Sabato 17 Aprile
ore 16.30
Piazza Massimo - Palermo
FUORI LA MAFIA DALLE ISTITUZIONI SICILIANE
ore 16.30
Piazza Massimo - Palermo
FUORI LA MAFIA DALLE ISTITUZIONI SICILIANE
“L’equivoco su cui spesso si gioca è questo: quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato quindi quel politico è un uomo onesto. E no, questo discorso non va perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire, beh, ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest’uomo è mafioso. Però siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato quindi è un uomo onesto. Il sospetto dovrebbe indurre soprattutto i partiti politici quantomeno a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti anche se non costituenti reati.” Paolo Borsellino (dalla lezione del 26 gennaio 1989 all’Istituto Tecnico Professionale di Bassano del Grappa)
Le indagini della magistratura che vedono coinvolto il presidente della Regione Lombardo e altri referenti istituzionali, così come l’arresto dell’arch. Liga e lo scioglimento per infiltrazioni mafiose di diversi comuni siciliani, destano profondo allarme e confermano l’esistenza di profonde zone grigie di contatto tra potere politico e ambienti collegati alla mafia.
L’affermata discontinutà con il cuffarismo da parte di Lombardo è stata da un lato esclusivamente propagandistica dall’altra finalizzata alla ristrutturazione del sistema di potere.
Chi continua ad appoggiare questo governo facendo da stampella al tutt’ora intatto sistema politico-clientelare, si rende complice di esso.
La natura clientelare del sistema di potere regionale implica l’assoggettamento e il ricatto di intere fasce sociali.
La sintonia con il governo nazionale nella demolizione della sanità pubblica e della scuola, l’assenza di un qualsiasi intervento sulle gravi questioni della crisi economica e occupazionale, la politica inutile delle grandi opere a fronte di un territorio martoriato dalle frane e dal dissesto idrogeologico, la distribuzione degli ultimi milioni di euro provenienti dalla comunità europea ad enti e aziende per la formazione fine a se stessa senza programmare incentivi seri per la ricerca e la reindustrializzazione della regione, il falso avviarsi di riforme mirate alla sola privatizzazione dei beni comuni e all’inserimento di nuove strutture e consulenze per ingrandire il bacino dei favoritismi, manifestano l’incapacità del governo Lombardo a far uscire la Sicilia da uno stato di crisi ormai strutturale e dal sottosviluppo che implica l’assoggettamento e il ricatto di intere fasce sociali a logiche clientelari.
Questa situazione, in assenza di efficaci e penetranti controlli politici e amministrativi, non può che agevolare l’insinuazione di interessi affaristici riconducibili a Cosa Nostra.
Avviare una nuova fase di rinnovamento della politica e di rilancio di una sana gestione della cosa pubblica, prepararsi a nuove elezioni, costruire una reale alternativa democratica e antimafiosa è dovere della società civile e delle organizzazioni politiche e sociali.
Per questo chiediamo:
* Le dimissioni immediate del Presidente della Regione e lo scioglimento dell’Assemblea regionale per non compromettere definitivamente il futuro di questa terra;
* Nuove elezioni per l’avvio di una fase di rinnovamento delle politiche regionali;
* La centralità della dimensione etica nella politica a partire dall’esclusione dalle liste elettorali di candidati indagati e/o collusi con la mafia.
Le indagini della magistratura che vedono coinvolto il presidente della Regione Lombardo e altri referenti istituzionali, così come l’arresto dell’arch. Liga e lo scioglimento per infiltrazioni mafiose di diversi comuni siciliani, destano profondo allarme e confermano l’esistenza di profonde zone grigie di contatto tra potere politico e ambienti collegati alla mafia.
L’affermata discontinutà con il cuffarismo da parte di Lombardo è stata da un lato esclusivamente propagandistica dall’altra finalizzata alla ristrutturazione del sistema di potere.
Chi continua ad appoggiare questo governo facendo da stampella al tutt’ora intatto sistema politico-clientelare, si rende complice di esso.
La natura clientelare del sistema di potere regionale implica l’assoggettamento e il ricatto di intere fasce sociali.
La sintonia con il governo nazionale nella demolizione della sanità pubblica e della scuola, l’assenza di un qualsiasi intervento sulle gravi questioni della crisi economica e occupazionale, la politica inutile delle grandi opere a fronte di un territorio martoriato dalle frane e dal dissesto idrogeologico, la distribuzione degli ultimi milioni di euro provenienti dalla comunità europea ad enti e aziende per la formazione fine a se stessa senza programmare incentivi seri per la ricerca e la reindustrializzazione della regione, il falso avviarsi di riforme mirate alla sola privatizzazione dei beni comuni e all’inserimento di nuove strutture e consulenze per ingrandire il bacino dei favoritismi, manifestano l’incapacità del governo Lombardo a far uscire la Sicilia da uno stato di crisi ormai strutturale e dal sottosviluppo che implica l’assoggettamento e il ricatto di intere fasce sociali a logiche clientelari.
Questa situazione, in assenza di efficaci e penetranti controlli politici e amministrativi, non può che agevolare l’insinuazione di interessi affaristici riconducibili a Cosa Nostra.
Avviare una nuova fase di rinnovamento della politica e di rilancio di una sana gestione della cosa pubblica, prepararsi a nuove elezioni, costruire una reale alternativa democratica e antimafiosa è dovere della società civile e delle organizzazioni politiche e sociali.
Per questo chiediamo:
* Le dimissioni immediate del Presidente della Regione e lo scioglimento dell’Assemblea regionale per non compromettere definitivamente il futuro di questa terra;
* Nuove elezioni per l’avvio di una fase di rinnovamento delle politiche regionali;
* La centralità della dimensione etica nella politica a partire dall’esclusione dalle liste elettorali di candidati indagati e/o collusi con la mafia.
LOMBARDO DIMETTITI! UN’ALTRA REGIONE E’ POSSIBILE
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