L’avevamo dovuta sopportare
fino ad aprile, quando una puzza più nauseabonda del solito aveva per due
settimane oppresso l’aria di Partinico, e quando l’ARPA, che per definizione
dovrebbe essere l’agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente (nel caso
di Partinico e della distilleria Bertolino il condizionale è d’obbligo),
delirava nel dare le risposte ai malumori della cittadinanza. Dichiarava infatti
che la situazione era assolutamente normale e affermava, in ogni caso, la
propria impotenza ad intervenire perché, per constatare la presenza della puzza
a Partinico, c’era la necessità di posizionare dei “nasi elettronici” o di
spedire in città un gruppo di “esaminatori umani addestrati”. Motivazione che
fanno ridere persino un bambino.
In data odierna, la canna
fumaria della distilleria Bertolino ha ripreso ad emettere le nubi ormai note
alla città. Senza che nessuna istituzione, il Comune o gli altri enti
competenti in materia ambientale, imponga l’installazione di meccanismi di
deodorazione più efficaci al gruppo industriale che da decenni a Partinico
agisce in assoluta libertà.
D’altronde, noi lo avevamo
detto. Prima di costruire il nuovo mega impianto industriale nelle contrade
Bosco e Sant’Anna (in virtù dell’accordo con l’amministrazione che stava quasi
per regalare l’intera città all’azienda Bertolino), la distilleria rimarrà in
funzione ancora per diversi anni. E si sta verificando quello che temevamo di
più: oltre all’assenza di vincoli e garanzie per i cittadini riguardo al
presunto nuovo impianto, l’assenza di controlli sull’attuale industria. Una
sorta di sentito ringraziamento da parte dell’amministrazione (e degli altri
organi che hanno sempre avuto paura di avere a che fare con la signora
Bertolino).
Ricapitoliamo. La
distilleria si è fatta promettere mari e monti dall’attuale amministrazione (e
magari ne diventerà anche lo sponsor elettorale) per un percorso di dismissione
e nuova costruzione ancora tutto da verificare. Nel frattempo, per ora e per i
prossimi anni, può lavorare in assoluta tranquillità in misura maggiore
rispetto al passato perché l’amministrazione si sente quasi in debito nei suoi
confronti. Degli altri enti controllori, come l’ARPA, non si hanno né si
avranno notizie.
E, come al solito, a
vigilare sull’industria ci saranno “i
soliti quattro comunisti, reazionari e conservatori, pazzi e mal pensanti”.
Partinico 28/08/2012
Partito
della Rifondazione Comunista
Circolo
“Peppino Impastato” - Partinico
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