Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

domenica 29 marzo 2009

RIFONDAZIONE COMUNISTA - COMUNISTI ITALIANI - SOCIALISMO 2000 - CONSUMATORI UNITI

Una sintesi della presentazione della forza politica che si presenterà alle Europee, ma che, questa ritengo sia la cosa più importante, mira ad essere un progetto politico a lungo termine e molto più ampio, verso l'unità dei comunisti e della sinistra.

sabato 28 marzo 2009

EUROPEE 2009 - Rifondazione Comunista

Alle 12 di oggi sarà presentato il documento programmatico unitario e il simbolo con il quale si presenteranno alle prossime elezioni europee Rifondazione comunista, Pdci, Socialismo 2000 e Consumatori uniti.

Appena possibile, pubblicheremo il programma.. Sul quale speriamo di aprire una discussione per valutare i contenuti di questa ripartenza verso le Europee!

Il simbolo dovrebbe essere questo:

venerdì 20 marzo 2009

XIV GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL'IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME DI MAFIA

Sabato 21 marzo, ore 18-21
PIAZZA DUOMO PARTINICO
In occasione della giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime di mafia, abbiamo deciso di scendere in piazza con un gazebo che commemori e rivendichi la memoria dei Partinicesi uccisi da Cosa Nostra.
Ricordare per non dimenticare! Vi aspettiamo

>>> testo del volantino diffuso


CHI TACE E CHI PIEGA LA TESTA MUORE OGNI VOLTA CHE LO FA, CHI PARLA E CHI CAMMINA A TESTA ALTA MUORE UNA VOLTA SOLA (G. Falcone)

Il 21 marzo, primo giorno di primavera, ricorre la quattordicesima edizione della "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie".
I Giovani Comunisti/e di Partinico vogliono in questo giorno ricordare tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnovare in nome di quelle vittime il proprio impegno quotidiano di contrasto alla criminalità organizzata.
La memoria è una tappa importante del nostro cammino verso una realtà liberà da un dominio che ha storicamente rinchiuso nella gabbia dell’illegalità e dell’omertà i diritti inviolabili di uomini, donne e bambini.
Un cammino che dovrà portarci a tessere nella realtà che ci circonda una fitta trama a sostegno dei più deboli.
Perché la mafia, prima ancora di essere un fenomeno politico ed economico è una condizione patologica degenerante della società che trova la sua matrice nello stato di bisogno della gente e che in periodi di crisi economica, come quello che stiamo vivendo, trova un terreno fertile.
La lotta alle mafie va affrontata, giorno per giorno, con ogni singola azione e coinvolgendo tutti i campi della vita sociale attraverso la costruzione di risposte concrete alle legittime istanze delle persone, facendo particolar attenzione alle necessità dei più bisognosi tra le cui fila la mafia trova la sua “manodopera”.
Perché fino a quando Cosa Nostra verrà vista come una protezione o un’ancora di salvezza, fino a quando menti criminali potranno approfittare delle miserie della gente, la mafia prospererà e sarà padrona della nostra terra.
Nel 1947 una catena interminabile di omicidi colpì dirigenti sindacali e uomini politici, tutti morti sotto il piombo dell’associazione mafiosa:
- l’8 maggio viene ucciso con un colpo di pistola in bocca il compagno Michelangelo Salvia (iscritto al PCI);
- il 22 giugno una schiera di attacchi colpisce le sezioni del PCI e vengono uccisi i compagni Giuseppe Casarrubea e Vincenzo Lo Iacono;
- il 9 maggio 1978 perde la vita Peppino Impastato, al quale abbiamo intestato il nostro circolo, fatto esplodere sui binari nei pressi di Cinisi;
- il 6 agosto 1985 tocca a Ninni Cassarà, che visse per un periodo nel nostro territorio, stretto collaboratore di Giovanni Falcone;
- al 4 gennaio 1997 risale l’uccisione di Giuseppe La Franca, ribellatosi all’asservimento e per questo ammazzato dal clan Vitale-Fardazza.

Giornalmente noi possiamo scegliere tra un rassegnato silenzio e una lotta per un mondo più equo.
I Giovani Comunisti di Partinico oggi vogliono ribadire il loro impegno nella lotta alla criminalità organizzata perché
“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio,
una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.” G. FALCONE

mercoledì 18 marzo 2009

Di nuovo in onda: sciopero della scuola e dell’università indetto dalla Flc-Cgil

Mercoledì 18 si terrà lo sciopero della scuola e dell’università indetto dalla Flc-Cgil. I Giovani Comunisti/e di Palermo saranno presenti con proprie delegazioni sia all’iniziativa organizzata dalla Cgil presso il teatro Politeama alle ore 9,30,che sarà conclusa dal Segretario generale Guglielmo Epifani,sia al corteo universitario che partirà da Lettere.

Testo del volantino dei GC

In questi giorni stiamo cominciando a sentire sulla nostra pelle quanto la Ministra Gelmini abbia iniziato a devastare l’intero sistema educativo italiano.

Nelle scuole mancano i soldi per qualsiasi cosa; per i corsi di recupero, per i progetti, per i viaggi d’istruzione, per gli insegnanti di sostegno e per tutto il personale docente e ATA precario. Gli studenti sono quindi costretti a dover pagare costosissime lezioni private, a perdere i loro insegnanti di sostegno e a privarsi di progetti e viaggi d’istruzione.

A questo si somma il reinserimento del voto in condotta che conterà nella media finale e penalizzerà tutti quegli studenti che nel periodo di più forte attività dell’Onda hanno fatto assemblee, sono scesi in piazza e hanno occupato la loro scuola.

Legiferare e reprimere sono infatti le due parole d’ordine del governo Berlusconi. Taglio delle risorse, privatizzazione e voto in condotta per gli studenti; precariato, cassa integrazione, licenziamenti e negazione del diritto di sciopero per i lavoratori!

“Prove di ventennio” titolava il Manifesto alcune settimane fa…

I Giovani Comunisti/e si oppongono a questo disegno politico e si battono per:


· Una scuola pubblica laica democratica e di massa

· Maggiori risorse per borse di studio, buoni libro e trasporti

· strutture scolastiche a norma di legge

· pariteticità delle rappresentanze studentesche negli organi collegiali

· la difesa del valore legale del titolo di studio

domenica 15 marzo 2009

Solidarietà al Circolo Vella di Palermo

Nella notte del 14 marzo, dopo l’incontro su “La crisi economica mondiale ed i sud del mondo” con Ramon Mantovani, sconosciuti hanno infranto tutte le vetrate della sede del Circolo Francesco Vella, sito in via Dei Credenzieri.

Alcuni manifesti fascisti affissi la notte stessa, nella vicina Piazza Marina, fanno supporre che gli autori di questo gesto ignobile e vigliacco siano stati i soliti topi di fogna.
Non si hanno certezze sui responsabili di questo vile gesto, l’unica certezza è che questo atto non fermerà l’impegno e le attività svolte nella città di Palermo.
I giovani comunisti/e di Partinico esprimono la loro solidarietà ai compagni del Circolo Francesco Vella.
Si segnala inoltre che un gesto concreto di solidarietà è possibile sottoscrivendola causale:
"Solidarietà al Vella" CC intestato a: PRC Federazione di Palermo, Banco di SiciliaIBAN IT53A0102004624000000216259

giovedì 12 marzo 2009

PARLAMENTARI AL MURO

Quanto tempo era passato dall’ultimo attacco del Cavaliere alla Carta Costituzionale? Ore? Giorni? Una settimana? Voliamo ancora continuare ad illuderci che questi attacchi siano solo semplici segnali di una innocua ed irrazionale follia? Che siano solo scherzi della nostra fervida immaginazione? Che il sempre maggiore rischio della distruzione della già blanda democrazia sia soltanto  la creazione di poche menti visionarie?

No compagni! Il Governo, passo dopo passo, mattone dopo mattone, sta attuando, con un’azione precisa e puntuale, un disegno di smantellamento dello Stato Sociale e Democratico. E tutto ciò avviene davanti agli sguardi increduli di pochi italiani sconcertati e innanzi agli occhi ormai anestetizzati dei più. Perché non può esserci altra spiegazione al mancato sollevarsi dell’Italia innanzi alle politiche di Governo se non un generale stato di ipnotizzazione mediatica mista a necessità di campare.

E così c’è dopo l’aggressione al diritto allo studio, dopo l’ennesimo svilimento del diritto all’informazione, dopo essersela presa con la magistratura nel tentativo di imbavagliare e mettere le manette ai polsi della giustizia, dopo l’aziendalizzazione del diritto alla salute, dopo una politica dell’immigrazione xenofoba, disumana oltre che irrazionale dal punto di vista economico, è toccato al diritto di voto dei Parlamentari.

Persone che, nel bene o nel male, rappresentano gli Italiani o parte di essi.

Secondo il Premier il loro voto è superfluo essendo sufficiente che il capogruppo esprima per delega un unico voto.

Questa proposta la dice lunga sull’idea che il Presidente ha dell’organo di massima democrazia. Perché pare chiaro come tale idea possa essere partorita solo da una mente che ritiene inutile il Parlamento o che ritiene che questo abbia solo il compito di calare la testa in silenzio innanzi alle scelte del Governo.

E la dice lunga anche sul fatto che il Cavaliere veda la Costituzione della Repubblica Italiana come carta straccia da poter utilizzare a suo piacimento per pulirsi le mani.

E così prima una legge elettorale che gli ha permesso di circondarsi di “uomini scelti”, ora una costante azione di smantellamento dei Diritti Costituzionalmente Garantiti e poi?  Non credo sia necessario avere troppa immaginazione per preannunciarsi il dopo. Siamo alle soglie di quello che Fortini definiva un democratico fascismo, un fascismo industrializzato e fatto di maggioranze silenziose, che vogliamo fare?

Valentina B.

Sanità pubblica per tutti........ anche se clandestini

Sabato scorso si è tenuto a Castellammare del Golfo un incontro dibattito sul tema del diritto alla salute. L’incontro, organizzato dal locale Circolo del Partito della Rifondazione Comunista è stato un importante momento di riflessione sulle politiche seguite dal Governo in tema di Sanità Pubblica ed immigrazione.

All’incontro, che è stato introdotto dal compagno Giacomo Galante, erano presenti  Salvatore Mazzara, medico, e Giusto Catania, europarlamentare.

Salvatore Mazzara ha evidenziato come oggi l’Italia venga additata come un Paese in cui non si rispettano i diritti fondamentali dell’uomo ed oltre a ribadire la disumanità di un provvedimento che permette ai medici di denunciare alle autorità giudiziarie gli immigrati clandestini, ha posto l’accento sul rischio che ciò comporta per il nostro Paese. Uomini, donne, bambini che hanno messo a rischio la vita per approdare sul nostro suolo saranno obbligati a scegliere tra la denuncia e la malattia, optando con ogni probabilità per la seconda pur di non dover infrangere il sogno di una vita migliore con il conseguente diffondersi di malattie.

Secondo l’europarlamentare Giusto Catania l’attacco alla sanità pubblica rientra in un unico disegno, di matrice di una destra liberista e xenofoba, di smantellamento dello stato sociale e di distruzione di una società fondata sul rispetto dei diritti sociali. Ciò che il Governo sta facendo, attraverso un’opera precisa e puntuale, è trasformare la società italiana dalla sue fondamenta con  l’obiettivo di creare una società in assedio, paura per la diversità, per l’altro di creare un clima di guerra tra i poveri. Ma la verità è che l’Italia è un paese vecchio, al collasso demografico, un Paese che necessita del lavoro degli immigrati per il funzionamento dell’economia. Ed in questo clima le politiche xenofobe seguite dal Governo, politiche rientranti nel preciso disegno della creazione di un terreno culturale della competitività in cui l’altro è nemico perché può essere un’insidia alla tua già povera condizione e che ha finito per ridurre gli immigrati a manodopera a bassissimo costo e priva di alcuna tutela.

I Giovani Comunisti/e di Partinico si oppongono ai tagli e le privatizzazioni voluti dal Governo Berlusconi che faranno del diritto alla salute un privilegio di pochi.

mercoledì 11 marzo 2009

Il G8 Ambiente in Sicilia e l’attacco del governo al territorio dell’Isola

di Paola Calì 

Pochi giorni fa, discutevamo dell’accordo-propaganda italo-francese sulla costruzione di nuove centrali nucleari in Italia. Tra gli obiettivi individuati, anche la Sicilia. Addirittura gli amministratori hanno proposto il loro territorio di riferimento, sperando in finanziamenti a pioggia, ponendosi, però, come “trait d’union” tra i suddetti territori e le speculazioni di cui saranno vittime. 

Ovviamente sono nati comitati spontanei che si oppongono all’ennesima distruzione ambientale. 
La provincia di Ragusa, Palma di Montechiaro (Ag), tutta la ‘Sicilia civile’ si organizza per far fronte comune contro l’ennesimo scempio del territorio. 
Un territorio già martoriato, con mille problemi ambientali e strutturali, con ferite ancora aperte. 
E, last but not least, un territorio ad alto rischio sismico. (Secondo il sistema di individuazione internazionale delle sedi appropriate per le centrali nucleari, quello in vigore negli USA, per intenderci, nessuna sede in Italia è inquadrabile tra i siti “Sicuri”) 
Un territorio, però, con alto potenziale energetico, per quel che concerne le fonti rinnovabili. Vento, geotermia, SOLE. 
A livello puramente razionale, non si comprende come in una terra del genere, baciata dal sole ben più della continentale Germania, si ipotizzi la costruzione di centrali nucleari e non un investimento pubblico serio sull’eolico (per lo più lasciato all’iniziativa privata) ed ancor più sul solare. 
La politica energetica del Governo Berlusconi ha delle strategie e delle prospettive a dir poco criticabili, e non – o non solo – con critica di matrice ideologico-ambientalista.(L’assunto del presidente del Consiglio in merito) 
Lo stesso giorno in cui il Ministro dell’Ambiente Presigiacomo annunciò l’arrivo 8 milioni di euro per il solare negli edifici pubblici, presentò poi “un emendamento collegato alla legge Finanziaria approvata dal Consiglio dei ministri, che riconosce gli incentivi del Cip6 anche per l’energia elettrica prodotta dagli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti. 
L’emendamento, presentato di concerto col ministro per lo Sviluppo Economico, interviene nella questione relativa agli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate, consistenti in una maggiorazione del prezzo di vendita dell’energia elettrica (il cosiddetto Cip6 su cui si sarebbero migliaia di articoli da scrivere, anche sul colpo di mano del governo Prodi a Camere sciolte nda) in questo modo prodotta. L’emendamento riconosce l’agevolazione anche all’energia prodotta dalla combustione di rifiuti non organici, quali quelli utilizzati nel ciclo di termovalorizzazione, con riferimento agli impianti, costruiti o in costruzione, che si trovano in zone a rischio emergenza rifiuti dichiarata con provvedimento del presidente del consiglio dei ministri. La disposizione, in deroga a quanto stabilito dalla direttiva comunitaria 77/2001 che limita la misura, per le fonti assimilate a quelle rinnovabili, all’energia prodotta dalla combustione di rifiuti organici, evitera’, in particolare per la Regione Siciliana , i rischi connessi al possibile blocco della costruzione dei tre termovalorizzatori previsti, essenziali per risolvere in via definitiva la questione smaltimento dei rifiuti.”  
E allora, delle due l’una, o il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’ambiente hanno un concetto di energia pulita, fonti rinnovabili, impatto ambientale non esattamente chiaro, o alla solita propaganda è sotteso un modello di sviluppo che non tiene conto in primo luogo della salute dei cittadini e del futuro del pianeta, ma nemmeno dei costi economici, favorendo unicamente l’oligarchia di Imprenditori amici. 
Alla luce di quanto detto, il G8 ambiente a Siracusa - con i suoi investimenti puramente di restyling ad hoc ed a vantaggio dei soliti noti (si parla di interventi per 4 milioni di euro che riguarderanno il recupero del lungomare di Ortigia, interventi di riqualificazione ambientale in via Colomba, infrastrutture viarie della zona umbertina ed opere di sistemazione della zona del Castello Maniace – sede effettiva del G8- e delle aree adiacenti. Il tutto grazie ad un’intesa fra ministero dell’Ambiente, Regione Siciliana e Comune di Siracusa. Le opere previste saranno finanziate dalla Regione Siciliana a valere sui fondi Fas 2007-2013) - è un’offesa per un territorio martoriato come quello della provincia di Siracusa. 
Uno dei maggiori esempi delle ferite laceranti inferte dall’industrializzazione senz’anima, dal modello capitalistico, e ancora oggi dal neoliberismo. 
A pochissimi chilometri dalla splendida Ortigia e dal Castello Maniace, si trova il triangolo della morte Augusta-Priolo-Melilli: incidenza tumorale in percentuali inimmaginabili, malformazioni alla nascita, aborti spontanei, problemi di fertilità, distruzione del paesaggio e dell’ecosistema, depauperamento della falda idrica e per ultimo, ma non meno importante, rischio sismico nelle zone interessate dalla presenza delle strutture industriali. 
Gli interventi reali per la riqualificazione di quest’area sin dal Piano di Risanamento approvato con il DPR 17.1.95? Si aspettano da anni. 
Virate sulla questione ambientale da parte del governo? Sì, gli inceneritori ed il nucleare… 
Anche noi Comunisti abbiamo fatto, a volte, nel passato l’errore di sottovalutare la questione ambientale ed energetica, ma proprio l’esempio del siracusano ci pone chiaramente davanti ad un nodo cruciale: un modello sostenibile, alternativo all’aggressione neoliberista del globo, un modello che ponga al centro la salute dei cittadini e, perché no, il progresso; un progresso ben diverso dal modello dei G8, un modello non basato unicamente sul profitto. 
Proprio per questo la rete siciliana contro il G8 sta organizzando tavoli territoriali e riunioni organizzative in previsione di questo evento, che sarebbe miope ritenere secondario. 
Il PRC ed i Giovani Comunisti siciliani, tra i promotori, dovranno fare attivamente parte di questa organizzazione, e, anzi, essere fautori di iniziativa politica tematica e di un coinvolgimento reale dell’intero partito e dell’intera organizzazione giovanile regionale a tutti i livelli. 
Riteniamo inoltre fondamentale l’apporto, contestualmente all’organizzazione del Movimento contro il G8 della Maddalena e degli altri G8 tematici, dell’intero Partito e dell’intera struttura dei Giovani Comunisti, che dovranno spendersi con tutte le proprie forze, anche nella prospettiva di un rilancio politico che, in alcuni settori e territori, stenta ancora a decollare. 

martedì 3 marzo 2009

Atenei in rivolta per la difesa dell’Università pubblica

di Fabio de Nardis *
Domenica 1 marzo si è conclusa la due giorni promossa dal coordinamento dei collettivi de La Sapienza di Roma nell’ambito del network nazionale “atenei in rivolta”. Alla discussione hanno partecipato tantissimi studenti provenienti dalle realtà di autorganizzazione di almeno venti università italiane. Scopo dell’assemblea era tracciare un bilancio dei mesi di mobilitazione contro le “riforme” Gelmini e contemporaneamente avviare un percorso collettivo finalizzato alla costruzione democratica di un coordinamento nazionale delle lotte per l’università pubblica a partire dalla centralità studentesca.
Importante è stato il confronto con gli studenti provenienti dai movimenti in Spagna, Grecia e Francia e che hanno arricchito il dibattito socializzando le proprie esperienze di mobilitazione con l’intento, a nostro avviso fondamentale, di unificare le lotte a livello europeo per opporsi al processo continentale di graduale mercificazione della conoscenza attraverso i parametri definiti dalla strategia di Lisbona e, per quanto riguarda l’Università, dal processo di Bologna.
Fin da subito è emersa l’esigenza di dare seguito ai mesi di mobilitazione attraverso la costruzione di una rete nazionale in grado di essere col tempo rappresentativa dell’intero movimento nella condivisione di alcuni elementi discriminanti a partire dalla critica all’autonomia finanziaria delle Università che negli anni, attraverso il graduale ma inarrestabile definanziamento della ricerca pubblica, ha costruito le condizioni di una squalificazione dell’offerta didattica e delle possibilità di fare ricerca liberi dalla morsa corrosiva della precarietà.
Nel rapporto finale che di per sé non vuole essere un documento politico quanto piuttosto una base di ulteriore riflessione da portare all’attenzione dei collettivi di tutta Italia, si rivendica con forza l’esigenza di sostenere l’Università pubblica e osteggiare ogni ipotesi di abolizione del valore legale del titolo di studio che rappresenterebbe un ulteriore passo in avanti verso la definizione di un sistema formativo di classe che impedirebbe alle masse giovanili di emanciparsi attraverso il libero accesso alla conoscenza. Anche per questa ragione la battaglia per il diritto allo studio diventa prioritaria così come il ruolo dello Stato che ha il dovere di garantire una formazione laica, di qualità e gratuita. Solo così il tanto decantato merito potrà essere realmente perseguito.
Naturalmente non esiste battaglia che riguardi il mondo della conoscenza che non faccia oggi i conti con la crisi strutturale del sistema capitalistico di produzione che oggi i governi borghesi intendono tutelare anche e soprattutto tagliando risorse all’università e alla cultura. Attraverso questa chiave di lettura, chiaramente declinata nel rapporto finale della due giorni, è possibile trovare la connessione necessaria con il mondo del lavoro oggi duramente colpito dal governo Berlusconi. E da questa consapevolezza gli studenti riuniti nella Facoltà di Psicologia di Roma individuano come prima data di mobilitazione nazionale lo sciopero del 18 marzo indetto dalla Flc-Cgil e quello del 28 marzo dei sindacati di base. Molte altre date intermedie sono state individuate come momenti cruciali di unificazione delle lotte, a partire dal g8 dell’Università previsto a Torino tra il 17 e il 19 maggio fino alla più ampia e condivisa mobilitazione contro il summit degli “otto grandi” che si terrà a Luglio alla Maddalena.
Insomma, gli studenti in movimento dimostrano nuovamente di essere la componente più attiva e vitale del mondo universitario e noi li seguiremo con attenzione e li sosterremo con forza in questo percorso complesso ma necessario di unificazione e coordinamento delle lotte. Cercheremo poi di sollecitare una nuova alleanza tra studenti e lavoratori della conoscenza attraverso la costruzione di una Rete Nazionale di Comitati in Difesa dell’Università Pubblica. Non un nuovo soggetto, quanto piuttosto una soggettività fluida e plurale che unisca le lotte di studenti, ricercatori e docenti in difesa della Costituzione, per un reale diritto allo studio, per una ricerca libera e mai più precaria e per una Università che sia veramente inclusiva, di massa e di qualità.

* Responsabile Nazionale Università a Ricerca PRC-Se