In un momento storico di profonda crisi economica, che sta causando un aumento vertiginoso della disoccupazione e un crescente impoverimento dei ceti medi, il Governo Berlusconi, in linea con i precedenti governi di centro-destra e centro-sinistra, si ostina ad imporci le ormai fallimentari ricette neoliberiste (smantellamento del Welfare attraverso la privatizzazione della sanità, della scuola, dell’università, dei servizi in generale, limitazione del diritto di sciopero, riduzione di stipendi e salari mediante l’attacco al Contratto Collettivo Nazionale) sfruttando la complicità di una ormai inesistente opposizione politica e sindacale.
L’inevitabile effetto di tutto ciò è sotto gli occhi di tutti: una progressiva ed inarrestabile crescita del conflitto sociale contro la quale il Governo sta effettuando una forte stretta repressiva nel tentativo di assicurare al proprio elettorato la pace sociale.
Il Governo infatti sta da un lato prendendo atto senza intervenire dei quotidiani fallimenti delle piccole e medie imprese e della crescente delocalizzazione degli stabilimenti produttivi delle grandi imprese alla ricerca di manodopera a bassissimo costo, dall’altro cerca di sedare le tensioni sociali con la repressione, al fine di eliminare qualsiasi soggettività antagonista che si oppone alle politiche governative e rivendica il diritto al lavoro e gli altri diritti sociali negati.
Il tutto accompagnato dal silenzio delle televisioni e della stampa(con pochissime eccezioni) ormai del tutto asservite, che invece conducono quotidianamente e a ritmo martellante campagne mediatiche che preparano il terreno culturale alle politiche di esclusione sociale adottate dal Governo contro i più deboli(i migranti, i senza-casa, i vecchi e nuovi poveri).In questo quadro si inserisce la deriva xenofoba e razzista di stampo leghista che ha come obiettivo la criminalizzazione e clandestinizzazione del migrante, che viene costretto a vivere nell’illegalità, a subire condizioni di sfruttamento disumane per mano di italiani senza scrupoli, a nascondersi nei ghetti, ma che ha anche e soprattutto un altro obiettivo, quello dell’abbassamento del costo del lavoro, che per il migrante è sempre in nero, o quando è regolare, essendo un soggetto debole e ricattabile, è sempre sottopagato.
Il risultato normativo delle politiche repressive e della deriva leghista, che considera il migrante solo come manodopera da sfruttare e mai come persona titolare di diritti, è il famigerato “Pacchetto Sicurezza”, entrato in vigore l’8 agosto 2009. Testo normativo ribattezzato cosi sull’onda della retorica della sicurezza tanto cara a governo e opposizione utilizzata da entrambi per accaparrarsi i voti di un ceto medio sempre più frustrato e “insicuro” a causa della crisi economica.
Questa legge, incostituzionale in molte sue parti secondo numerosi giuristi, prevede la criminalizzazione del migrante irregolare con l’introduzione del reato di immigrazione clandestina,fortissime limitazioni dei diritti civili e sociali, nonché l’istituzione delle famigerate ronde congiuntamente all’aumento della presenza dei militari nelle città. Gli effetti di questa normativa saranno devastanti perché l’obbligo di denuncia per i pubblici ufficiali e gli incaricati di pubblico servizio produrrà un clima di terrore per i migranti irregolari che li porterà, per paura della denuncia con conseguente espulsione, a rinunciare alle cure mediche, all’istruzione e li obbligherà alla ghettizzazione.
Davanti ad una barbarie simile noi rivendichiamo il modello di una società interetnica e interculturale basata sulla solidarietà e l’accoglienza e sosteniamo che la vera sicurezza di cui abbiamo bisogno non è quella finta che deriva dalla presenza di uomini in divisa ma quella vera del lavoro, del diritto alla casa, dell'istruzione pubblica e in genere della garanzia dei diritti sociali per tutti!
Giovani Comunisti - Sezione Peppino Impastato di Partinico
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