Si insegna davanti Montecitorio, il rettore di Palermo: «Gelmini, non seguire quel modello»
Davide Varì da http://www.liberazione.it/ del 21/10/2008
Scuole e università pubbliche italiane ancora in stato di agitazione. Questa volta la protesta parte dal Sud, da Palermo per la precisione dove un corteo di studenti universitari, circa 10mila persone, ha sfilato per il centro cittadino in attesa dell'arrivo del ministro della pubblica istruzione Maria Stella Gelmini, invitata ad un incontro pubblico a Palazzo Steri, sede del rettorato dell'Università. Al corteo degli universitari, partito dalla facoltà di Lettere, si è poi aggregato quello delle scuole medie superiori partito da piazza Massimo. Ad aprire la manifestazione lo striscione «Non pagheremo noi la vostra crisi» insieme a un piccolo feretro nero con su scritto "Università". Nel frattempo, del ministro nessuna traccia. Impegnata, pare, a Ginevra, Maria Stella Gelmini ha preferito declinare l'invito del Rettore dell'Università di Palermo Giuseppe Silvestri il quale ha tenuto a precisare la sua visione di quanto sta accadendo al mondo della scuola e dell'Università: «La contestazione nelle Università italiane della riforma del ministro Gelmini - ha detto - è paragonabile allo scontro frontale che si ebbe in Inghilterra quando l'allora premier Margaret Thatcher sfidò a viso aperto il mondo accademico. Rispetto a quanto avvenne a Londra però - ha sostenuto Silvestri, incontrando studenti e docenti - c'è una differenza: la Thatcher disse apertamente e in modo forte quel era la sua idea; si scontrò ed ebbe la meglio sulle manifestazioni. Oggi in Italia invece non c'è chiarezza. Il vero dramma è la difficoltà di dialogo tra i diversi livelli istituzionali, ed è interesse di tutti attivare questo dialogo». E Ricordando la stagione thatcheriana, il rettore ha concluso: «Il sistema universitario si adeguò al modello della Thatcher, ma se quel modello oggi fosse esteso ad altre realtà accademiche in Europa e in Italia si determinerebbe un danno gravissimo, incalcolabile». Il Rettore ha poi annunciato il blocco delle attività dell'università per questa mattina per permettere le assemblee che si terranno in alcune facoltà. Altre contestazioni alla riforma Gelmini si sono avute a Roma dove, docenti e studenti di Fisica della Sapienza hanno convocato lezioni all'aperto in piazza Montecitorio. A Catania gli studenti della facoltà di Scienze politiche hanno occupato l'aula magna rimanendovi in assemblea permanente. Assemblee si sono svolte anche a Firenze e a Napoli, dove gli universitari si sono dati appuntamento nella sede della facoltà di Sociologia della Federico II. A Pavia è prevista un'assemblea d'ateneo con la partecipazione di dottorandi, ricercatori e docenti, organizzata dal Coordinamento per il diritto allo studio-Udu Pavia in collaborazione con varie realtà studentesche territoriali. A Milano la contestazione ha riguardato soprattutto le scuole superiori. Un sit-in davanti palazzo Marino, sede della giunta comunale, è nata in modo spontaneo per dare una risposta immediata alle dichiarazioni della Gelmini «che sostiene -spiegano- di non comprendere le centinaia di migliaia di persone che hanno manifestato contro il suo decreto. Con la sua manovra di taglio la scuola pubblica va incontro a un totale smantellamento, tra migliaia di posti di lavoro in meno e scuola-fondazione svenduta alla privatizzazione». Proteste anche a Livorno, dove migliaia di studenti hanno partecipato ad un corteo che ha invaso il centro città. Nel frattempo, strani messaggi arrivano da Forza nuova. L'organizzazione di estrema destra ha infatti fatto sapere di essere disponibile «a dibattere anche con gli avversari storici» ed hanno annunciano la partecipazione di studenti medi, superiori e universitari legati al proprio movimento, agli scioperi e alle proteste studentesche in corso. «La contestazione - sostengono - non è monopolio della sinistra e a contestare la Gelmini ci sono anche le sigle Lotta studentesca e Destra universitaria appartenenti a Forza Nuova».
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