Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

lunedì 10 gennaio 2011

I GIOVANI COMUNISTI/E E IL PARLAMENTO DELLA LEGALITA’

Chi ha prestato un po' di attenzione all'elenco dei membri che hanno costituito il “Parlamento della Legalità” ha notato che non tutte le realtà giovanili hanno preso parte a questa associazione.

Noi Giovani Comunisti/e, ad esempio, abbiamo rifiutato l'invito dei promotori. Ci sembra doveroso rendere esplicite all'opinione pubblica le perplessità che ci hanno portato a tale scelta.

- Fin da subito abbiamo posto alle realtà giovanili che stavano discutendo di un progetto per la legalità alcune condizioni imprescindibili per la nostra partecipazione, in particolare:
a) una netta presa di distanze da alcuni personaggi politici, come Cuffaro, Dell'Utri, Antinoro, etc che stridono con il nostro concetto di legalità, strettamente connesso alla moralità ed eticità della politica;
b) la condivisione di un giudizio fortemente negativo riguardo alla illegittima, oltre che moralmente discutibile, assegnazione del bene confiscato alla mafia di via Enrico Fermi, la quale è soltanto l'emblema di una gestione poco trasparente dei beni a disposizione del Comune di Partinico.

Crediamo che questi chiari e condivisibili paletti siano delle indispensabili condizioni per la credibilità di una nuova realtà che miri a promuovere concetti di antimafia e legalità. Ed invece, sorprendentemente, queste “richieste” sono state rifiutate.


- La concessione che il Sindaco ha fatto a questa nascente associazione di una stanza proprio all'interno di quel bene confiscato al boss Bonura, a questo punto, non ci ha sorpreso più di tanto: è evidente che si è trattato di un accordo politico (promosso da taluni soggetti giovanili vicini alla politica istituzionale) che ha compromesso in partenza l'immagine di una realtà che dovrebbe fare della trasparenza e dell'onestà le assi portanti delle proprie attività. Ed invece, anche alcune realtà che fino a qualche mese fa firmavano, insieme a noi, documenti d'attacco ad un'amministrazione che su di un bene confiscato aveva consumato un'assegnazione illegittima, si sono piegate ad un compromesso agli antipodi di un'azione per la legalità.

- Peraltro si dovrebbe fare chiarezza su cosa è effettivamente il “Parlamento della legalità”: non un organismo parte delle istituzioni, ma una semplice associazione che all'interno del suo organigramma vede elementi di spicco del PDL come Giuseppe Castiglione (segretario regionale), Salvatore Iacolino (europarlamentare) e Alessandro Pagano (ex assessore regionale). Gli ultimi due, solo da qualche giorno, forse a seguito delle critiche che abbiamo avuto già l'occasione di muovere, sono stati rimossi dalle fila dei coordinatori nazionali. Il loro sostituito, nel palese tentativo di sfruttare l'immagine istituzionale del ruolo che ricopre, è Calogero Speziale, presidente della commissione regionale antimafia. Una commissione che, in virtù dei soliti spregevoli giochetti politici, ha chiuso gli occhi proprio a Partinico sulla ormai celebre vicenda del bene confiscato di via Fermi.
E sulla credibilità di questa associazione, nutriamo ancora più dubbi da quando, nel corso delle passerelle politiche che si sono consumate alla faccia del progetto in mano a “giovani volenterosi” (dalla stanza del sindaco ai salotti televisivi), un suo esponente di spicco, Eusebio D'Alì, autore ad esempio di uno scritto a difesa di Marcello Dell'Utri contro quella parte del movimento giovanile del PDL che si era schierato contro il senatore condannato, dal titolo “Chiedete scusa al senatore Dell'Utri”, si è lanciato in aberranti dichiarazioni, come ad esempio quella ai danni dello scrittore Saviano (“faremmo più legalità comprando meno libri di Saviano”).

- Ripetiamo, ormai da anni, che l'organo ufficiale che sarebbe opportuno rianimare e che invece la politica partinicese ha affossato è la consulta giovanile, che si sarebbe potuta spendere, dopo un adeguato confronto sui temi della legalità, in favore di progetti volti a valorizzare un'antimafia che a Partinico ha ancora tanti, troppi, passi da fare.

- Infine, vogliamo porre l'attenzione dell'opinione pubblica su quella che è la gestione dei beni comunali che l'amministrazione guidata dal sindaco Lo Biundo sta attuando. Ci chiediamo se sia giusto che la concessione dei locali che il Comune ha a disposizione avvenga con modalità assolutamente clientelari che mirano a dare una sistemazione a tutte quelle associazioni amiche di personaggi politici della maggioranza, col sindaco in testa, o che hanno come fine quello di zittire tutte le realtà scomode, che sono però disposte ad accomodarsi facilmente.

Insomma, siamo convinti che non basta appropriarsi di una presunta patente di “legalità” per poterla esercitare. E non basta neppure intestare un'associazione o un locale al piccolo Giuseppe Di Matteo, strumentalizzando il nome di una innocente vittima di mafia, per acquisire credibilità nell'esercizio dell'antimafia.

Partinico 10/01/2011
Giovani Comunisti/e - Partito della Rifondazione Comunista
circolo “Peppino Impastato” di Partinico

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