L 'uomo che non ha paura
Chi lo doveva dire
Di come doveva andare a finire
Di un ragazzo molto forte
Che da giovane ha conosciuto la morte
Abitava a due minuti dal mare e da un piccolissimo porto
E si vedeva atterrare dal suo terrazzo, gli aerei nel nuovissimo aeroporto
Già da piccolo aveva conosciuto il male
Suo padre aveva un conto da saldare
Grazie all’amico dell’amico si era aperto una nota pizzeria
Nella stradale vicinissimo alla linea della ferrovia
Così sapeva tutti i nomi e cognomi degli amici di papà
Che chinava la sua testa per non perdere la sua rispettabilità
Crescendo era diventato l’uomo che non aveva paura
Manifestando e protestando contro la famiglia e la sua cultura
Dopo tanto scrivere sui giornali locali del partito
Si apri insieme ai suoi compagni una radio di conflitto
E da quando nella sua radio trasmetteva le notizie losche del paese
Il boss Tano Badalamenti rimaneva immobile ad ascoltarlo, ma fremente
Ed ogni singolo cittadino disonesto non era più sorridente
Era diventato l’uomo che si doveva eliminare
Ma lui per l’elezioni, a sindaco, si fece candidare
Da quel momento la mafia si era sentita sconfitta
Non era riuscita a far paura, al piccolo comunista
Un uomo contro loro si era portato alle elezioni
Quindi non doveva arrivare al giorno delle votazioni!
L’offesa era arrivata ad un limite insopportabile
Quello che aveva fatto contro loro, era diventato inammissibile
Nella notte qualcosa aveva scosso i pavimenti
Ma in paese nessuno percepì quegli oscillamenti
Era il 9 maggio del ‘78 e a Cinisi la gente mormorava
Si udì l’urlo straziante di una madre che strillava
La notizia in mattinata era arrivata
Una bomba nella stazione è scoppiata!
Era stato un terrorista brigatista
Scrisse sui giornali ogni giornalista
Ma dopo tanti anni la verità venne a galla
Lo presero a calci e pugni come fosse una palla
Alla fine lo legarono nel binario pieno di tritolo
Un tasto cliccò il telecomando e Peppino prese il volo
Da quel momento i compagni lottarono per la verità
Ed è per questo che ogni anno lo ricordiamo nella sua città
Peppino per noi è rimasto sempre vivo
Come Padre Pino Puglisi, Falcone e Borsellino
Perché la mafia uccide solo il loro corpo
Ma il pensiero resta e non sarà mai morto
Dedicato a Peppino Impastato dal compagno Cracolici Salvatore
La to voci
nca ri tristizza inchinu li manu
manu troppu stanchi ri cogghiri pizzudda ri sonnu
ca lu cori nutrica
e lu jornu sicca
la to vuci sfarda lu fogghiu ru celu
ca stiddiatu ri chiantu
canta li lamenti ri li genti
adduma li vampi ra giustizia
parra di diritti e d'uguaglianza
La to vuci tinci cu a russia ri la lotta stu cielo
ca cummogghia comu na matri amurusa
tutti li facci ri la nostra vita
ca e' una e stritta gira
comu n'aneddu nta lu coddu r'un prigioniero
la to vuci grira comu na bannera
contro mafia, patruna e parrini
e ncanta la fami ri sta terra
ca nni inchi lu cori cu li so beddizzi
e nni strinci lu pettu cu lu so duluri.
a to vuci è liberta’
e la liberta’ semu nuatri
ca cu li pugna chiusi
sciugghiemu li catini c’attacanu li pinseri
pi falli caminari vasci tra li genti
e abbrucenti comu u ventu ri scirocco.
si, la to voci semu nuoatri
ca a occhi aperti sunnamu
e di stu sogno nutricamu la nostra vita
Poesia scritta da Valentina
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