Esso recepisce i contenuti del documento politico emerso dall'assemblea dei ricercatori, che esprime una forte critica verso il ddl 1905 in discussione al Parlamento, facendo emergere l'indisponibilità di molti di essi, nonché di molti docenti, ad accettare carichi didattici che eccedano quanto previsto dalle norme vigenti per l'anno accademico 2010/2011, in particolare per i seguenti seguenti motivi:
- l'assenza di regolamentazione per le università non statali;
- la possibilità per le università statali che rispondano a certi parametri di avvalersi di deroghe alle norme previste dal ddl stesso, creando nei fatti università di serie A ed università di serie B;
- la subordinazione delle spese per l'università statale alle esigenze del Ministero dell'Economia, proseguendo nella politica dii drastici tagli alle risorse;
- la negazione dello status giuridico ed economico di docenti per gli attuali ricercatori a tempo indeterminato, nonostante i loro carichi didattici siano assimilabili a quelli di associati ed ordinari;
- l'istituzione della figura di ricercatore a tempo determinato, che di fatto istituzionalizza la precarietà, negando certezze per il futuro;
-l'assegnazione al Rettore della funzione plenipotenziaria;
-la presenza di almeno il 40% di membri non appartenenti all'ateneo nel Consiglio di amministrazione, che vede aumentare i propri poteri a scapito del Senato accademico;
-la riduzione degli spazi democratici interni agli atenei, con la modifica dei Consigli di Facoltà;
-la presenza di soli docenti ordinari nelle commissioni di concorso
Esprimiamo parere favorevole alle molte assemblee di ricercatori che si stanno svolgendo nelle Facoltà dell'ateneo di Palermo e auspichiamo che esse possano far emergere forme di lotta comuni, da estendere anche ad altri atenei.
E' necessario promuovere forme di lotta significative, che vedano la mobilitazione di tutte le componenti della comunità accademica, soprattutto degli studenti, che subiscono le conseguenze dei tagli delle risorse attraverso l'aumento delle tasse, disservizi, borse di studio non erogate, applicazione dei numeri chiusi, assenza di aule.
Siamo ormai in una situazione in cui è in gioco la democrazia del nostro Paese e l'esistenza stessa di un'università pubblica, di qualità e di massa!
Nessuno paghi la crisi!
1 commenti:
Adesso facciamo in modo che gli studenti, la nostra facolt... Mostra tuttoà, l'intera università sappia cosa sta succedendo! Purtroppo questo decreto sta passando sotto silenzio proprio nei luoghi che saranno colpiti pesantemente!
Quel movimento chiamato Onda e che oggi sembra definitivamente spento deve ripartire! è necessario mobilitarsi per salvare l'università pubblica, o quanto meno provarci con tutte le nostre forze!
E alla testa di questo movimento stiano i ricercatori, il cui ruolo è fondamentale soprattutto per il mondo studentesco, che oggi più che mai è coinvolto, purtroppo, nell'assopimento generale di questa nostra società!
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