Ma il ricordo non unito all’azione ci intrappola in un senso di statica reiterazione del passato e di un’asfissiante accettazione del cancro che avvelena la nostra terra.
Il cammino che abbiamo scelto d’imboccare dovrà portarci a tessere nella realtà che ci circonda una fitta trama a sostegno dei più deboli.
Perché la mafia, prima ancora di essere un fenomeno politico ed economico è una condizione patologica e degenerata della società, che trova la sua matrice nello stato di bisogno della gente e che in periodi di crisi economica, come quello che stiamo vivendo, trova un terreno ancor più fertile.
La lotta alle mafie va affrontata, giorno per giorno, con ogni singola azione e coinvolgendo tutti i campi della vita sociale attraverso la costruzione di risposte concrete alle legittime istanze delle persone, facendo particolare attenzione alle necessità dei più bisognosi, tra le cui fila la mafia trova la sua “manodopera”.
Perché fino a quando Cosa Nostra verrà vista come una protezione o un’ancora di salvezza, fino a quando menti criminali potranno approfittare delle miserie della gente, la mafia prospererà e sarà padrona della nostra terra.
Questa è
Oggi più che mai il nostro impegno è legato con il filo della memoria alla lotta di Peppino Impastato.
I Giovani Comunisti/e rispondono con l’azione quotidiana alle parole di Felicia Impastato: “A voi altri ragazzi chiedo di lottare, questo vi chiedo. Di lottare. L’unione fa la forza.”
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