostra vita
Ore 15.00 Casa Memoria Impastato: “Centopassi antirazzisti” gara di velocità con i bambini delle scuole da Casa Impastato a Casa Badalamenti.
Ore 21.00 Atrio Comunale: “Costretti a raccontare” (Ballata teatrale per voce e corpo)di e con: Francesca Di Traglia,Luca Malinverni, e Marco Ripoldi.
8 maggio
Ore 15.00 Salone Comunale: Forum ambiente
Interverranno: Gino Sturniolo, Rete No Ponte; Vincenzo Miliucci, Confederazione Cobas Nazionale; Gioacchino Genchi, dirigente chimico Regione Sicilia; Alfonso di Stefano, promotore campagna “Smilitarizzazione di Sigonella”; Alfonso De Vito, Rete campana salute e ambiente. Parteciperanno esponenti di altre realtà siciliane che lottano per la salvaguardia del territorio. Coordina Carlo Bommarito.
Presentazione in anteprima del video “Una montagna di balle” sull'emergenza rifiuti in Campania.
Ore 21.00 Salone Comunale: Anteprima nazionale del nuovo videodi Fulvio Grimaldi sulla Palestina: “Araba fenice, il tuo nome è Gaza”. A seguire dance-hall presso il campeggio antimafia.
9 maggio
Ore 9.30 Salone Comunale: Forum Mafia e Antimafia
Interverranno: Franca Imbergamo, magistrato;Pia Blandano, preside Istituto Comprensivo Antonio Ugo, Palermo. Introduce e coordina Umberto Santino.
Presentazione libro di Giovanni Impastato a cura di Franco Vassia “Resistere a Mafiopoli. La storia di mio fratello Peppino Impastato”.
Ore 12.30 Presentazione fumetto di Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso sulla vita di Peppino Impastato, interverrà Salvo Vitale. Il pittore Gaetano Porcasi omaggerà Casa Memoria Impastato con un quadro dedicato a Peppino e Felicia.
Ore 16.30 Concentramento presso Radio Aut (Terrasini)
Ore 17.00 Partenza del corteo da Radio Aut (Terrasini) a Casa Memoria Impastato (Cinisi)
Ore 21.00 Piazza Vittorio Emanuele Orlando: Concerto con i Modena City Ramblers, Fabrizio Varchetta, Zen.it Posse.
10 maggio
Ore 9.30 Salone Comunale: Forum sul lavoro e la precarietà
Ore 15.00 Casa Memoria Impastato: estemporanea d’arte a cura degli studenti dell’Accademia di belle arti di Palermo
Ore 16.00 Salone Comunale: Forum Neofascismi e resistenze sociali
Interverranno: Graziella Bertozzo, No Vat; AntonellaDe Blasio, ricercatrice Università di Bologna; esponente del Collettivo Malefimmine – Palermo; Sara Crescimone, Open Mind Catania. Coordina Salvo Vitale.
Ore 20.30 Atrio comunale: “Il corpo parla” letture teatrali di monologhi femministi a cura dell’associazione Luminaria, il Collettivo Malefimmine e il Centro Antiviolenza Le Onde.
Video-documentario sulle Brigate di Solidarietà Attiva operanti a Tempera (frazione de L'Aquila).
La Segreteria nazionale del PRC ha deciso di organizzare le "brigate" di compagne e compagni del partito per offrire una solidarietà attiva alle popolazioni dell´Abruzzo colpite la notte del 6 aprile da un terribile terremoto.
Il video è stato realizzato dai compagni dei circoli "Peppino Impastato" di Partinico (PA) e "Vella" di Palermo il 2 maggio nel campo di San Biaggio e allo Spaccio Popolare "G. Di Vittorio" nella frazione di Tempera.
Al Sindaco del Comune di Partinico All’Ass. alle Politiche Giovanili
OGGETTO: BANDO PER L’AFFIDAMENTO IN CONCESSIONE DEL BENE CONFISCATO ALLA MAFIA DI VIA ENRICO FERMI 33-35
Avendo preso visione dell’avviso pubblico, divulgato presso il sito internet del Comune (www.comune.partinico.pa.it), col quale si deciderà a quali soggetti sarà concesso il bene confiscato ad Antonino Bonura (ubicato in via Enrico Fermi n. 33 – 35 identificato N.C.T. al foglio 12, particelle 1826 – 1828 – 1829) e considerato che la finalità del suddetto immobile è esplicitata sotto la forma “centro culturale – ricreativo per i giovani”, gli scriventi, “esponenti” del mondo giovanile di Partinico, si sentono in dovere di esporVi alcune osservazioni: sebbene sia doveroso porre in essere tutte le condizioni affinché l’aggiudicazione del bene comporti un utilizzo quanto più possibile proficuo dello stesso, riteniamo che le condizioni vincolanti per la presentazione della domanda di concessione siano assolutamente inaccessibili per larghissima parte del mondo delle associazioni e delle comunità giovanili;
se le reali motivazioni della concessione stanno nello stimolare e appoggiare con forza le Politiche Giovanili del nostro Comune, ci sembra paradossale che la durata della concessione venga rilasciata per un periodo minimo di 30 anni, non consentendo in tal modo ad intervalli meno lunghi un adeguato e dovuto ricambio generazionale;
siamo fortemente convinti che i punti fondamentali di tale bando andassero “concordati” direttamente con la realtà al servizio della quale l’edificio è stato destinato, ossia il mondo di noi giovani. Siamo aperti e fortemente disponibili ad un incontro, a nostro parere urgente, dove Voi Amministratori possiate valutare le nostre proposte o semplicemente discutere con noi delle vostre intenzioni.
Essendo convinti che purtroppo larga parte, se non l’intero mondo giovanile potrebbe essere tagliato fuori dall’attività del bene di cui si è disposta la concessione, sentiamo l’esigenza di CHIEDERE alla S.V. un impegno politico immediato affinché il bando venga revocato o almeno il piano terra dell’edificio venga destinato a centro ricreativo e polifunzionale per i giovani di Partinico e dell’intero comprensorio. Crediamo che seri e utili progetti da concretizzare nell’edificio di via Fermi (almeno nell’ampia parte del piano terra) possano essere:
1) dar vita ad una saletta studio con una piccola biblioteca annessa e qualche computer a disposizione per un collegamento internet (considerata anche la vicinanza a diverse scuole di diverso grado, ad esempio il liceo classico, l’IPAA o la scuola media);
2) mettere a disposizione un telo e un videoproiettore per la realizzazione di cineforum culturali settimanali;
3) destinare una sala ad attività come prove teatrali, musicali;
4) dare la possibilità alle associazioni giovanili e ai gruppi politici giovanili di avere a disposizione parte dei locali per i loro incontri periodici e per la realizzazione di convegni aperti alla cittadinanza;
5) trasferire lì la sede della consulta giovanile, se verrà rimessa in sesto; etc.
Il nostro territorio dispone di eccelse potenzialità giovanili in grado di fornire tantissime idee sull’utilizzo di questo possibile spazio di aggregazione, che potrebbe colmare almeno in parte l’assenza nel nostro territorio di luoghi attrattivi, culturali, ludici. Naturalmente, non è nostra intenzione che il bene divenga una semplice sede dei contenitori partitici e delle associazioni che Vi scrivono, ma un vero e proprio centro di aggregazione, che in quanto tale sia appunto a disposizione di qualunque seria realtà che ne richieda l’uso a fini ricreativi e sociali. Siamo sicuri di un positivo e propositivo riscontro. Si chiede risposta scritta entro 10 giorni.
Partinico, 04/05/09
Hanno sottoscritto: Giovani Comunisti/e, Giovani PD, Giovani IDV, Ass. EcoArte, Ass. EidosP.S.
I giovani promotori saranno in piazza domenica 10 maggio per una raccolta firma a sostegno del documento che oggi verrà presentato al Comune di Partinico. Naturalmente invitiamo tutti ad aderire e a darci attivamente una mano in questa battaglia giovanile. INFO: gianluca_89@hotmail.it o 3287252134
Compagni/e dopo 15 ore di viaggio siamo arrivati ieri sera alle 22:15 al campo di Tempera di via San Biagio. Ii compagni della mensa ci hanno accolto con un bel piatto di riso caldo e pane e porchetta. Dopo una chiaccherata con le persone del campo alle 00:30 anche il terremoto ci ha accolto con una lieve scossa. Questa mattina sveglia alle 07:00, e dopo la colazione ci siamo recati con i furgoni allo Spaccio Popolore "Giuseppe Di Vittorio" allestito dalle nostre Brigate di Solidarieta' Attiva. Qui abbiamo scaricato i materiali raccolti a Partinico e distribuito alla popolazione i viveri di prima necessita'. La popolazione e' commossa dal lavoro che stiamo portando avanti e ci ringrazia con le lacrime agli occhi. Il centro storico di Tempera e' distrutto. Al prossimo aggiornamento.
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