Ieri il Consiglio di Facoltà di Lettere di Palermo ha respinto a larga maggioranza le proposte avanzate dal Rettore e dal Senato accademico per avviare l’anno accademico 2010/2011 dal prossimo 8 novembre. Tra di esse vi erano presenti l’impiego di docenti in pensione e di bandi di docenza a contratto per sostituire i ricercatori indisponibili ad assumersi carichi didattici non previsti dal loro contratto, nonché lo spostamento al primo semestre degli insegnamenti in grado di partire.
Alla luce delle numerose indisponibilità di docenti e ricercatori della Facoltà ad assumersi carichi didattici aggiuntivi , la maggioranza del Consiglio ha ritenuto che non vi fossero le condizioni necessarie per far partire l’anno accademico per tutti i corsi di laurea, respingendo quindi le proposte del Rettore.
Riteniamo positiva la decisione emersa dalla Facoltà di Lettere, poiché pone l’attenzione sugli effetti nefasti che il ddl 1905 può comportare sull’università pubblica in Italia. Inoltre, pensiamo che le misure avanzate dal Rettore eludano il reale problema dell’avvio dell’anno accademico e ricalchino quelle emerse all’Università di Bologna, che hanno suscitato il profondo dissenso di ricercatori e studenti in lotta in quanto ritenute liberticide e contro la mobilitazione.
Ci rivolgiamo alle studentesse e agli studenti della Facoltà auspicando la maggiore mobilitazione congiunta con i ricercatori affinché si fermi il tentativo di distruzione dell’università pubblica e di mercificazione dei saperi condotto dal Ministro Gelmini. Riteniamo allo stesso tempo necessario l’avvio di un processo di autoriforma dell’università stessa.
Giovani Comuniste/i Palermo
22/10/2010
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