di Paola Calì
Pochi giorni fa, discutevamo dell’accordo-propaganda italo-francese sulla costruzione di nuove centrali nucleari in Italia. Tra gli obiettivi individuati, anche la Sicilia. Addirittura gli amministratori hanno proposto il loro territorio di riferimento, sperando in finanziamenti a pioggia, ponendosi, però, come “trait d’union” tra i suddetti territori e le speculazioni di cui saranno vittime.
Ovviamente sono nati comitati spontanei che si oppongono all’ennesima distruzione ambientale.
La provincia di Ragusa, Palma di Montechiaro (Ag), tutta la ‘Sicilia civile’ si organizza per far fronte comune contro l’ennesimo scempio del territorio.
Un territorio già martoriato, con mille problemi ambientali e strutturali, con ferite ancora aperte.
E, last but not least, un territorio ad alto rischio sismico. (Secondo il sistema di individuazione internazionale delle sedi appropriate per le centrali nucleari, quello in vigore negli USA, per intenderci, nessuna sede in Italia è inquadrabile tra i siti “Sicuri”)
Un territorio, però, con alto potenziale energetico, per quel che concerne le fonti rinnovabili. Vento, geotermia, SOLE.
A livello puramente razionale, non si comprende come in una terra del genere, baciata dal sole ben più della continentale Germania, si ipotizzi la costruzione di centrali nucleari e non un investimento pubblico serio sull’eolico (per lo più lasciato all’iniziativa privata) ed ancor più sul solare.
La politica energetica del Governo Berlusconi ha delle strategie e delle prospettive a dir poco criticabili, e non – o non solo – con critica di matrice ideologico-ambientalista.(L’assunto del presidente del Consiglio in merito)
Lo stesso giorno in cui il Ministro dell’Ambiente Presigiacomo annunciò l’arrivo 8 milioni di euro per il solare negli edifici pubblici, presentò poi “un emendamento collegato alla legge Finanziaria approvata dal Consiglio dei ministri, che riconosce gli incentivi del Cip6 anche per l’energia elettrica prodotta dagli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti.
L’emendamento, presentato di concerto col ministro per lo Sviluppo Economico, interviene nella questione relativa agli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e assimilate, consistenti in una maggiorazione del prezzo di vendita dell’energia elettrica (il cosiddetto Cip6 su cui si sarebbero migliaia di articoli da scrivere, anche sul colpo di mano del governo Prodi a Camere sciolte nda) in questo modo prodotta. L’emendamento riconosce l’agevolazione anche all’energia prodotta dalla combustione di rifiuti non organici, quali quelli utilizzati nel ciclo di termovalorizzazione, con riferimento agli impianti, costruiti o in costruzione, che si trovano in zone a rischio emergenza rifiuti dichiarata con provvedimento del presidente del consiglio dei ministri. La disposizione, in deroga a quanto stabilito dalla direttiva comunitaria 77/2001 che limita la misura, per le fonti assimilate a quelle rinnovabili, all’energia prodotta dalla combustione di rifiuti organici, evitera’, in particolare per la Regione Siciliana , i rischi connessi al possibile blocco della costruzione dei tre termovalorizzatori previsti, essenziali per risolvere in via definitiva la questione smaltimento dei rifiuti.”
E allora, delle due l’una, o il Presidente del Consiglio e il Ministro dell’ambiente hanno un concetto di energia pulita, fonti rinnovabili, impatto ambientale non esattamente chiaro, o alla solita propaganda è sotteso un modello di sviluppo che non tiene conto in primo luogo della salute dei cittadini e del futuro del pianeta, ma nemmeno dei costi economici, favorendo unicamente l’oligarchia di Imprenditori amici.
Alla luce di quanto detto, il G8 ambiente a Siracusa - con i suoi investimenti puramente di restyling ad hoc ed a vantaggio dei soliti noti (si parla di interventi per 4 milioni di euro che riguarderanno il recupero del lungomare di Ortigia, interventi di riqualificazione ambientale in via Colomba, infrastrutture viarie della zona umbertina ed opere di sistemazione della zona del Castello Maniace – sede effettiva del G8- e delle aree adiacenti. Il tutto grazie ad un’intesa fra ministero dell’Ambiente, Regione Siciliana e Comune di Siracusa. Le opere previste saranno finanziate dalla Regione Siciliana a valere sui fondi Fas 2007-2013) - è un’offesa per un territorio martoriato come quello della provincia di Siracusa.
Uno dei maggiori esempi delle ferite laceranti inferte dall’industrializzazione senz’anima, dal modello capitalistico, e ancora oggi dal neoliberismo.
A pochissimi chilometri dalla splendida Ortigia e dal Castello Maniace, si trova il triangolo della morte Augusta-Priolo-Melilli: incidenza tumorale in percentuali inimmaginabili, malformazioni alla nascita, aborti spontanei, problemi di fertilità, distruzione del paesaggio e dell’ecosistema, depauperamento della falda idrica e per ultimo, ma non meno importante, rischio sismico nelle zone interessate dalla presenza delle strutture industriali.
Gli interventi reali per la riqualificazione di quest’area sin dal Piano di Risanamento approvato con il DPR 17.1.95? Si aspettano da anni.
Virate sulla questione ambientale da parte del governo? Sì, gli inceneritori ed il nucleare…
Anche noi Comunisti abbiamo fatto, a volte, nel passato l’errore di sottovalutare la questione ambientale ed energetica, ma proprio l’esempio del siracusano ci pone chiaramente davanti ad un nodo cruciale: un modello sostenibile, alternativo all’aggressione neoliberista del globo, un modello che ponga al centro la salute dei cittadini e, perché no, il progresso; un progresso ben diverso dal modello dei G8, un modello non basato unicamente sul profitto.
Proprio per questo la rete siciliana contro il G8 sta organizzando tavoli territoriali e riunioni organizzative in previsione di questo evento, che sarebbe miope ritenere secondario.
Il PRC ed i Giovani Comunisti siciliani, tra i promotori, dovranno fare attivamente parte di questa organizzazione, e, anzi, essere fautori di iniziativa politica tematica e di un coinvolgimento reale dell’intero partito e dell’intera organizzazione giovanile regionale a tutti i livelli.
Riteniamo inoltre fondamentale l’apporto, contestualmente all’organizzazione del Movimento contro il G8 della Maddalena e degli altri G8 tematici, dell’intero Partito e dell’intera struttura dei Giovani Comunisti, che dovranno spendersi con tutte le proprie forze, anche nella prospettiva di un rilancio politico che, in alcuni settori e territori, stenta ancora a decollare.
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