Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

lunedì 29 marzo 2010

Federazione della sinistra: subito le dimissioni di Lombardo

Il quadro che emerge dalle indagini dei magistrati catanesi sul "sistema Lombardo", riportate dal quotidiano "Repubblica", ripropone gli aspetti più inquietanti dell'affare Cuffaro, dell'intreccio mafia-politica.

La federazione della sinistra non ha certo aspettato le indagini della magistratura per chiedere che si chiudesse questa disgraziata legislatura regionale, nata nel 2008 all'insegna della continuità rivendicata con il cuffarismo e proseguita in modo trasformistico, chiamando stagione delle riforme una gigantesca operazione di costruzione di un nuovo sistema di potere pervasivo ed opprimente.

La responsabiltà del PD che ha consentito la continuità della presidenza Lombardo è gravissima.Oggi di fronte al danno clamoroso che la Sicilia riceve da questa situazione, le dimissioni immediate del Presidente della Regione e lo scioglimento dell'assemblea regionale ci appaiono elementi assolutamente necessari per non compromettere definitivamente il futuro di questa terra.

Federazione della Sinistra Sicilia

venerdì 26 marzo 2010

Incontro sul tema della giustizia & presentazione del nuovo cd degli Stasi Palermo

SABATO 27 MARZO 2010

Circolo Culturale - via Baida 12, Partinico

Ore 17: “Giustizia e cittadini” con l’avv. Bartolo Parrino e col dott. Andrea Supporta

a seguire…

Ore 20: cena sociale


Ore 21
: presentazione del nuovo cd della band STASI Palermo “L’uomo libero è lo schiavo”

giovedì 25 marzo 2010

Cineforum: proiezione del film "Goodbye, Lenin!"


"Goodbye Lenin!"

proiezione del film di Wolfgang Becker

Venerdì 26 Marzo 2010 ore 21:00
Circolo “Peppino Impastato” PRC – Giovani Comunisti/e
ex arena Lo Baido

1989. Christiane (Katrin Sass) vive nella Germania dell'Est ed è una socialista convinta. La donna cade in coma poco prima della caduta del muro di Berlino. Quando si risveglia, otto mesi dopo, il figlio Alex tenta di evitarle lo shock e fa di tutto per evitare che la madre scopra che il paese è "caduto nelle mani dei capitalisti". Campione di incassi in Germania. Che fare quando la storia va avanti per tenere tranquilli coloro i quali credevano di essere nel giusto? Raccontargli menzogne come gli venivano raccontate prima. Con la non secondaria differenza che a Lenin si è detto goodbye ma il futuro non è rose e fiori. Satira ben calibrata quella di questo film che i tedeschi ( e in particolare i berlinesi) hanno gradito moltissimo. Nel film non c'è un pacchetto di caffè o di sigarette che non ricordi loro un passato recente e non piacevole.

giovedì 18 marzo 2010

Seconda riunione del comitato No Bertolino

Cari amici del comitato No Bertolino,

per sabato 20 alle 17 è fissata la seconda riunione del comitato No Bertolino. Siete tutti invitati a partecipare e a diffondere la voce. Si terrà nel circolo culturale di via Baida 12.

Purtroppo non ho avuto il tempo di riepilogarvi la scorsa riunione. Ne approfitto per farlo adesso.

Lo faccio esprimendo innanzitutto la mia soddisfazione per la riunione di sabato scorso. Io credo che la battaglia ambientale possa essere condotta in modo più energico in questo modo piuttosto che con le singole ed isolate azioni di ogni componente del fronte ambientale.

Al di là di questa considerazione, nella scorsa riunione è stato deciso di elaborare un documento che contenga dei punti tecnici di contrasto alla distilleria che sono emersi nel corso della riunione da inviare, anche mediante un incontro, al sindaco di Partinico (che è alle prese con le pratiche di rinnovo dell’autorizzazione allo scarico, ma non si capisce che posizione stia prendendo) ed eventualmente all’assessorato regionale Territorio e Ambiente.

Riguardo la class action, sono emersi alcuni ostacoli sui quali stiamo cercando di informarci per capire se effettivamente si possa (anche dal punto di vista economico) avviare a nostro carico un procedimento civile. Altra cosa sarebbe invece costituirsi parte civile nell’eventuale processo penale futuro che speriamo venga avviato a seguito delle denuncie per molestie olfattive presentate durante questi mesi.

Si era parlato della richiesta di un'indagine epidemiologica. A tal proposito, ci si sta informando sulle pratiche necessarie presso il distretto sanitario locale.

Il livello mediatico lo si sta strutturando attraverso un sito, che stiamo pian piano realizzando. Purtroppo le nostre competenze informatiche (web) sono minime, quindi se qualcuno fosse disponibile ad aiutarci è ben accetto!

Infine abbiamo deciso di scrivere un appello accompagnato da un dossier che contenga i documenti più importanti elaborati in tutti questi anni da diffondere presso la stampa, locale, regionale, nazionale, internazionale!

Di tutto questo parleremo sabato 20 alle 17 in via Baida 12.

Penso che questo piano operativo che insieme abbiamo delineato integrando le proposte di ciascuno di noi sia il primo piccolo grande risultato dell'unione. Insomma sono molto fiducioso!

A sabato!

Gianluca Ricupati

Cineforum: proiezione del film "Che - l'argentino"

VENERDì 19 MARZO ALLE 21

presso il circolo "Peppino Impastato" (ex arena Lo Baido)

Per info: gianluca_89@hotmail.it

Che - L'argentino Un film di Steven Soderbergh. durata 126 min. 2008.

Il 26 novembre del 1956 il medico argentino Ernesto Guevara salpa alla volta dell'isola di Cuba con un giovane avvocato di nome Fidel Castro e altri 80 ribelli determinati a rovesciare la dittatura di Fulgencio Batista con una rivoluzione. Medico, stratega e instancabile guerrigliero, il "Che", alla guida di una colonna di uomini, dopo un lungo faticosissimo periodo sulla Sierra Maestra, conquista la città di Santa Clara e si riunisce ai compagni per marciare su L'Avana.
Quello che appare sugli schermi, dopo otto anni di lavoro, è il Che di Soderbergh, quello che nessun altro avrebbe potuto fare in maniera simile, quello che di Soderbergh autore e produttore porta il marchio indelebile, anche là dove calpesta nuovi sentieri, anche e appunto perché li calpesta. Scardinando le convenzioni della continuità, con stacchi avanti e indietro nel tempo (bello il ritorno alla terrazza del primo incontro con Fidel) e spostamenti nello spazio -dalla foresta tropicale alla sede delle Nazioni Unite - che la dicono lunga sulla versatilità del protagonista, Soderbergh parla anche di se stesso, del suo cinema, che rimbalza tra esplorazione e diplomazia, tra le immagini ultravivide dell'avventura (girate con la Redcam) e quelle declinate nel bianco e nero glamorous targato Nordamerica e società dello spettacolo.
Sono due binari: da un lato si fa strada un leader, tra i colpi dell'asma e dei fucili nemici, dall'altro nasce una stella, sotto i flash dei fotografi e delle interviste romantiche. In questo senso, nel suo film rispettosissimo e tutt'altro che declamatorio, il regista prende una posizione netta dicendoci che non è la meta che (gli) interessa, non l'icona, ma il viaggio.
Il personaggio di Che Guevara (ri)nasce nel corpo più massiccio di Benicio Del Toro (lontano anni luce dal ragazzino sensibile dei Diari della motocicletta) e si costruisce per azioni, per tono della voce, per furore dello sguardo: prima con le armi del cinema che con quelle della storia.
Purtroppo Che - L'Argentino non si fa apprezzare pienamente per colpa di un doppiaggio che non ha ragione di esistere, che livella, decontestualizza, toglie al protagonista il suo carattere di straniero, e perché è probabilmente come film-esperienza, nella sua durata complessiva di quattro ore e mezza e nella voluta discontinuità tra le due parti che lo compongono, che si arricchisce di senso. D'altronde quel che fa Soderbergh è esattamente questo: entrare nella dimensione esperienziale della rivoluzione, al ritmo dei passi stanchi, delle notti di veglia, delle decisioni da prendere sul momento, degli errori commessi per sempre, per raccontare di un uomo che ha fatto di un'idea una pratica, per esporci, in pratica, un'idea di cinema.

mercoledì 17 marzo 2010

"Un'alternativa per la gestione dei rifiuti in Sicilia"

Nuovo volantone dei GC Partinico

Distribuito domenica il nuovo volantone dei Giovani Comunisti/e di Partinico.

All'interno potete leggere:
- L’assessore sordo e la consulta invisibile

- Le vere priorità della Sicilia sono risolvere il dissesto idrogeologico e rilanciare l'edilizia popolare

- Lo Biundo: il nuovo sindaco sceriffo

- Seconda assemblea del comitato NO Bertolino

- E’ sempre natale a casa Confindustria

- Conferenza di circolo dei GC di Partinico: Gianluca Ricupati confermato portavoce

- scarica il volantone -


lunedì 15 marzo 2010

Lo Biundo: il nuovo sindaco sceriffo.

Anche a Partinico nei banchi e nelle stanze delle istituzioni si parla padano.
Dopo la dispendiosa elezione del dott. Rao nelle liste del carroccio, i nostri politicanti, incapaci di discutere, affrontare e risolvere i problemi che attanagliano il nostro paese, cosa fanno?
Importano dal nord le politiche fasciste, razziste e xenofobe della lega e dei Berluscones.
Prima l’ordinanza antilucciole dell’amministrazione Lo Biundo, che prevede il divieto di permanenza nel territorio comunale per la prostituta, qualora si trovasse in atteggiamenti amorosi con il cliente, e al cliente una multa di poche euro.
Contro di loro, vi è stata una tempestiva azione dell’amministrazione e delle forze di polizia per mettere in atto quell’infame e incivile provvedimento.
Caro sig. Sindaco lei così facendo sta occultando un dramma sociale camuffandolo in un problema di decoro urbano, colpendo doppiamente chi è già vittima.
Sicuramente non è gratificante per alcuna donna vendere il proprio corpo ed essere ridotta in stato di schiavitù; ma lei con lo stipendio assicurato, con una famiglia unita sotto lo stesso tetto, con papà, amiconi e santi che possono sempre dare una mano, cosa ne può capire di fame, miseria, lontananza dai propri cari, non avere una casa e un lavoro dignitoso?
Non bisognava né la polizia né l’occhio investigativo di qualche telecamera per allontanare e umiliare quelle povere ragazze, bastava chiedersi “Come mai queste donne si spingono a tanto per racimolare qualche soldo?”.
Forse la solidarietà cristiana, di cui lei e i tanti ipocriti bigotti della sua maggioranza dite di essere dotati, non avrebbe dovuto portavi a capirne le ragioni e porvi il problema di togliere queste persone dal meccanismo della prostituzione offrendo loro una reale alternativa di vita?

Più recente è invece la mozione di indirizzo votata dal consiglio comunale riguardante i nomadi che stanziano nel territorio comunale, presentata dal consigliere De Gaetano.
L’avvocatichio sostiene che è degradante vedere e sentire i fumi provenienti dal braciere di queste persone.
E picchi’ avvocà? Forse perché coprono lo stupefacente odor di vinazza della distilleria Bertolino, alla quale è andato in prescrizione il reato di inquinamento ambientale?
L’avvocaticchio ebbe a dire anche che i nomadi danno fastidio perché stendono i panni ad altezza d’uomo.
E picchi’ avvocà? Forse perché sono responsabili della sporcizia di questo paese in quanto i panni impediscono la vista, agli operatori dell’ATO rifiuti, dei cassonetti stracolmi e maleodoranti di tutto il paese?
Infine l’avvocaticchio si preoccupò della provenienza e della regolarità delle loro belle auto e si chiese come mai non se le vendano per comprarsi una casa.
Alla prima di queste domande rispose il Capitano dei Vigili Urbani dott. Coppolino, che chiarì al consiglio comunale che intanto si tratta di cittadini della Comunità Europea e che le auto in loro possesso sono regolarissime.
Alle restanti curiosità dell’avvocaticchio rispondiamo noi. Come fece presente anche Tele Jato, basta prendere proprio Lo Zingarelli per trovare la seguente definizione di “nomadismo”: “caratteristica di alcuni popoli e individui di spostarsi continuamente, senza prendere dimora stabile in un luogo”.
Ecco avvocà, ora traduciamo: i nomadi sono persone che si spostano sempre alla ricerca di migliori condizioni di vita; la macchina la usano per trovare luoghi sempre più ospitali e in funzione di ciò non possono vendere il proprio mezzo di trasporto; al di là del fatto che il valore di un’auto è molto più inferiore a quello di una casa.
In merito a ciò proponiamo provocatoriamente a tutti i consiglieri comunali e amministratori di riferire ai cittadini di Partinico quando e come hanno comprato la propria auto, se la provenienza dei loro soldi è lecita e se puntualmente rinnovano l’assicurazione e il bollo auto.
E’ stato sconcertante vedere che quasi all’unanimità il consiglio comunale ha approvato la mozione di indirizzo; l’opposizione, ad eccezione dei consiglieri Rizzo Puleo (PDL) e Di Trapani (PD) che si sono astenuti, ha votato contro, ma ci sarebbe piaciuto capirne le motivazioni.
Caro consigliere Di Trapani ma come mai, lei fiero della propria storia politica di democristiano DOC e dotato di grande spirito religioso, non ha avuto il coraggio di votare contro un provvedimento che dimostra disprezzo e intolleranza nei confronti della popolazione nomade?
Consigliere Di Trapani, diventa ancora più grave la sua posizione in quanto fa parte di un partito sedicente progressista e soprattutto impegnato nella difficile battaglia contro ogni razzismo.
Tutti i consiglieri comunali e tutti gli amministratori, uno per uno, si dichiarano cattolici, umili servi del Signore e iper devoti alla Madonna, assidui frequentatori domenicali di chiese e sagrestie, onnipresenti nelle processioni cittadine, per poi dimostrare la loro ipocrisia, simulando buoni sentimenti allo scopo di ingannare Dio e popolo. Invece soprattutto loro che si fanno portatori dei valori cristiani di solidarietà e fratellanza dovrebbero essere i primi ad aiutare chi più ha bisogno.
Siamo anche rammaricati del silenzio della Chiesa e dei parroci, presenti in campagna elettorale dietro a questo e a quello e assenti ingiustificati quando i figli più deboli di Dio necessitano della sacra e calorosa ospitalità cristiana.
E’ degradante per i partinicesi essere governati da uomini, stipendiati esclusivamente dalla politica o attraverso incarichi offerti dalla malapolitica, che non sono nelle condizioni di mantenere minimamente vivibile la nostra cittadina, e che si pongono il problema dei nomadi cercando di dare una risposta in termini di repressione e oppressione sociale.
Ponetevi il problema di come meglio accogliere le persone in difficoltà, invece di dare ricette securitarie per mascherare le vostre gravissime incompetenze generate dal fatto che vi siete dati compiti molto al di sopra delle vostre potenzialità.
Per l’ennesima volta riproponiamo la realizzazione di un’area attrezzata munita dei servizi minimi essenziali quali acqua servizi igienici, e tutto ciò che sia necessario a garantire a queste PERSONE una qualità di vita dignitosa, e che sia un primo passo verso l’integrazione e l’accoglienza.

sabato 13 marzo 2010

Prima riunione operativa No Bertolino


Cari membri del comitato,

vi ricordo che sabato 13 marzo alle 17 presso il circolo culturale di via Baida 12 si terrà la prima RIUNIONE OPERATIVA del comitato No Bertolino per concretizzare le proposte emerse durante l'assemblea di domenica scorsa!

Chi ha voglia di spendersi concretamente in questa battaglia dunque ricordi questo importante appuntamento!

Gianluca Ricupati

venerdì 12 marzo 2010

Cineforum: proiezione del film "Milk"

VENERDì 12 MARZO ALLE 21

presso il circolo "Peppino Impastato" (ex arena Lo Baido)

Per info: gianluca_89@hotmail.it

Harvey Milk è omosessuale, è laureato in matematica e lavora presso una Società di Investimenti a Wall Street. A un soffio dagli anni Settanta e dal suo quarantesimo compleanno, Harvey incontra e ama (per sempre) Scott Smith. Trasferitisi a San Francisco con un sogno di amore e di emancipazione, Harvey e Scott aprono un negozio di fotografia nel quartiere Castro. Davanti e dentro il Castro Camera si raccoglierà presto un gruppo di giovani attivisti omosessuali, emarginati (dalla società) e diseredati (dalle famiglie) alla ricerca di un sogno promesso e dei loro diritto contro la campagna di intolleranza avviata dagli ultraconservatori. Sostenuto dai suoi guys e da eterosessuali illuminati, Harvey si candida alla carica di consigliere comunale per una, due e tre volte. La sua terza campagna gli regala l'agognato incarico. Promotore della storica ordinanza sui diritti dei gay e trionfatore sulla Proposition 6, che voleva bandire gli omosessuali dall'insegnamento nelle scuole pubbliche della California, Milk verrà assassinato dal livore e dalla frustrazione di un ex consigliere. Trentamila persone marceranno da Castro al Municipio in una veglia pacifica che dal Settantotto alimenta e sostiene il sogno di Harvey.

Arrivano da una mala noche, dai drugstore rapinati, da uno squat gotico di Portland o da un malfamato skate park, i guys di Gus van Sant, raccolti e accolti nella Castro Camera di Harvey Milk, centro sociale e umano prima che redditizia attività commerciale. Sono i belli e dannati stroncati dalla morte sulle strade lontane da casa della sua filmografia ma sono pure i cowboy fragili e consapevoli del Wyoming di E. Anne Proulx o i mysterious boys di Gregg Araki, giovani vite in irrevocabile rottura con l'universo familiare e rassegnati alla forza di un destino già marcato. Disorientati e alla deriva, “mai pronti per Paranoid Park” e per le rampe e i dossi della vita, i nati perdenti di Van Sant si trasferiscono a San Francisco, dove questa volta diventano adulti e maturi sfidando i “grandi”. Quelli che nei film del regista americano ci sono senza esserci. Genitori divorziati, istruttori, insegnanti, poliziotti, presenze sfocate che si offrono di spalle, incapaci di ascoltare e di intendere, di esprimere e di comunicare. Il corpo giovane dell'America, inghiottito dalla noncuranza degli “educatori”, incontra Harvey Milk, politico e attivista negli anni Settanta, adolescente sensibile e in fuga da un quotidiano ottusamente crudele negli anni Quaranta. Harvey ha vissuto in una clandestinità “volontaria” la sua omosessualità, fino a quando non ha incontrato Scott e poi Clive e poi Jack, Dick, Jim, Danny. Folgorato da persone che versano in condizione di svantaggio (l'omosessualità, ma anche l'etnia, l'origine ambientale, il colore della pelle), le spinge a uscire dalla marginalità cui sembrano obbligate e a lottare per i loro diritti.

Milk affronta l'età adulta del cinema di Van Sant, anticipata da Will Hunting e Scoprendo Forrester. Un dittico, che nonostante l'evidente riduzione dello spessore poetico dell'autore e il linguaggio mainstream con il quale allestisce la rappresentazione, mantiene ugualmente le caratteristiche peculiari della sua scrittura. Come lo psicologo di Robin Williams e lo scrittore di Sean Connery, Harvey Milk è l'adulto che interviene a mediare l'integrazione di eroi socialmente deboli, trovando in quell'esperienza il coraggio di affrontarsi e affrontare i propri fantasmi. L'elezione a supervisor di Milk è il riconoscimento sociale del loro padre di adozione, “doppio” e “simile” che ricopriva nella società un ruolo marginale. Sean Penn e James Franco, coppia poetica che rievoca quella “da marciapiede” di River Phoenix e Keanu Reeves, interpretano la libertà morale delle immagini di Van Sant, indossando cravatta e norme sociali, e vivendo la loro storia “in legittimità”. Rinunciando al disordine mentale e al mondo capovolto abitato dai suoi adolescenti, alla singolarità del suo sguardo e a porsi in netta contraddizione con l'industria cinematografica e la società intera, il regista affronta un tema strettamente personale in un film dal sapore convenzionale e raffinato. Scartando ogni scivolamento nel pruriginoso per farsi ascoltare e frequentando un cinema ampiamente battuto per farsi vedere, Milk riconosce ai cowboy e alle cowgirls il diritto di esistenza e di replica.

mercoledì 10 marzo 2010

L'implosione dell'ATO rifiuti Palermo 1 - una crisi annunciata!

Siamo di fronte ad una crisi gravissima delle strutture sanitarie e soprattutto della politica ambientale che vede i Sindaci soci dell’Ato rifiuti Palermo 1, parlare ciascuno un linguaggio diverso dall’altro a dimostrazione dello stato confusionale in cui sono precipitati per non avere avuto il coraggio di decidere con determinazione nel procedere già da tempo allo scioglimento della Società e alla costruzione di un nuovo soggetto gestionale che riaffidi ai Comuni o ai loro Consorzi la gestione diretta della raccolta e dello smaltimenti di rifiuti.
In questa vicenda, come sempre, a pagare non sono solo le popolazioni vessate da esose richieste di pagamento di tariffe, ma anche quei lavoratori dei Comuni transitati nella Società Servizi Integrati e quelli assunti dalle società interinali.
Gravissime le responsabilità del Sindaco di Partinico che ha violato l’impegno assunto con il nostro Consiglio comunale che nella seduta del 19 novembre 2009, all’unanimità, aveva deciso la rescissione del contratto con la Società di gestione. Un atto di impegno e di serietà cui ha voluto mancare per ragioni mai esplicitate all’opinione pubblica.

Partito della Rifondazione Comunista - circolo Peppino Impastato di Partinico

PRC - Guarino segr. prov. : ATO 1, NO ALLA POLITICIZZAZIONE!

Rifiuti che riempiono le strade, lavoratori in sciopero perché le loro buste paga si fanno aspettare da mesi: questa la quotidianità vissuta dagli sfortunati cittadini dei comuni “serviti” (per così dire) da ATO 1 Palermo. Poi - con un tocco di bacchetta magica - gli automezzi dell’ATO sono tornati in queste ore sulle strade per liberarle dalle variopinte e maleodoranti montagne di sacchetti di immondizia che le ingombravano.

Miracolo?

No, provvedimento “tampone”: un provvidenziale accordo tra i Sindaci dei 12 Comuni del comprensorio, Azienda e Sindacati che ha immesso nelle casse della Società quel pò di denari indispensabili per assicurare la ripresa del servizio.

Finita l’emergenza?

Chissà! Noi siamo convinti che non è ammissibile l’esistenza di qualsivoglia emergenza qualora a monte della gestione vi sia, con il presidio delle competenze e delle professionalità adeguate, un piano industriale aderente alle esigenze dei territori e conforme alle risorse disponibili.

La politica tende (troppo spesso!) ad invadere campi che dovrebbero essere riservati a scelte tecnico-gestionali di per sé neutrali e quando questo avviene la parola “politica” non può che essere preceduta dall’aggettivo “cattiva”, trascinando con sé in un’ombra di immeritata negatività tutto ciò che è pubblico e alimentando per di più tra la gente la falsa opinione che solo i privati possano garantire efficienza e bassi costi di gestione, anche se le recenti esperienze (anche siciliane) dimostrano esattamente il contrario.

Le vittime e gli offesi di questo stato di cose sono - come sempre - i Cittadini e i Lavoratori a cui va tutta la nostra solidarietà e a cui assicuriamo il nostro pieno sostegno.

lunedì 8 marzo 2010

È sempre Natale a casa Confindustria

Da qualche giorno il Senato ha approvato, con 151 voti favorevoli, 83 contrari e 5 astenuti, il “collegato lavoro” alla Finanziaria (disegno di legge 1167- b/Senato) con il quale questo Governo, schiavo degli interessi patronali, ha offerto un nuovo dono a Confindustria come pegno di un bieco servilismo.

Ma a differenza di quello che è accaduto nel 2002, non c’è stato un attacco diretto all’art.18 dello Statuto dei Lavoratori, questa volta il Governo, ottenendo l’identico risultato, peraltro perfettamente in linea con i principi ispiratori della Legge 30, ha attraverso un vile raggiro cancellato, con un colpo si spugna, il risultato di un secolo di lotte sindacali.

Profondo è lo sconvolgimento del sistema di risoluzione delle controversie di lavoro che porta ad una sempre più forte precarizzazione dei rapporti e ad un sempre maggiore squilibrio della forza contrattuale dei salariati nella “libera” dinamica dei rapporti di forza con il datore di lavoro, cui peraltro viene attribuita la facoltà di deroghe peggiorative rispetto a leggi e contratti collettivi.

Il punto di forza è il comma 9 dell’art. 33, laddove prevede la devoluzione all’arbitrato delle controversie insorte in relazione ai contratti di lavoro certificati dalle apposite commissioni, così sottraendo la tutela dei diritti dei lavoratori alla cognizione del giudice del lavoro.

Ricordiamoci che l'arbitrato è un istituto che prevede il deferimento ad un terzo del potere di decidere come comporre una controversia. Il terzo non è un giudice: per questo l'arbitrato si configura come una deroga alle regole in materia giurisdizionale. La cosa ancora più grave è che l’arbitro potrà decidere le controversie secondo equità, e cioè senza il rispetto di leggi e contratti collettivi.

Ma questo non è tutto, terrosticamente è stata prevista la possibilità, all’atto della stipulazione del contratto individuale di lavoro, momento di particolare debolezza della posizione del lavoratore, dell’inserimento di una clausola, detta compromissoria, con cui le parti si obbligano a devolvere le proprie eventuali future controversie ad arbitri. Una clausola che è considerata vessatoria nei contratti predisposti unilateralmente come di fatto possono essere ritenuti quelli di lavoro.

Ciò vuol dire che al momento dell’assunzione il lavoratore dovrà scegliere tra una inesistente tutela dei propri diritti e un pezzo di pane.

Le conseguenze di tale sovvertimento del diritto del lavoro sono evidenti: incertezza del diritto, virtualizzazione della tutela della posizione dei lavoratori nonché maggiori costi per salariati per ottenere una giustizia di terza classe.

Per di più questa disposizione va a indebolire i poteri del giudice del lavoro limitandoli al solo“accertamento del presupposto di legittimità” dei provvedimenti datoriali, escludendo quindi in radice ogni indagine sulla ragionevolezza degli stessi.

Ma questa è solo la Punta dell’iceberg perché la normativa è piena di tradimenti che si inseriscono perfettamente nel quadro generale di smantellamento dello Stato sociale delineato dalla nostra Carta Costituzionale,tra i quali possiamo ricordare l'articolo 32 che prevede una ridefinizione dei termini per l’impugnazione dei licenziamenti, dei contratti di collaborazione e dei contratti a termine, rendendo praticamente inaccessibile al lavoratore la tutela giurisdizionale dei propri diritti.

È ora di dire basta alla politica ad uso e consumo di Confindustria!

Valentina Bonadonna

Sintesi della seconda assemblea No Bertolino e nuovo appuntamento per una riunione operativa del comitato!

È stata un’assemblea molto positiva quella che si è tenuta ieri pomeriggio nel salone culturale di via Baida. Un’animata e partecipata discussione che ha innanzitutto posto in primo piano una questione fondamentale: la competenza della pubblica amministrazione, in tutti i suoi livelli, da quello comunale a quello regionale. Una partita aperta dunque che vede la distilleria Bertolino di fronte ad una rete di enti, tra cui l’Assessorato Regionale Territorio Ambiente, l’Arpa (Agenzia Regionale Protezione Ambiente) e soprattutto il sindaco di Partinico, in quanto autorità sanitaria locale. E, aggiungiamo, il popolo di Partinico e dintorni, la cui azione è sempre risultata fondamentale.

Una prima prospettiva operativa delineata dall’assemblea è stata l’avvio di una serie di iniziative volte a pressare la pubblica amministrazione affinché ponga in essere tutta quella serie di provvedimenti necessari alla tutela della salute degli abitanti di Partinico e dei paesi limitrofi. Ad esempio un’azione da organizzare sarà la richiesta dello stoccaggio al chiuso delle vinacce, indicata già dalla stessa ARPA per abbattere il forte impatto odorifero dell’industria. Soltanto facendo sentire il fiato sul collo a chi dovrebbe essere a priori rappresentante dei nostri diritti, sebbene spesso così non sia, si può ottenere il pieno rispetto dei loro doveri. Pensando alla scoperta del mancato funzionamento del TOC, fatta dalla Legambiente Partinico qualche settimana fa, si capisce quanto basso sia stato il livello di controllo dell’attuale amministrazione comunale, nonostante la riapertura della distilleria. Il 12 marzo si terrà una nuova conferenza dei servizi dove ARPA, Assessorato, Sindaco di Partinico si confronteranno intorno ad un tavolo sulla situazione. In tale occasione, ci si aspetta che vengano essere presi i provvedimenti più adatti.

Ma cosa fare oltre che sperare nel buon senso dei tecnici interpellati e degli amministratori, finora alquanto impauriti dinanzi al colosso dalle infinite vie? In relazione ad un possibile collegamento tra l’attività della distilleria e lo stato della salute pubblica della cittadinanza partinicese, è legittimo chiedere che l’ASL avvii un’indagine epidemiologica sul territorio che analizzi la distribuzione delle malattie nel nostro territorio e verifichi se effettivamente Partinico ha un tasso di presenza tumorale più alto rispetto ad altre parti dell’isola e d’Italia.

A proposito del ruolo della pubblica amministrazione, ci si è chiesto che fine abbia fatto la SOA (squadra operativa antinquinamento), composta da un tecnico, due operai e un vigile urbano, che aveva il compito di controllare costantemente l’attività dell’industria con l’ispezione dei pozzetti, il monitoraggio dei corsi d’acqua, etc?

Poiché la vivibilità del nostro ambiente è fortemente compromessa dalla presenza all’interno del centro abitato della distilleria Bertolino, è sorta ieri l’idea di promuovere una class action nei confronti dell’azienda, cioè un’azione legale collettiva sul versante civile volta ad un accertamento tecnico-preventivo sull’attività dell’industria ed una eventuale richiesta di risarcimento danni.

Intanto si starebbero profilando le condizioni migliori per la delocalizzazione degli impianti della distilleria fuori dal centro abitato dato che i contributi CEE che la distilleria riceve scadranno nel 2011 e che la proprietaria ha già annunciato la volontà di voler lanciarsi nella produzione di bioetanolo con la sua Industria Meridionale Alcolici (IMA srl). Anche questo dovrà essere uno dei temi in discussione.

Il contributo che i media possono dare in questa battaglia è fondamentale. Per questo ci si propone la costruzione di un sito del comitato No Bertolino, nonché la redazione di un appello ai media locali, regionali, nazionali ed internazionale affinché puntino almeno qualche riflettore sulla questione e contribuiscano con i loro importanti strumenti alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica, delle amministrazioni, della politica e della società in generale.

Ed infine dall’assemblea è venuta fuori la proposta di allargare l’azione dell’organizzazione che si sta formando pensando anche ad altri tipi di problemi ambientali che affliggono il nostro territorio, come quello dei rifiuti e dell’attuale sistema di gestione (che dopo una lenta agonia, ha cominciato palesemente ad implodere), dell’inquinamento elettromagnetico (riprendere la battaglia contro le numerose antenne di telefonia mobile presenti nel nostro territorio) e della presenza di amianto.

A questo punto, si è deciso di passare organicamente ad una fase operativa. Per questo sabato 13 marzo alle ore 17 chi (associazioni, liberi cittadini, giovani) ha voglia di lavorare concretamente affinché queste proposte trovino realizzazione, è invitato a partecipare alla prima riunione operativa del comitato No Bertolino.

giovedì 4 marzo 2010

QUESTIONE "DISTILLERIA BERTOLINO"

Domenica 7 MARZO ore 17, presso il circolo culturale in via Baida 12, si terrà la seconda assemblea cittadina per fare il punto sulla situazione attuale e decidere insieme come proseguire la lotta per un ambiente sano e pulito.

Nonostante il risultato della raccolta firme, che ha dimostrato la sensibilità della cittadinanza riguardo l‘argomento, la puzza continua ad entrare nelle nostre case.

Ricordiamo che il primo cittadino ha il compito di tutelare la nostra salute e il dovere di battersi per quello che è uno dei diritti fondamentali, in virtù della fiducia e del potere che il popolo gli ha dato eleggendolo come proprio rappresentante.

Il comitato No Bertolino

mercoledì 3 marzo 2010

L’ASSESSORE SORDO E LA CONSULTA INVISIBILE

Abbiamo aspettato fin troppo. Dopo più di un anno e mezzo, oggi è evidente come sia il sindaco Lo Biundo sia molti dei suoi assessori non abbiano compreso cosa effettivamente significhi amministrare la cosa pubblica. Emblematica è la scandalosa vicenda della consulta giovanile.

Anche su questo argomento, l’amministrazione Lo Biundo ha elargito promesse e rassicurazioni quando il polverone fu sollevato e l’immagine di questi ciarlatani della politica rischiava di essere compromessa dinanzi all’opinione pubblica partinicese. Perché l’unica cosa di cui si occupa questo sindaco è coprire in ogni modo e con la complicità di chiunque le falle del sistema amministrativo create quotidianamente da chi si spacciava per il rinnovamento del paese ed invece è assolutamente incapace di governare una città anche sulle questioni ordinarie.

L’assessore alle politiche giovanili per chi non lo sapesse, considerata la sua totale inattività nel comune di Partinico, si chiama Caterina Panzavecchia. Noi, a dir la verità, abbiamo il (dis)piacere di vederla soltanto quando accanto al sindaco e all’onnipresente assessore alle inaugurazioni Parrino si trova a far la parte della bella statuina che sorride alle telecamere. In realtà gli incarichi che il sindaco le ha affidato, speriamo consapevolmente, non sono così leggeri da vivere perennemente in uno stato di ferie. L'assessore si presentò nel Giugno del 2009 in una delle sporadiche riunioni che il presidente mancato della consulta Pietro Salvia fu costretto a convocare, determinata ad ascoltare e ad agire, così almeno disse. Ebbene, dovette assistere ad un’ora di critiche che arrivavano da destra e da sinistra, persino i colleghi di partito del sig. Salvia erano sul punto di voltargli le spalle ma si trattennero fino alla fine. Cercò di conciliare le parti e quando vennero denunciate le numerose violazioni dello statuto, lei per un istinto protettivo, quasi materno, fece intendere di voler occultare tali pesanti rivelazioni.

Noi Giovani Comunisti, opponendoci a questo clima di occultamento in quella stessa riunione, abbiamo chiesto di mettere a verbale gli articoli violati dal presidente Pietro Salvia. Non si sa che fine abbia fatto quel verbale, dato che la consulta non è stata più riconvocata.

Promise che nel mese di settembre la consulta sarebbe ripartita proprio attraverso il suo intervento miracoloso che tuttavia ancora attendiamo.

Sono passati settembre, ottobre, novembre, dicembre. Passato il 2009, neppure il 2010, nonostante le nostre ripetute lettere, che l’assessore afferma di non aver mai ricevuto, è partito col piede giusto. Com’è possibile che un assessore non riceva delle lettere che noi abbiamo protocollato nell’apposito ufficio del comune? Dove sono finite? Qualcuno le ha perse? Gli impiegati le hanno bruciate? Oppure la Panzavecchia fa clamorosamente finta anche di non averle ricevute perché non saprebbe cosa e come rispondere alle nostre pesanti domande sulla sua attività?

Insomma l'assessore Panzavecchia, oltre ad aver messo più di uno zampino nell’assegnazione illegittima del bene confiscato alla mafia di via Fermi, facendo clientelismo con un simbolo dell’antimafia, proprio lei che è l’assessore alla legalità, non ha capito che un rappresentante delle istituzioni non può chiudere un occhio su violazioni dello statuto di una consulta, organo ufficiale del comune di Partinico. Ribadiamo che non serve fare finta di non sapere o di non ricevere le nostre lettere per evitare che si faccia polemica e vengano allo scoperto tutte le sue palesi incompetenze.

A questo punto, noi chiediamo a gran voce le sue dimissioni, l’unico gesto d’amore per il proprio paese che l’assessore Panzavecchia potrebbe mettere in atto. Ma sappiamo che anche questa volta le nostre rimarranno parole al vento. Perciò chiediamo al sindaco di Partinico di prendere atto del fallimento dell’azione politica di questa amministrazione, incapace di gestire anche il quotidiano. Speriamo vivamente che l’assessore Panzavecchia rientri nel rimpasto di giunta che il sindaco da mesi proclama e ancor più vivamente che questa gente se ne vada di corsa a casa, insieme ad un inutile consiglio comunale dove tra il partito dei bamboccioni e prime donne della politica non si capisce quali attività si svolgano per la città, oltre alla generosa distribuzione di agendine personali che noi cittadini di Partinico abbiamo inconsapevolmente pagato per un totale di 3 mila euro.

Questi signori abbiano la dignità di chiedere scusa alla città e di lasciare amministrare il paese a gente competente e soprattutto onesta, che faccia politica per gli altri e non sperperi il denaro pubblico per soddisfare i propri bisogni personali.

Noi, Giovani Comunisti/e, ci chiamiamo fuori da un organo che nel corso degli anni è stato reso inutile sia dagli assessori di riferimento sia da piccoli politicanti manipolati dai vecchi volponi della realtà partinicese. Una consulta che, secondo voci di corridoio, si vuole trasformare in elettiva, privando così del diritto di una partecipazione democratica le associazioni e i gruppi politici giovanili di Partinico.

Poiché questa consulta giovanile invece di favorire l'incontro, il confronto e la cooperazione delle varie realtà giovanili di Partinico, ha di fatto ostacolato il raggiungimento degli obiettivi che entusiasticamente ci si era proposti, noi oggi proponiamo la costituzione di un forum che aggreghi tutti quei giovani che vogliono concretamente spendersi per risvegliare attraverso il dialogo la coscienza critica partinicese.

Giovani Comunisti/e - Circolo Peppino Impastato di Partinico

lunedì 1 marzo 2010

Morti di serie B

Memoria dimenticata

Apprendo solo ora che, a Partinico, in occasione dell’intitolazione della via Grata al carabiniere Vincenzo Miserendino, militare di Petralia Soprana ucciso dalla cosiddetta banda Giuliano nel 1946, le Forze dell’ordine hanno ritirato uno striscione col quale il partito della Rifondazione comunista della cittadina, ha voluto ricordare ai cittadini tutti, e soprattutto all’amministrazione comunale presente all’iniziativa, che le vittime di quella banda terroristica neofascista nel nostro paese, non sono poche e che tra queste figurano mio padre e Vincenzo Lo Iacono, dirigenti comunisti caduti il 22 giugno 1947, durante l’assalto alla Camera del Lavoro (allora anche sede del Partito comunista italiano di Palmiro Togliatti e di Umberto Terracini).

Giuseppe Casarrubea senior

La notizia se – come pare – è fondata, mi rattrista molto sia perchè dimostra che chi ci governa in questo paese continua ad ignorare questi suoi due figli, vittime pure loro di quella strana “banda”, martiri per la causa dei lavoratori e per la democrazia; sia anche perchè rappresenta un brutto segno di rimozione selettiva della storia, di asservimento a una sottocultura dell’antimafia retorica e priva di senso. Direi, offensiva dello stesso buon senso del comune cittadino.

Mi rattrista ancora di più anche perchè istituzioni importanti dello Stato, come il Comune e le Forze dell’ordine, dimostrano di avere, ancora dopo sessant’anni da quei fatti, un atteggiamento di chiusura e di ostilità che non ha mai avuto motivo di esistere. Indispone soprattutto che sembrano persistere le ragioni dello strapotere e dell’ignoramento morale, della scarsa capacità di recepire la memoria come valore, salvaguardia dell’identità di una comunità che, al contrario, viene deformata, misconosciuta.

Partinico è un paese che vive fuori dal mondo ebbe a scrivere un agente americano quando mise piede in questo paese. E’ lontano dalla comunicazione, dalla civiltà, persino dai comuni che lo circondano. E’ vero, la colpa è dei partinicesi. Ma io sono stato sempre convinto che la maggiore responsabilità è di coloro che avendo avuto in mano il potere per cambiare in una direzione opposta, non solo non l’hanno fatto ma hanno continuato a comportarsi come facevano, un tempo ormai remoto, gli spagnoli: ammansivano il popolo con feste farina e forca. Ma la forca era quella “per i puvureddi”, come recitava un antico detto.

Vincenzo Lo Iacono

Eppure alla notizia della strage avvenuta a Partinico il 22 giugno 1947, l’Italia intera si fermò per uno sciopero nazionale indetto dalla Cgil, in segno di solidarietà con i familiari delle vittime, per difendere la libertà dei lavoratori e i loro inviolabili diritti. L’Italia intera allora capì quello che alcuni nostri concittadini ancora stentano a capire.

Discriminare i morti per una stessa causa, quali furono mio padre, Vincenzo Lo Iacono e lo stesso Miserendino, è un atto di inciviltà di cui vergognarsi. Ignorarli è ucciderli un’altra volta.

(Giuseppe Casarrubea junior) articolo tratta da http://casarrubea.wordpress.com