sabato 26 settembre 2009
venerdì 25 settembre 2009
INTESTAZIONE SIMBOLICA A PEPPINO IMPASTATO DI UNA STRADA A PARTINICO

Abbiamo scelto questo luogo perché le pratiche d’intestazione proprio di questa strada alla memoria del militante rivoluzionario, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978, durante il mandato del commissario straordinario Bonura sono state praticamente quasi del tutto completate. L’amministrazione di Partinico di fatto dovrebbe soltanto portare a termine la pratica.
Dopo aver scritto una lettera al sindaco Lo Biundo e chiesto a gran voce tale intestazione, non avendo ricevuto alcuna risposta, tentiamo con questo gesto simbolico di smuovere la coscienza di questa giunta, dimostrando che la memoria del nostro eroe siciliano è assai viva.
Perciò invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare, perché solamente non dimenticando il passato possiamo migliorare il nostro futuro.
Partito della Rifondazione Comunista – sezione Peppino Impastato di Partinico
BORGETTO VA A PONTERANICA... E PARTINICO?!
A Partinico abbiamo inviato una lettera al sindaco Salvo Lo Biundo, ma come al solito nessuna risposta, chiamata, sms, email, cenno di vita (e poi dicono che non siamo propositivi! scommetto che il sindaco avrà almeno un cassetto pieno di nostre lettere e interrogazioni). Con la speranza che al di là di una risposta, anche Partinico possa avere la sua strada e/o bene intestato alla memoria di Peppino e che Borgetto nel giro di poche settimane comunichi quale bene verrà intestato a Peppino Impastato, nel frattempo siamo felici di allegarvi questa notizia.
Gianluca Ricupati - Giovani Comunisti/e Partinico
Borgetto: un sabato speciale contro mafia e razzismo. Una delegazione va a Ponteranica e in paese momenti di rilessioni con "I Cento Passi "
Borgetto, 25 settembre 2009 - Domani, una delegazione di Borgetto parteciperà alla manifestazione organizzata a Ponteranica (BG) contro l’iniziativa del sindaco di rimuovere la targa di Peppino Impastato dalla biblioteca comunale.
Alla manifestazione di protesta, dietro al gonfalone, saranno presenti alcuni consiglieri comunali, di entrambi gli schieramenti, con in testa il Sindaco Giuseppe Davì. Il primo cittadino, nei giorni scorsi, aveva inviato una lettera aperta al presidente del consiglio comunale in cui proponeva l’apertura di un dibattito per intitolare la nascente biblioteca comunale alla memoria del giornalista e militante di sinistra ucciso dai killer del boss Tano Badalamenti, a Cinisi, il 9 maggio 1978.
La decisione di partecipare alla manifestazione con una rappresentanza e il gonfalone comunale è stata presa a seguito delle numerose segnalazioni raccolte su Facebook. Da mesi, il Comune di Borgetto utilizza una pagina istituzionale sul celebre social network come strumento di informazione e comunicazione con i cittadini. In tanti hanno suggerito l’idea di presenziare alla manifestazione di domani pomeriggio.
E mentre la delegazione borgettana sarà impegnata a manifestare per le vie di Ponteranica, in paese le iniziative di protesta contro i tentativi di deturpazione della memoria storica continuano con la proiezione del film “ I cento passi” di Marco Tullio Giordana.
La pellicola, che ripercorre la vita privata e politica di Peppino Impastato, sarà proiettata ad alunni, docenti e semplici cittadini, alle ore 16.30 presso la Scuola Media Salomone Marino.
mercoledì 23 settembre 2009
UNA TARGA PER PEPPINO IMPASTATO NELLE NOSTRE SCUOLE!
Abbiamo realizzato un volantino che stiamo facendo girare nelle scuole di tutta la provincia di Palermo. Chiunque voglia aiutarci e lavorare con noi a questa iniziativa, può contattarci all'indirizzo mail gianluca_89@hotmail.it o al numero 3287252134.
Le tappe dell'iniziativa all'interno delle scuole potrebbero essere: innanzitutto una petizione; poi la richiesta con le firme raccolte al consiglio di istituto: se non dovessero apporre la targa potremmo metterla simbolicamente noi "fai da te" su cartoncino.
Chi ci sta?
Gianluca Ricupati - Giovani Comunisti/e Partinico

domenica 20 settembre 2009
Presentato dossier sull'assegnazione del bene confiscato di Via Fermi alla Commissione Regionale Antimafia
OGGETTO: INCOERENTE ASSEGNAZIONE DEL BENE CONFISCATO DI VIA FERMI 33-35, SITO IN PARTINICO, RISPETTO ALLA FINALITÀ ASSEGNATA ALL’EDIFICIO DAL CONSIGLIO COMUNALE
Alleghiamo alla presente una documentazione che approfondisce le argomentazioni che invece in questa sede cercheremo di rendere quanto più sinteticamente e chiaramente possibile.
In data 4 maggio 2009, dopo aver preso visione del bando per l’affidamento in concessione del bene confiscato ad Antonino Bonura in via Enrico Fermi n°33-35 (Allegato A), gli scriventi hanno sentito subito la necessità di evidenziare all’amministrazione comunale di Partinico, guidata dal sindaco Salvatore Lo Biundo, senza nutrire a priori alcun pregiudizio, che le condizioni vincolanti per la presentazione della domanda di concessione erano assolutamente inaccessibili per il mondo delle associazioni e delle comunità giovanili. In modo costruttivo, ci siamo sentiti in dovere di pressare il Comune affinché il bando, del quale abbiamo elencato gli aspetti negativi, venisse revocato e di conseguenza venisse avviato un tavolo di discussione direttamente con il mondo giovanile di Partinico per porre insieme le basi di un eventuale successivo bando. Avevamo anche proposto, considerate le difficoltà di revoca di un bando ormai pubblicato, alla suddetta giunta comunale, attraverso una lettera scritta (Allegato B), di prendere un impegno politico immediato affinché almeno il piano terra dell’edificio venisse destinato a centro ricreativo e polifunzionale per i giovani di Partinico e dell’intero comprensorio. >>> continua a leggere
sabato 19 settembre 2009
VIA DALLA GUERRA, SUBITO!

PRC, PdCI E SOCIALISMO 2000 HANNO GIà ORGANIZZATO UN SIT IN SOTTO MONTECITORIO PER IL RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE CON LE BANDIERE LISTATE A LUTTO Dichiarazione di Paolo Ferrero, segretario nazionale del Prc-Se Alle famiglie delle vittime dell'attentato che ha subito un mezzo militare dell'Esercito italiano a Kabul va tutta alla nostra piena solidarietà, il nostro profondo cordoglio e un abbraccio forte, però non possiamo esimerci dal notare come la presenza del contingente militare italiano in Afghanistan è frutto e figlia di una scelta politica e strategica, oltre che militare, assurda e sbagliata. Le truppe italiane vanno ritirate subito. Peraltro, anche la giustificazione della loro presenza con la necessità di garantire lo svoglimennto di elezioni libere e democratiche, in Afghanistan, è stata del tutto vana e inutile, come dimostrano ed hanno denunciato i colossali brogli subiti dalle opposizioni al governo Karzai, denunce fatte da tutti gli osservatori internazionali, da quelli dell'Onu a quelli dell'Unione Europea. Il governo karzai è un governo fantoccio, succube alla politica statunitense, e odiato dai suoi stessi cittadini. L'amministrazione Obama, se vuole davvero dare il segno del cambiamento, dall'era Bush, anche in politica estera, sgomberi l'Afghanistan dalle sue truppe, convinca gli alleati occidentali a fare lo stesso e garantisca all'Onu la possibilità di dare il via a una vera, seria e reale conferenza di pace, che va fatta con tutti, anche con i nemici talebani. L'Italia assecondi questo progetto, e torni ad avere un filo di credibilità internazionale, ordinando l'immediato rientro a casa dei nostri soldati. |
lunedì 14 settembre 2009
RICHIESTA AL COMUNE DI PARTINICO DI INTESTARE UNA STRADA E/O UN BENE A PEPPINO IMPASTATO
Giovani Comunisti/e Sezione Peppino Impastato di Partinico
Corso dei Mille 141, Partinico
Indirizzo mail: gianluca_89@hotmail.it Recapito telefonico: 3287252134Al sindaco di Partinico, Salvatore Lo Biundo
p.c. alla stampa
OGGETTO: INTESTAZIONE DI UN BENE E/O UNA STRADA ALLA MEMORIA DI PEPPINO IMPASTATO
Alla luce della rimozione della targa dedicata a Peppino Impastato dalla biblioteca di Ponteranica (BG) che ha suscitato l’indignazione di tutto il popolo italiano, riteniamo che sia doveroso dedicare qui a Partinico (città nella quale Peppino frequentò il liceo classico, a pochi chilometri da Cinisi, suo paese natale) una strada e/o un bene alla memoria di questo eroe siciliano, ucciso barbaramente dalla mafia il 9 maggio 1978.
In risposta al vile atto del sindaco leghista, in ottemperanza alla pratica già evasa dall’ex commissario straordinario Saverio Bonura, ma soprattutto in onore ad un ragazzo la cui attività antimafiosa ebbe come fulcro d’azione anche la nostra città,
CHIEDIAMO
alla S.V. di procedere all’intestazione di un bene e/o di una strada alla memoria di Peppino Impastato.
A chiederlo non sono soltanto i Giovani Comunisti/ di Partinico, ma l’intero popolo italiano.
Certi che non nutrirà alcuna esitazione nel portare a termine questa pratica in tempi strettissimi, le porgiamo distinti saluti.
Giovani Comunisti/e – sezione “Peppino Impastato” di Partinico
venerdì 11 settembre 2009
UN SINDACO LEGHISTA RIMUOVE LA TARGA DEDICATA A PEPPINO IMPASTATO

La motivazione: meglio onorare personaggi locali. Nel caso specifico, il sacerdote Giancarlo Baggi, morto nove anni fa. In realta' la targa a Impastato sarebbe potuta restare fino al maggio prossimo, visto che per dedicare la biblioteca al sacerdote bisogna, secondo la legge, aspettare che scadano i dieci anni dalla morte. Ma il sindaco Cristiano Aldegani (che aveva anche tentato di agire con procedura d'urgenza ma era stato stoppato dalla prefettura) ha voluto comunque togliere la dedica al giovane siciliano per sostituirla, nel frattempo, con la semplice scritta 'Biblioteca comunale di Ponteranica'. Nei giorni scorsi la notizia era arrivata all'associazione Libera e all'associazione 'Peppino Impastato' che con l'Arci di Bergamo si erano appellate ad Aldegani mandandogli una lettera per chiedergli un incontro al quale avrebbe partecipato il fratello di Peppino Impastato per cercare di fargli cambiare idea, informandolo anche della loro 'ferma determinazione a porre in campo tutte le iniziative di tutela della memoria di Peppino'.
Ma il sindaco e' andato avanti per la sua strada.
REAGIAMO!!
FACCIAMO ARRIVARE MIGLIAIA DI EMAIL AL SINDACO Cristiano Simone Aldegani da tutta Italia
INDIRIZZI:
sindaco@comune.ponteranica.bg.it
info@comune.ponteranica.bg.it
comune.ponteranica.bg@cert.legalmail.it
LA PROTESTA NON SI FERMA QUI. Perché meravigliarsi del gesto di un sindaco leghista e razzista, quando nei comuni limitrofi a quello in cui viveva Peppino soltanto pochi coraggiosi sindaci hanno voluto intestare qualche strada o bene comunale alla memoria di Peppino Impastato?
A questo punto la rabbia diventa ancora più grande.
PERCIO', SCRIVIAMO DELLE RICHIESTE FORMALI ALLE AMMINISTRAZIONI DEI NOSTRI COMUNI, CHIEDENDO L'INTESTAZIONE DI UN BENE O DI UNA STRADA A PEPPINO IMPASTATO.
SAREBBE ANCHE UN GRANDE GESTO SIMBOLICO RIEMPIRE DI TARGHE SIMBOLICHE (semplici fogli di carta con l'immagine di Peppino) I NOSTRI PAESI E LE NOSTRE CITTA'. Attiviamoci!!
gruppo su facebook "Per rimettere la targa a Peppino Impastato a Ponteranica" clicca qui
Giovani Comunisti/e Partinico - (orgogliosamente) SEZIONE PEPPINO IMPASTATO
COMUNICATO STAMPA – DA BORGETTO UN VERO ATTO DI SOLIDARIETÀ
Con grande piacere abbiamo ricevuto l’invito da parte del sindaco di Borgetto, Giuseppe Davì, e del vicesindaco assessore alla solidarietà sociale, Vito Riina, che hanno con forza voluto renderci parte di una concreta e indescrivibile iniziativa di solidarietà alla luce delle iniziative di sostegno al popolo d’Abruzzo che all’indomani del terremoto il nostro circolo di Partinico ha immediatamente avviato. Abbiamo assistito allo sforzo attivo di una amministrazione, che veramente ha messo in atto quello che è, a nostro avviso, il significato più profondo del termine solidarietà: il venire incontro alle esigenze e ai disagi di qualcuno che ha bisogno di un aiuto.
E bambini che hanno perso propri cari, le loro case, i loro giocattoli, il loro mondo quotidiano e si trovano a vivere nelle tendopoli, quelle di Scoppito, in una realtà molto più grave e pesante di quella che le televisioni ci mostrano, sono bambini ai quali un’esperienza del genere ha donato una settimana di tranquillità, di sorrisi, di divertimento, di alienazione dalla difficile situazione nella quale si trovano a vivere.
Con loro, pronti ad interagire, ad offrire tutta la loro vivacità, altri bambini, quelli di Borgetto, i più bisognosi d’aiuto e di sostegno per le loro condizioni familiari o per i loro problemi di salute.
Possiamo dire di aver preso parte ad una bellissima esperienza. Osservare la serenità e l’interazione reciproca tra i bambini abruzzesi e quelli siciliani ha suscitato in noi delle emozioni che sarebbe molto difficile provare a descrivere in poche parole.
A loro abbiamo voluto donare dei simbolici braccialetti portafortuna dal color verde, simbolo della speranza. La speranza che essi possano crescere felici e ritrovare gradualmente la totale serenità che si meritano, la speranza che gesti come quelli dell’amministrazione di Borgetto possano essere d’esempio per tutti coloro che invece di solidarietà ne parlano solo per immagine, personale e “comunale”.
Infine, cogliamo l’occasione per ringraziare direttamente il sindaco e il vicesindaco di Borgetto per la sensibilità che hanno dimostrato riconoscendo il nostro lavoro a favore della popolazione abruzzese, riconoscenza di cui invece da parte dell’amministrazione Lo Biundo di Partinico, città nella quale operiamo principalmente, non abbiamo visto neppure l’ombra. L’importante è tuttavia aver aiutato il popolo d’Abruzzo e di questo possiamo andarne fieri.
Giovani Comunisti/e – circolo Peppino Impastato di Partinico
lunedì 7 settembre 2009
Ritiro della delibera sul pedaggio per accedere alla cittadella universitaria
Palermo 7 settembre 2009
Giovani Comunisti/e - Federazione di Palermo
mercoledì 2 settembre 2009
IL PRC IN PRIMA FILA NEL COMITATO DI LOTTA PER LA DIFESA DELLA DIGA JATO E DELL'AGRICOLTURA DEL COMPRENSORIO

Le basi della discussione sono state poste grazie al contributo fondamentale del dott. Gaspare Lo Grasso, agronomo nonché imprenditore agricolo del comprensorio, che ha evidenziato l’importanza di costruire un progetto a medio e lungo termine, che non abbia come esclusivo obiettivo quello di porre in essere solamente una iniziativa ad esclusivo carattere d’emergenza, per ottenere pochissimi risultati in un brevissimo lasso di tempo, come si cerca di fare ogni anno con risultati scadenti.
Invece in questi pochi punti si segna l’inizio di un progetto che attraverso i contenuti faccia in modo che coloro che ci governano non possano sbattere la porta in faccia ad un territorio, che dimostreremo essere un importante fulcro dell’attività economica siciliana: A) tavolo di analisi sulla potenzialità agricola e lavorativa del nostro territorio, attraverso mirate indagini statistiche che puntino a rilevare qual è il fatturato nel settore agricolo del comprensorio di Partinico, qual è il livello occupazionale nel solo settore primario e quali sono le variazioni, naturalmente in negativo, che subiscono questi dati di fronte ad una crisi economica globale, ma soprattutto ad un settore dimenticato dalle istituzioni e dalla politica e per questo non tutelato da decenni. B) pubblicazione, attraverso assemblea pubblica, di tali dati che renderanno palese al mondo della politica, delle istituzioni, della stessa società civile la necessità di intervenire al più presto per la salvaguardia del settore, che con minimi investimenti riesce a portare a casa un fatturato importante e che offre migliaia di posti di lavoro, tutt’oggi gravemente a rischio. C) verifica delle alleanze politiche e sociali per intraprendere una lotta, fatta dei contenuti già evidenziati e non soltanto di parole, che seppur giuste per anni sono state snobbate da chi è così cieco da non vedere nell’agricoltura non solo la principale attività siciliana, ma anche una delle basi di un’intera economia nazionale.
Come avevamo scritto, l’assemblea ha confermato la convinzione che il problema sia essenzialmente di tipo politico. Malgrado le difficoltà, anche adesso il prodotto, seppur mal pagato, si vende. E dal 31 dicembre 2008 la Sicilia potrebbe sfruttare la possibilità di interazione con l’area africana, quella maghrebina in particolare, per essere non soltanto uno dei principali paesi di esportazione nel mondo dei proprio prodotti, ma anche una testa di ponte, e quindi di lavorazione, dei prodotti africani per l’Europa del Nord.
Dimostrando la produttività e l’attività dell’agricoltura locale, una diretta conseguenza è la richiesta di una razionale e democratica distribuzione di acqua tra le campagne. La gestione della diga Jato si è dimostrata negli ultimi anni ancor più fallimentare che in precedenza. È inaccettabile che a causa dell’incuranza della politica e delle istituzioni, risorse che sono distribuite tra le varie società consortili e quindi vere e proprie occasioni per risollevare le sorti idriche di questo comprensorio vadano inesorabilmente sprecate (ad esempio i recenti 50 milioni di euro, di cui però il consorzio di bonifica Palermo 2 non ha visto neppure l’ombra, ci chiediamo il perché vista la forte necessità del territorio e la grave situazione della rete idrica locale). Tenuto conto che la nostra area, dopo la battaglia di Danilo Dolci, alla cui memoria intendiamo avviare questa lotta, proprio grazie all’acqua dell’invaso Poma riuscì ad aumentare di molto la propria produttività.
Ma le proposte non finiscono qui: il contributo del presidente dell’associazione Liberacqua Onlus, Salvo La Spisa, ha evidenziato la necessità di pensare non soltanto alla situazione del presente, ma anche a quella che ci troveremo dinnanzi fra 10-20 anni quando probabilmente l’acqua della diga Jato dovrà essere tutta destinata ad uso civile e le campagne in questo modo non avranno più alcuna fonte di approvvigionamento. Alcune soluzioni ci sono e si chiamano dissalazione (attualmente scartata per dei costi eccessivi), ma soprattutto utilizzo delle acque reflue dei depuratori di 4° livello. È paradossale spiegarvi che le acque di scarto che escono dai depuratori subiscono poi altri due processi di eliminazione di azoto e di fosforo solo per essere buttate a mare ed evitare danni alla flora e alla fauna marina. Sarebbe più facile e più vantaggioso invece riutilizzare tale acqua, contenente già sostanze utili per i campi, direttamente nelle campagne attraverso una distribuzione assolutamente gratuita. Basterebbe che l’Acque Potabili Siciliane avviasse la costruzione di un mega impianto consortile e come si dice prenderemmo due piccioni con una fava.
Qualcosa si sta muovendo. Al comitato hanno aderito parecchi agricoltori, convinti che la strada tracciata sia quella più giusta per arrivare a qualche risultato concreto e permanente. È ora che tutti diano il proprio contributo. Per contattarci gianluca_89@hotmail.it - 3287252134.
I membri del comitato
Lo Grasso Gaspare |
Ricupati Gianluca |
Marchese Salvatore |
Di Trapani Giuseppe |
Lo Baido Antonio |
Cinquemani Nino |
Costanzo Toti |
Randazzo Salvo |
Manzella |
Palazzolo Giuseppe |
La Spisa Salvatore |
Soresi Elisa |
Rappa Vito |
Vitale Giuseppe |
Lo Iacono Alberto |
Vitale Vito |
Randazzo Giuseppe |
Randazzo Antonino |
Bono Salvatore |
Antonio Salvia |
UNA SENTENZA A META’ STRADA TRA LA VERITA’ E LA RAGION DI STATO
Giorno 26 agosto 2009 la Corte Europea dei Diritti Umani ha reso pubblica la decisione sul ricorso presentato dalla famiglia Giuliani riguardo l’omicidio di Carlo.
Si tratta di una sentenza che non rende giustizia e verità su ciò che accadde il 20 luglio 2001 in piazza Alimonda, ma che comunque contiene una condanna nei confronti dell’Italia, una condanna pesante: la Corte reputa che l’inchiesta sull’omicidio di Carlo Giuliani condotta dall’Italia avrebbe dovuto valutare “aspetti dell’organizzazione e della gestione dell’ordine pubblico” e non limitarsi all’esame della responsabilità di Filippo Cavataio e Mario Placanica, i due agenti presenti sul defender dal quale partì il colpo, “poiché c’è un legame tra il colpo mortale e la situazione nella quale i due agenti si sono trovati. In altri termini l’inchiesta non è stata adeguata nella misura in cui non ha ricercato quali siano state le persone responsabili di questa situazione”. Dunque la Corte condanna l’Italia perchè non ha accertato le responsabilità politiche e della catena di comando che hanno portato alle violenze di Genova e all’omicidio di Carlo. Dunque si tratta di una sentenza che fa luce su una parte della verità, in linea con quanto denunciamo da tempo: dietro i fatti di Genova si cela una precisa regia politica sia rispetto alle violenze contro i manifestanti da parte degli apparati repressivi dello Stato sia successivamente al momento delle indagini che avrebbero dovuto portare all’individuazione dei responsabili dell’omicidio di Carlo. La sentenza infatti stabilisce che “la Corte reputa increscioso che la procura abbia autorizzato la cremazione del cadavere ben prima di conoscere i risultati dell’autopsia”, cremazione che ha impedito di prelevare il frammento metallico che si trovava nel corpo di Carlo e che avrebbe consentito di effettuare una perizia balistica per risalire all’autore dell’omicidio.
Ovviamente le televisioni e i giornali non potevano che dare risalto solo alla parte della sentenza che stabilisce che Mario Placanica, il carabiniere che ha ucciso Carlo ha agito per legittima difesa, nel tentativo di chiudere un capitolo vergognoso della storia italiana e zittire tutti coloro che ancora denunciano la gestione criminale del G8 di Genova del 2001, di cui il governo Berlusconi si rese responsabile, culminata con un omicidio di stato, nonché le responsabilità dei vertici della polizia, tutti prontamente assolti dai giudici italiani nei due processi sulle torture di Bolzaneto e il massacro della Diaz e poi promossi dai successivi governi di centrodestra e centrosinistra.
martedì 1 settembre 2009
Contro le leggi fasciste e razziste del governo Berlusconi
In un momento storico di profonda crisi economica, che sta causando un aumento vertiginoso della disoccupazione e un crescente impoverimento dei ceti medi, il Governo Berlusconi, in linea con i precedenti governi di centro-destra e centro-sinistra, si ostina ad imporci le ormai fallimentari ricette neoliberiste (smantellamento del Welfare attraverso la privatizzazione della sanità, della scuola, dell’università, dei servizi in generale, limitazione del diritto di sciopero, riduzione di stipendi e salari mediante l’attacco al Contratto Collettivo Nazionale) sfruttando la complicità di una ormai inesistente opposizione politica e sindacale.
L’inevitabile effetto di tutto ciò è sotto gli occhi di tutti: una progressiva ed inarrestabile crescita del conflitto sociale contro la quale il Governo sta effettuando una forte stretta repressiva nel tentativo di assicurare al proprio elettorato la pace sociale.
Il Governo infatti sta da un lato prendendo atto senza intervenire dei quotidiani fallimenti delle piccole e medie imprese e della crescente delocalizzazione degli stabilimenti produttivi delle grandi imprese alla ricerca di manodopera a bassissimo costo, dall’altro cerca di sedare le tensioni sociali con la repressione, al fine di eliminare qualsiasi soggettività antagonista che si oppone alle politiche governative e rivendica il diritto al lavoro e gli altri diritti sociali negati.
Il tutto accompagnato dal silenzio delle televisioni e della stampa(con pochissime eccezioni) ormai del tutto asservite, che invece conducono quotidianamente e a ritmo martellante campagne mediatiche che preparano il terreno culturale alle politiche di esclusione sociale adottate dal Governo contro i più deboli(i migranti, i senza-casa, i vecchi e nuovi poveri).In questo quadro si inserisce la deriva xenofoba e razzista di stampo leghista che ha come obiettivo la criminalizzazione e clandestinizzazione del migrante, che viene costretto a vivere nell’illegalità, a subire condizioni di sfruttamento disumane per mano di italiani senza scrupoli, a nascondersi nei ghetti, ma che ha anche e soprattutto un altro obiettivo, quello dell’abbassamento del costo del lavoro, che per il migrante è sempre in nero, o quando è regolare, essendo un soggetto debole e ricattabile, è sempre sottopagato.
Il risultato normativo delle politiche repressive e della deriva leghista, che considera il migrante solo come manodopera da sfruttare e mai come persona titolare di diritti, è il famigerato “Pacchetto Sicurezza”, entrato in vigore l’8 agosto 2009. Testo normativo ribattezzato cosi sull’onda della retorica della sicurezza tanto cara a governo e opposizione utilizzata da entrambi per accaparrarsi i voti di un ceto medio sempre più frustrato e “insicuro” a causa della crisi economica.
Questa legge, incostituzionale in molte sue parti secondo numerosi giuristi, prevede la criminalizzazione del migrante irregolare con l’introduzione del reato di immigrazione clandestina,fortissime limitazioni dei diritti civili e sociali, nonché l’istituzione delle famigerate ronde congiuntamente all’aumento della presenza dei militari nelle città. Gli effetti di questa normativa saranno devastanti perché l’obbligo di denuncia per i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio produrrà un clima di terrore per i migranti irregolari che li porterà, per paura della denuncia con conseguente espulsione, a rinunciare alle cure mediche, all’istruzione e li obbligherà alla ghettizzazione.
Davanti ad una barbarie simile noi rivendichiamo il modello di una società interetnica e interculturale basata sulla solidarietà e l’accoglienza e sosteniamo che la vera sicurezza di cui abbiamo bisogno non è quella finta che deriva dalla presenza di uomini in divisa ma quella vera del lavoro, del diritto alla casa, dell'istruzione pubblica e in genere della garanzia dei diritti sociali per tutti!
Giovani Comunisti - Sezione Peppino Impastato di Partinico