Giovani Comunisti/e circolo "Peppino Impastato" Partinico (PA)

martedì 28 ottobre 2008

LA PALERMO STUDENTESCA IN STATO D’AGITAZIONE

di Gianluca Ricupati (su www.agoravox.it)

Ieri la prima facoltà occupata (Scienze Politiche) e lunghissimo corteo per le arterie principali di Palermo.

Così tanti studenti in piazza a Palermo non si vedevano almeno dal 1989, dai gloriosi tempi del movimento studentesco “La Pantera”, che proprio l’ateneo siciliano aveva infiammato. Per due giorni consecutivi (lunedì e martedì scorsi), la città è svegliata dalle urla di un lungo, lunghissimo corteo. Sono grida lievitate da più di vent’anni, tanto lungo è il periodo minimo di declino del sistema d’istruzione scolastico italiano. Tutti quanti tengono a precisare che l’obiettivo non è certamente quello di ristabilire lo status quo della scuola e dell’università: una situazione già alquanto precaria, che però non vogliono vedere peggiorare ancora di più. Sembra essere finito il periodo di assopimento delle giovani generazioni davanti ai messaggi meccanici delle tivù. Qualcuno inneggia al 68, qualcun altro non la vede ancora così positivamente. Di sicuro però quaranta anni fa a fianco degli studenti non c’erano docenti e ricercatori, che oggi caratterizzano in modo singolare il nuovo movimento che ancora non ha un nome né tanto meno una chiara forma e identità. Forse la peculiarità essenziale è proprio la spontaneità e l’eterogeneità della protesta. Il governo vuole ridurla ad una strumentalizzazione della sinistra: un pericoloso difetto d’analisi che potrebbe minare le basi della stabilità e sicurezza di una politica neo-liberista che forse inconsciamente molti di questi stessi giovani hanno probabilmente appoggiato. Ma questa resterà soltanto un’ipotesi. Nessun movimento partitico ha potuto penetrare i cortei studenteschi, almeno così è stato fino ad ora a Palermo. Si sono alzate timidamente alcune bandiere, ma con esse anche la voce imperiosa degli a-partitici manifestanti che invitavano a calarle celermente. Dieci-venti mila studenti in marcia verso il Rettorato lunedì 20, altrettanti, anche più, verso la Prefettura martedì. Se siano facinorosi o consapevoli protestanti, lo si può capire solamente parlando con loro, visitando le diverse (ma ancora non tutte) facoltà, dove le lezioni sono state bloccate, ma che sono ogni giorno gremite di studenti protagonisti di iniziative alternative o di vari work-group sulle controproposte al ministro Gelmini.

Ieri gli studenti della facoltà di Scienze Politiche in rotta di collisione con il loro preside, accusato di aver compiuto l’ennesimo voltafaccia, hanno occupato la struttura di via Maqueda.

In coincidenza con l’evento, si svolgeva l’ennesimo corteo, che ha attraversato la città di Palermo, partendo dal Politeama e arrivando davanti la presidenza della Regione Siciliana. Ancora migliaia i partecipanti: c’erano docenti (anche di scuole primarie e secondarie inferiori), c’erano precari e sfrattati, c’erano studenti medi, c’erano gli universitari. La più grande manifestazione per ora. Il ritratto più chiaro del serpentone di manifestanti si può costruire pensando a quanta gente può entrare nel tratto che dal Politeama arriva ai famosi Quattro Canti. Risolta così la sempiterna contesa tra i numeri della Questura e quelli degli organizzatori. Un chilometro e mezzo di partecipanti “consapevoli”. Sicuri della consapevolezza? Si, l’orario della manifestazione è il sigillo di garanzia: partenza alle 16 arrivo alle 20. Orari “extrascolastici”.

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